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Cingolani

Caro energia, Cingolani a La Stampa: Costerà più del PNRR

L’intervista al quotidiano di Torino del numero uno del MiTE. Recovery, transizione e costo del gas i temi centrali

Costo dell’energia batte Recovery. Questa l’amara sintesi ribadita stamani dal ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani. In un’intervista a La Stampa, infatti, il numero uno del MiTE ha detto chiaramente che “la svolta green è a rischio se non si adottano soluzioni efficienti”.

COSTI E RISCHI DELLA TRANSIZIONE

Rispondendo a Francesco Margiocco, Cingolani ha chiarito che sul Pnrr “con un debito attorno al 160% del Pil, l’Italia non può sbagliare”. A preoccuparlo, riguardo le sue materie di competenza, è il costo dell’energia. “Il suo aumento, nell’arco del prossimo anno, rischia di avere un costo superiore all’intero Pnrr”, dunque tutto è in mano a chi deve spendere (bene, ndr) tutte le risorse messe a disposizione.

Poi ancora, i chiarimenti su come affrontare la transizione. Secondo Cingolani, “deve essere sostenibile sul piano ambientale come su quello sociale. Va affrontata senza ideologismi. Entro il 2030 dobbiamo raddoppiare le nostre fonti rinnovabili, vale a dire che, da quest’anno, dobbiamo decuplicare il numero di nuovi impianti eolici e fotovoltaici installati annualmente”.

SOLUZIONI PRATICHE E MONITI

Rispondendo invece al quesito su “Dove piazzare pale e pannelli”, per il ministro della Transizione “dobbiamo sfruttare soluzioni innovative, sfruttare aree idonee” e fare ricorso a “piattaforme galleggianti” a largo delle coste. Lo sguardo per tutto il percorso di transizione è al 2030, “ed è soltanto l’inizio” avverte ancora Cingolani. Poi, al 2050. “Se non riusciremo a contenere il riscaldamento globale” dice, per quella data “avremo città costiere sotto il mare”.

LA TASSONOMIA

L’intervista si conclude, infine, mantenendo i toni forti del numero uno del MiTE, il quale ammonisce sui rischi ideologici e tecnologici del percorso. Sul nucleare, invece, “non possiamo guardare al nucleare di terza generazione” francese, “ma non possiamo neppure ignorare che esiste un nucleare di quarta generazione, fatto di piccoli reattori modulari, che generano pochissime scorie”. Chiare anche le parole sulla tassonomia. “Il nucleare produce scorie ma non anidride carbonica. Semmai potrebbe far discutere la scelta di includere nella tassonomia il gas”, che però secondo il ministro è meglio del carbone e dunque va bene usarlo come soluzione transitoria.

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