La CCS può rappresentare una delle principali alternative per la decarbonizzazione dei settori hard-to-abate, ma servono nuove norme e finanziamenti pubblici. Cosa si è detto durante “CCS as a Lever for Decarbonization”, evento che si è tenuto nell’ambito di OMC Med Energy 2025
La CCS diventerà una commodity nei prossimi anni, ma servono una cornice normativa adeguata e finanziamenti pubblici. Solo così la cattura e lo stoccaggio della CO2 potrà guadagnarsi un posto nell’Olimpo delle soluzioni per la decarbonizzazione. Gli investimenti non sono un problema, come dimostra l’interesse per il progetto di Ravenna di Eni. È quanto emerso nel corso di “CCS as a Lever for Decarbonization”, evento che si è tenuto nella cornice di OMC Med Energy 2025.
CCS OPZIONE PER LA DECARBONIZZAZIONE
La CCS rappresenta una delle vie principali per la decarbonizzazione dell’industria italiana, conferma Giuseppe Ricci, Direttore Operativo Trasformazione Industriale di Eni. “Grazie al nostro approccio tecnologicamente neutrale possiamo valutare le tecnologie più adatte a ogni contesto e alle sue peculiarità: nel caso di Ravenna, la CCS è un elemento determinante per aumentare la competitività del territorio. La sfida attuale è gestirne i costi, che potranno essere ridotti attraverso gli investimenti sulle tecnologie: a Ravenna, oggi, il costo della CCS è simile a quello dell’ETS”
ha affermato Ricci, nel corso di OMC Med Energy 2025.
Mediante la conversione dei giacimenti esauriti di gas, operati da Eni, situati nell’offshore adriatico, l’hub di Ravenna ha l’obiettivo di diventare il sito di riferimento del Mediterraneo per lo stoccaggio permanente della CO₂ con una capacità totale ad oggi valutata in oltre 500 milioni di tonnellate. “In Eni crediamo che la CCS abbia un ruolo chiave da svolgere nel nostro percorso verso la neutralità carbonica – ha confermato Salvatore Giammetti, responsabile CCUS Business di Eni – Ravenna CCS rappresenta quanto forte è il nostro commitment in questo senso. Lo scorso agosto abbiamo avviato la Fase 1 di questo progetto che sta attualmente catturando circa 20 mila tonnellate all’anno di CO2, dal nostro impianto di trattamento del gas di Casal Borsetti. Le performance di questo progetto in questo momento sono veramente eccellenti, perché, per esempio, l’impianto di cattura sta fornendo un’efficienza di oltre 90%, con picchi fino a 96% della CO2 catturata. Un risultato veramente ragguardevole che sta anche segnando un record a livello mondiale, soprattutto in considerazione delle condizioni sfidanti in cui l’impianto sto lavorando, se si pensa alla concentrazione di CO2 nel flue gas che è inferiore al 3%, per la precisione al 2,4%”.
“La CCS può essere una soluzione importante per la decarbonizzazione. Senza supporto però i progetti non possono partire. Stiamo lavorando per arrivare allo stadio finale dei progetti che rientrano nel Fondo per l’innovazione. Guardiamo a diverse soluzioni ma pensiamo che dal punto di vista tecnico e logistico la CCS rappresenta un elemento fondamentale per raggiungere gli obiettivi climatici. Attendiamo la fondamentale definizione del quadro regolatorio”, ha affermato Francesco Bragagni, Energy Manager Gruppo Marcegaglia,
GLI INVESTIMENTI NON SONO UN PROBLEMA
Gli investimenti non sono un problema, come dimostra la grande partecipazione per il progetto di Ravenna di Eni, ma servono nuovi business model e regole certe.
“Tre trilioni di euro oggi sono già disponibili ma sono fermi. Dovremmo indirizzarli verso investimenti industriali. Questo mobiliterebbe un cash flow di 350 miliardi di euro per anno”, ha affermato Patrizia Celia, Head of Large Caps, Investment Vehicles, Sustainable Finance Partnership Co-ordinator di Euronext.
Attualmente abbiamo asset in Italia che possono dare soluzioni tangibili all’industria. I dati sono importanti per raggiungere la fase industriale. Nella fase del permitting devi conoscere le regole, quanto è lunga la pipeline etc. La CCS sarà un business regionale prima di tutto, al contrario di altri. Possiamo risolvere i problemi creati dalle decisioni dell’Ue. Dobbiamo studiare un nuovo business model, possiamo imparare da altri Paesi, ma bisognare guardare agli asset che possediamo”, ha affermato Piero Ercoli, Executive Director Decarbonisation Unit di Snam.