Il caro prezzi persiste e resiste. Gli sforzi dell’Unione europea proseguono ma c’è da fare i conti con le critiche
Gli interventi presi dall’Unione europea contro il caro energia sono arrivati l’altro ieri. I prezzi salgono in tutto il continente e serviva una risposta. Ne servono tante altre, anche politiche. Come il price cap. Ma le misure economiche e di risparmio sui consumi intanto sono arrivate. Eppure è già tempo di analizzare le critiche dal mondo dell’industria.
LE MISURE DELL’UE CONTRO IL CARO PREZZI
Per “far fronte agli effetti di un grave squilibrio tra domanda e offerta di energia, dovuto in gran parte al continuo armamento da parte della Russia delle sue risorse energetiche”, la Commissione Ue – con il discorso sullo stato dell’Unione di Ursula von der Leyen – ha confermato quanto deciso già nel meeting tra tutti i ministri dell’Energia.
Riduzione della domanda con l’obbligo di abbassare il consumo di elettricità di almeno il 5% durante le ore di punta. Poi gli Stati membri dovranno ridurre la domanda complessiva di elettricità di almeno il 10% fino al 31 marzo 2023. Non solo: Bruxelles ha proposto anche un tetto massimo temporaneo alle entrate dei produttori di energia elettrica “inframarginali”.
CHI CRITICA LA COMMISSIONE
Le misure sono tante e avranno anche un complesso di ritorni economici rilevanti. Ma al mondo dell’industria sono sorti alcuni dubbi. Secondo alcuni esponenti del settore serviva e servirà di più per affrontare l’emergenza. Per esempio, dice European Aluminium, “queste misure non sono sufficienti e non salveranno l’industria dell’alluminio ad alta intensità energetica da ulteriori tagli alla produzione, perdite di posti di lavoro e possibilmente una completa ripartizione”.
Il prossimo appuntamento è fissato al 30 settembre, lì si attendono importanti aggiornamenti. “Abbiamo bisogno di una fornitura fisica di gas a prezzi competitivi per i produttori europei di fertilizzanti per riavviare la produzione”, ha detto il direttore generale di Fertilizers Europe Jacob Hansen chiedendo “ulteriori passi” sul mercato del gas.