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Tassonomia Ue

Taglio consumi del 5% nelle ore di punta e tetto extraricavi a 180 euro: ecco il piano di Bruxelles per salvare l’inverno

La riduzione della domanda nelle ore di punta dovrebbe portare a una riduzione del consumo di gas di 1,2 miliardi di metri cubi durante l’inverno. Dal tetto agli inframarginali fino a 117 miliardi di euro di entrate per Ue

La Commissione europea ha finalmente reso pubbliche la serie di interventi di emergenza sui mercati energetici europei per far fronte ai recenti drammatici aumenti dei prezzi.

Annunciati nei giorni scorsi dal vertice dei ministri dell’Energia Ue e ribaditi questa mattina dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen durante il discorso sullo Stato dell’Unione, Bruxelles ha ricordato in una nota come l’Ue debba “far fronte agli effetti di un grave squilibrio tra domanda e offerta di energia, dovuto in gran parte al continuo armamento da parte della Russia delle sue risorse energetiche”.

L’OBIETTIVO È ALLEVIARE LA PRESSIONE SU FAMIGLIE E IMPRESE

Per alleviare la “crescente pressione che ciò esercita sulle famiglie e sulle imprese europee” la Commissione ha proposto quindi una serie di misure eccezionali di riduzione della domanda di elettricità , che contribuiranno a ridurre il costo dell’elettricità per i consumatori, e misure per ridistribuire l’energia eccedenza di ricavi del settore ai clienti finali. Misure che si aggiungono a quelle sugli stoccaggi gas e al taglio della domanda.

TAGLIO DEI CONSUMI ELETTRICI DEL 5% DURANTE LE ORE DI PUNTA

La prima risposta decisa dall’esecutivo europeo per far fronte ai prezzi elevati è la riduzione della domanda. “Ciò può influire sui prezzi dell’elettricità e ottenere un effetto calmante generale sul mercato”, ha spiegato Bruxelles. Per mirare alle ore più costose di consumo di elettricità, quando la produzione di energia elettrica a gas ha un impatto significativo sul prezzo, l’esecutivo Ue ha proposto l’obbligo di riduzione del consumo di elettricità di almeno il 5% durante le ore di punta”. Ma nel complesso gli Stati membri dovranno identificare il 10% delle ore con il prezzo più alto previsto e ridurre la domanda nel corso di esse.

RIDUZIONE DELLA DOMANDA DI ELETTRICITÀ ALMENO PARI AL 10% FINO AL 31 MARZO 2023

Questo perché Commissione Ue ha proposto che gli Stati membri mirino a ridurre la domanda complessiva di elettricità di almeno il 10% fino al 31 marzo 2023. Ogni paese potrà scegliere le misure appropriate per ottenere tale riduzione della domanda, che potranno includere anche una compensazione finanziaria. La riduzione della domanda nelle ore di punta porterebbe a una riduzione del consumo di gas di 1,2 miliardi di metri cubi durante l’inverno, circa 4 mesi. Ciò rappresenta una riduzione del consumo di gas per l’energia elettrica di circa il 4% durante la stagione invernale in tutta l’UE. “Anche l’aumento dell’efficienza energetica è parte fondamentale del rispetto dei nostri impegni sul clima nell’ambito del Green Deal europeo”, ha ricordato l’Ue.

TETTO SUGLI INFRAMARGINALI FISSATO A 180 EURO AL MWH

La Commissione ha proposto inoltre un tetto massimo temporaneo alle entrate dei produttori di energia elettrica “inframarginali”, vale a dire le tecnologie con costi inferiori, come le rinnovabili, il nucleare e il carbone, che forniscono elettricità alla rete a un costo inferiore al livello di prezzo fissato dal più costoso dei produttori marginali.

“Questi produttori inframarginali hanno realizzato ricavi eccezionali, con costi operativi relativamente stabili, grazie al fatto che le costose centrali elettriche a gas hanno fatto aumentare il prezzo dell’elettricità all’ingrosso che ricevono”, ha spiegato Bruxelles.

Per questi motivi la Commissione europea ha proposto di fissare il tetto massimo di ricavo inframarginale a 180 euro al MWh. “Ciò consentirà ai produttori di coprire i propri investimenti e costi operativi senza compromettere gli investimenti in nuove capacità in linea con i nostri obiettivi energetici e climatici per il 2030 e il 2050. I ricavi sopra il cap saranno raccolti dai governi degli Stati membri e utilizzati per aiutare i consumatori di energia a ridurre le bollette”.

RICAVI STIMATI PER 117 MILIARDI DI EURO

La Commissione ha stimato che gli Stati membri sono in grado di raccogliere fino a 117 miliardi di euro dal tetto massimo alle entrate proposto per i produttori di elettricità “inframarginali”, su base annua.

In questo senso, gli Stati membri che commerciano elettricità sono incoraggiati, in uno spirito di solidarietà, a concludere accordi bilaterali per condividere parte delle entrate inframarginali raccolte dallo Stato produttore a vantaggio degli utenti finali nello Stato membro a bassa produzione di elettricità. Tali accordi sono conclusi entro il 1° dicembre 2022 se le importazioni nette di elettricità di uno Stato membro da un paese vicino sono almeno del 100%.

DAL CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ PER I PRODUTTORI DI ENERGIA DA FOSSILI STIMATI 25 MLD DI EURO

Terzo punto della strategia europea è il contributo di solidarietà temporaneo sui profitti in eccesso generati dalle attività nei settori del petrolio, del gas, del carbone e delle raffinerie che non sono coperti dal tetto massimo di entrate inframarginali. Questo contributo – del 33% – limitato nel tempo manterrebbe gli incentivi agli investimenti per la transizione verde. Verrebbe raccolto dagli Stati membri sui profitti del 2022 che superano un aumento del 20% rispetto ai profitti medi dei tre anni precedenti. Le entrate sarebbero raccolte dagli Stati membri e reindirizzate ai consumatori di energia,in particolare le famiglie vulnerabili, le aziende colpite duramente e le industrie ad alta intensità energetica. Gli Stati membri possono anche finanziare progetti transfrontalieri in linea con gli obiettivi REPowerEU o utilizzare parte delle entrate per il finanziamento comune di misure a tutela dell’occupazione o promuovere investimenti nelle energie rinnovabili e nell’efficienza energetica.

Il contributo di solidarietà temporaneo basato sull’utile imponibile realizzato nell’anno fiscale 2022 sulle imprese energetiche nei settori del petrolio, del gas, del carbone e delle raffinerie nell’Unione potrebbe portare nelle casse europee a una stima di circa 25 miliardi di euro , che saranno appunto ridistribuite dagli Stati membri.

APERTURA ALLE PMI PER I PREZZI DELL’ENERGIA REGOLAMENTATI

Infine, un ulteriore intervento si è concentrato sulle regole del mercato elettrico: la Commissione ha infatti proposto di ampliare lo strumento dei prezzi dell’energia disponibile per aiutare i consumatori. La misura consentirebbe, per la prima volta, prezzi regolamentati dell’elettricità sottocosto e amplierebbe i prezzi regolamentati per coprire anche le piccole e medie imprese.

Come annunciato mercoledì 7 settembre dal presidente della Commissione von der Leyen, la Commissione continuerà anche a “perseguire altre strade per abbassare i prezzi per i consumatori e l’industria europei e allentare la pressione sul mercato. La Commissione approfondirà la discussione con gli Stati membri sui modi migliori per ridurre i prezzi del gas, analizzando anche varie idee per i massimali tariffari e rafforzando il ruolo della piattaforma energetica dell’UE nel facilitare accordi sui prezzi più bassi con i fornitori attraverso acquisti congiunti volontari – si legge in una nota -. La Commissione Ue continuerà inoltre a lavorare su strumenti per migliorare la liquidità sul mercato dei servizi di pubblica utilità e a rivedere il quadro temporaneo di crisi degli aiuti di Stato per garantire che continui a consentire agli Stati membri di fornire il sostegno necessario e proporzionato all’economia garantendo nel contempo parità di condizioni”.

RIESAMI IL PROSSIMO ANNO PER VERIFICARE LA PORTATA DELLE MISURE

Tutte queste misure sono comunque limitate nel tempo: lo strumento di emergenza elettrica dovrebbe applicarsi tra il 1° dicembre 2022 e fino al 31 marzo 2023. La Commissione si è impegnata a effettuare un riesame dello strumento di emergenza elettrica entro il 28 febbraio 2023. I contributi di solidarietà del settore fossile saranno applicati per un anno dopo l’entrata in vigore. La Commissione effettuerà un riesame entro il 15 ottobre 2023, alla luce della situazione generale del settore dei combustibili fossili e degli utili eccedenti generati e presenterà al Consiglio una relazione.

 

LA PROPOSTA DI REGOLAMENTO UE

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