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energia marina

Che cos’è l’energia marina e perché l’Italia dovrebbe svilupparla

Con la domanda globale di energia elettrica che è in costante aumento e la necessità di elettrificare il più possibile i consumi, c’è bisogno di fonti rinnovabili che possano soddisfare le odierne esigenze, e l’energia marina potrebbe essere una delle opzioni più interessanti

Nonostante sia ancora molto poco sviluppata, l’energia marina (o energia mareomotrice) potrebbe fornire grandi opportunità. Ecco perché in tutto il mondo si stanno portando avanti numerosi progetti, e alcune soluzioni sono già attive.

ENERGIA MARINA: COS’È E A COSA SERVE

L’energia marina è una fonte energetica rinnovabile prodotta da onde oceaniche, maree e differenza di salinità. Nel concetto rientra anche l’energia termica oceanica, che sfrutta le differenze di temperatura tra l’acqua in superficie e quella in profondità.

Con la domanda globale di energia elettrica che è in costante aumento e la necessità di elettrificare il più possibile i consumi, c’è bisogno di fonti rinnovabili che possano soddisfare le odierne esigenze, e l’energia marina potrebbe essere una delle opzioni più interessanti.

Come si legge nel report annuale IEA-OES (Ocean Energy System) 2024 – che illustra i progetti, le strategie e piani di molti Paesi, Italia inclusa -, oggi il settore “sta vivendo una crescita sostanziale a livello globale, guidata da decenni di innovazione e sviluppo dedicati che ora stanno iniziando a raggiungere traguardi importanti e a fornire benefici socioeconomici”.

L’ENERGIA MARINA IN EUROPA              

L’Europa ha da tempo elaborato un piano per la transizione verso un sistema energetico neutrale e climaticamente sostenibile, lo European Strategic Energy Technology Plan (SET Plan), in cui molta attenzione viene data alla produzione di energia dai mari.

Secondo un rapporto di OceanSET, al 2020 otto Stati membri (tra cui l’Italia) sono dotati di una politica energetica marina, con 141 progetti attivi. Per il 2050 l’Unione europea ha l’ambizioso obiettivo di produrre il 10% di energia elettrica dal mare, una percentuale che potrebbe soddisfare 94 milioni di famiglie l’anno. Ciò comporterebbe inoltre numerosi benefici per l’ambiente (evitando l’emissione di 234 milioni di tonnellate di CO2 nell’atmosfera), una minore dipendenza energetica e circa 500.000 nuovi posti di lavoro.

I PROGETTI DI ENERGIA MARINA IN ITALIA

Con i suoi circa 8.000 chilometri di costa, l’Italia ha una predisposizione naturale per l’utilizzo dell’energia delle maree. Il nostro Paese ha quindi mostrato un crescente interesse nel settore. È presente infatti con una tecnologia sperimentale sviluppata da Enea e Politecnico di Torino, il Pendulum Wave Energy Converter (PeWEC), un sistema pensato per le onde del Mediterraneo, che in genere hanno un’altezza non eccessiva ma una frequenza piuttosto elevata. Il PeWEC ricava energia dal moto ondoso con un sistema galleggiante simile ad uno scafo, che genera elettricità grazie all’oscillazione indotta dalle onde.

Dopo i test (su un modello in scala 1:25) condotti a fine 2021 nella vasca navale dell’Università Federico II di Napoli – condotti per studiare la resistenza a condizioni estreme –, nel 2022 la seconda generazione di PeWEC è stata migliorata. Il sistema quest’anno  dovrebbe essere testato con un prototipo in scala 1:1 installato lungo le coste della Sardegna occidentale o dello Stretto di Sicilia, dove il potenziale energetico è più alto. Il dispositivo (lungo 15 metri, largo 23 e alto 7,5 e con un peso di oltre 1.000 tonnellate) sarà in grado di sviluppare 525 KW. Si stima che una decina di questi sistemi potrebbero produrre elettricità per circa 3.000 persone.

Un altro progetto italiano è il REWEC3, condotto dall’Università Mediterranea di Reggio Calabria, che riguarda una tecnologia installata in una diga frangiflutti verticale, la cui prima installazione su vasta scala è avvenuta nel porto di Civitavecchia. In seguito, l’Autorità Portuale di Civitavecchia ha deciso di potenziare la propria infrastruttura, adottando la tecnologia REWEC3 per costruire 17 nuovi frangiflutti a cassone. È già stata installata una turbina Wells da 20 KW, e l’intero sistema ha il potenziale di raggiungere una capacità di 2,5 MW.

In Toscana dal 2013, a 50 metri di profondità, sorge la centrale mareomotrice di Punta Righini, in grado di fornire energia elettrica a circa 240 famiglie. A Ganzirri, una frazione di Messina, si trova la turbina di Kobold, ancorata al fondale marino e connessa alla rete elettrica nazionale con una potenza di circa 25 kW. Vi è infine l’Overtopping Breakwater for Energy Conversion (OBREC), curato da EPF con la collaborazione dell’Università degli Studi della Campania, che consiste in una innovativa diga marittima installata nel porto di Napoli.

VANTAGGI E SVANTAGGI

L’energia prodotta da una centrale mareomotrice presenta significativi vantaggi rispetto ad altre forme di energie rinnovabili, come l’eolico e il solare; allo stesso tempo, però, vi sono una serie di limitazioni dovute ai costi, ancora molto elevati.

Tra i vantaggi principali rientrano:

– La prevedibilità delle maree garantisce una fornitura costante e affidabile di energia

– Riduzione delle emissioni di gas serra

– Fonte rinnovabile e potenzialmente inesauribile

Gli svantaggi invece troviamo:

– Elevati costi di installazione e manutenzione

– Impatto ambientale sulle aree costiere

– Tecnologie ancora in fase di sviluppo

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