Secondo l’ufficio europeo di statistica, nel 2022 il 9,3% della popolazione non è stata in grado di riscaldare adeguatamente le proprie case, un balzo rispetto al 6,9% dell’anno precedente
La crisi energetica innescata dalla guerra della Russia in Ucraina, secondo l’Eurostat, sta mettendo a dura prova i cittadini dell’Unione europea, con il 9,3% della popolazione che nel 2022 non è stata in grado di riscaldare adeguatamente le proprie case, un balzo rispetto al 6,9% dell’anno precedente.
LA POVERTÀ ENERGETICA IN EUROPA
La povertà energetica in Europa è in aumento a causa dell’impennata dei prezzi dell’energia, ha sottolineato il Comitato economico e sociale europeo (CESE) – un organismo dell’Ue che riunisce organizzazioni della società civile, gruppi di datori di lavoro e sindacati – durante la sua terza conferenza annuale sull’argomento.
Per il CESE le misure messe in atto durante la crisi non sono riuscite ad affrontare il problema, aggravato dalla guerra della Russia in Ucraina: “abbiamo bisogno di un nuovo accordo, sostenuto da una forte volontà politica, in cui tutti i livelli di governance spingano nella stessa direzione”, ha dichiarato Baiba Miltovica, presidente della sezione Trasporti, Energia, Infrastrutture e Società dell’informazione del CESE.
IL PIANO REPOWEREU E LE SFIDE DA VINCERE
Il piano REPowerEU della Commissione europea, presentato a maggio dello scorso anno, aveva lo scopo di proteggere le famiglie dalla carenza di energia ed è riuscito a ridurre la dipendenza dell’Europa dal gas russo a buon mercato. “Per abbassare i prezzi, però, rimangono delle sfide”, ha affermato Adela Tesarova, un alto funzionario del dipartimento Energia della Commissione europea, intervenuta all’evento del CESE, aggiungendo che “servono ulteriori misure per l’efficienza energetica e la responsabilizzazione dei consumatori”.
Un buon isolamento è fondamentale per mantenere le case calde durante l’inverno e proteggere i consumatori dall’aumento delle bollette energetiche, ma il tasso di ristrutturazione in Europa è attualmente troppo basso per fare la differenza.
RENDIMENTO ENERGETICO NELL’EDILIZIA, RISTRUTTURAZIONI E ALLOGGI SOSTENIBILI
L’organizzazione europea dei consumatori BEUC afferma che l’aumento del tasso di ristrutturazione deve essere considerato un obiettivo chiave nella revisione in corso della direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia, con grandi ambizioni per gli standard minimi di rendimento energetico. “È inoltre necessaria una migliore comunicazione per aumentare la consapevolezza dei vantaggi della ristrutturazione”, ha affermato Massimiliano Mascherini, della Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro (Eurofound), un’agenzia dell’Unione europea.
“Gli alloggi sostenibili sono essenziali per raggiungere gli obiettivi climatici Ue, ma le misure adottate a livello nazionale ed europeo dovrebbero evitare di amplificare le disuguaglianze”, ha sottolineato. Kieran Pradeep, coordinatore della Right to Energy Coalition, ha avvertito che “la povertà energetica è un problema strutturale e sistemico che richiede decisioni politiche”.
LE FASCE DI POPOLAZIONE VULNERABILI
Le famiglie a basso reddito, le famiglie monoparentali, gli immigrati e le persone con disabilità corrono un rischio maggiore di soffrire di povertà energetica, ha sottolineato il CESE. I giovani e le donne sono anche più esposti rispetto alla popolazione generale. “Bisogna guardare alla povertà energetica da una prospettiva intersezionale”, ha affermato l’attivista Katharina Habersbrunner, sottolineando che le donne sono colpite in modo sproporzionato dalla povertà energetica. Quest’ultima ha conseguenze sulla salute fisica e mentale, e può limitare le opportunità nella vita professionale, ha spiegato Habersbrunner, che lavora per l’ONG Women Engage for a Common Future.
LA POVERTÀ DEI TRASPORTI
Secondo i relatori alla conferenza CESE, anche la povertà dei trasporti – la mancanza di accesso a mezzi di trasporto pubblici o privati a prezzi accessibili – sta emergendo come effetto collaterale della crisi energetica. La questione ha fatto notizia nel 2018, durante le proteste dei “gilet gialli” in Francia, innescate dall’aumento dei prezzi del carburante.
Secondo Mari Martiskainen, professore presso la Business School dell’Università del Sussex, la mancanza di accesso a trasporti pubblici a prezzi accessibili “può peggiorare la qualità della vita”. Andrés Barceló Delgado, presidente del gruppo permanente sull’energia del CESE, ha sottolineato che “i responsabili delle decisioni dovrebbero tenere conto del fatto che l’energia è un servizio pubblico, e l’imminente ridisegno del mercato elettrico deve garantire, da un lato, un approvvigionamento sostenibile e affidabile e, dall’altro, il diritto all’energia per i cittadini”.