Energia al centro, tasso agevolato fino al 100% della spesa, tante aliquote e attenzione alle fasce più deboli. Sono le basi della riforma strutturale degli incentivi edilizi allo studio del Governo. L’audizione di questa mattina del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, presso la Commissione Ambiente della Camera
Una riforma strutturale di dieci anni che comprende finanziamenti a tasso agevolato fino al 100% della spesa e cessione del credito, diverse aliquote e attenzione alle fasce più deboli. Prende sempre più forma il nuovo impianto degli incentivi edilizi, che vedrà l’energia al centro e sarà incentrato sul raggiungimento degli obiettivi fissati dalla direttiva sulle case green e dal pacchetto Fit for 55. Lo ha anticipato questa mattina il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, nel corso dell’audizione presso la Commissione Ambiente della Camera, offerto un quadro dell’impatto degli incentivi edilizi messi in campo fino ad oggi.
COME SARÁ LA RIFORMA DEGLI INCENTIVI EDILIZI?
La bozza di Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (PNIEC) prevede una riforma generale delle detrazioni che riesca a coniugare efficientamento energetico degli edifici e aiuti alle fasce più deboli della popolazione, ha sottolineato il ministro Gilberto Pichetto Fratin in Commissione Ambiente.
“È chiaro che la prospettiva appena delineata deve essere affiancata da un quadro di incentivi edilizi stabili nel tempo che dobbiamo definire nell’attuazione della delega fiscale. Gli interventi energetici saranno trainanti rispetto a tutti gli altri interventi, che beneficeranno della medesima aliquota”, ha evidenziato il ministro.
Il nuovo impianto di incentivi avrà una durata almeno decennale per rispondere agli sfidanti obiettivi previsti per il settore residenziale, secondo Pichetto Fratin. Inoltre, si potranno combinare più interventi con vari livelli di priorità. In quest’ottica, saranno previste diverse aliquote di detrazione, che dipendono dalle performance generali raggiunte dall’edificio.
PRIORITÁ AGLI OBIETTIVI DELLA DIRETTIVA CASE GREEN
La riforma degli incentivi edilizi riguarderà principalmente unità immobiliari soggette all’obbligo della direttiva Case green. Parliamo quindi di prime case, immobili con classe energetica bassa, situazioni di povertà energetica ed edilizia residenziale pubblica.
“Un approccio integrato consentirebbe di ottimizzare le tempistiche ed i costi di riqualificazione di un edificio, favorendo gli interventi di riqualificazione profonda in un’ottica di sostenibilità che interessi vari ambiti: quello energetico, sotto il profilo dell’efficienza, della produzione di energia da fonti rinnovabili e dell’elettrificazione dei consumi; quello della digitalizzazione degli edifici e del dialogo con le altre infrastrutture quali quella dei trasporti; quello della sicurezza con riferimento agli aspetti sismici e all’antincendio; quello di tutela ambientale con riferimento alla riduzione dei consumi idrici e all’uso del verde”, ha aggiunto Pichetto Fratin.
CESSIONE DEL CREDITO, FINANZIAMENTI A TASSO AGEVOLATO
Nella nuova riforma dovrebbero rientrare anche i finanziamenti a tasso agevolato che coprono fino alla totalità dei costi di investimento e la cessione del credito, “con condizioni di favore per le persone in condizioni di povertà energetica”, ha sottolineato Fratin.
Per quanto riguarda gli edifici e il residenziale pubblici, che non sono ammessi alle detrazioni fiscali, il Mase ha messo in campo strumenti quali il Conto termico, il PREPAC (Programma di riqualificazione energetica della PA centrale), il Fondo Nazionale Efficienza energetica (FNEE) e l’Avviso pubblico Comuni per la Sostenibilità e l’Efficienza energetica (CSE).
Il ministro ha sottolineato, poi, che lo stesso Mase ha istituito gruppi di lavoro tematici incentrati sui settori economici più importanti per definire le misure che finiranno nella versione definita del Pniec.
I NUMERI DEL SUPERBONUS
Il Superbonus nasce come “norma dai tanti buoni propositi” ma ha contribuito a provocare un indebitamento netto del 5,2 % del PIL, secondo il ministro Pichetto Fratin. Una percentuale superiore di 0,7 punti rispetto all’obiettivo indicato nel Documento d’Economia e Finanza (DEF).
“Ad un’analisi costi-benefici postuma, la norma non viene giustificata dagli effetti espansivi rispetto ai problemi creati sui conti pubblici, o sull’aumento dei prezzi nel settore. Al 30 settembre 2023, secondo i dati ENEA, il numero totale delle asseverazioni è stato pari a 430.661. Di questi il 17% corrisponde a interventi su edifici condominiali. Gli investimenti ammessi a detrazione a livello nazionale erano pari a circa 88,17 miliardi. Per quanto riguarda invece le detrazioni che riguardano lavori già conclusi ammontano a 72,5 miliardi. Complessivamente, al 30 settembre, si sono registrate 78.260 asseverazioni relative a condomini, per un investimento di 50,3 miliardi, pari al 56,7% del valore complessivo, 237.127 asseverazioni relative a edifici unifamiliari per un totale di 27,8 miliardi di investimento, pari al 30,7% dell’investimento complessivo, e 115.267 asseverazioni per lavori in unità immobiliari indipendenti (investimento pari a 11,3 miliardi pari al 12,6% del totale)”, ha sottolineato Pichetto Fratin.