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Shale

Cosa significa per lo shale la proposta di vendita di Chesapeake

Dopo l’insuccesso della svolta strategica verso il petrolio, Chesapeake ha deciso di riportare il proprio focus sul gas naturale

L’azienda petrolifera statunitense Chesapeake Energy, uscita dalla bancarotta lo scorso febbraio, sta collaborando con due banche per la possibile vendita dei propri asset petroliferi nel sud del Texas. L’operazione potrebbe raggiungere un valore di 2 miliardi di dollari. Lo hanno rivelato due fonti anonime all’agenzia Reuters.

LE DIMISSIONI DEL CEO

Le stesse fonti hanno detto che l’avvio formale di un processo di vendita potrebbe subire dei ritardi legati alle dimissioni dell’amministratore delegato Doug Lawler. Il ruolo di CEO è stato assunto ad interim da Mike Wichterich.

IL PIÙ GRANDE PRODUTTORE DI SHALE GAS NEGLI STATI UNITI

Chesapeake – il secondo maggiore produttore di shale gas negli Stati Uniti – non ha rilasciato dichiarazioni. Dopo la diffusione della notizia, le sue azioni sono cresciute fino al 4 per cento, per poi assestarsi intorno ai 46,8 dollari.

GLI ASSET NEL TEXAS MERIDIONALE

Gli asset petroliferi che Chesapeake vorrebbe vendere si estendono su un’area di quasi 900 chilometri quadrati nel bacino shale di Eagle Ford, in Texas. Nel quarto trimestre del 2020 questi asset hanno prodotto 84mila barili di petrolio equivalente al giorno; solo il 26 per cento di quest’output era costituito dal gas naturale.

“UNA DELLE ACQUISIZIONI PIÙ GRANDI”

Andrew Dittmar, analista presso la società Enverus, ha detto che la vendita di Chesapeake “potrebbe essere una delle acquisizioni più grandi da parte di un produttore sostenuto da private equity”, dato che negli ultimi anni gli accordi a Eagle Ford hanno riguardato per lo più acquirenti di private equity.

NUOVA INVERSIONE

Cedere gli asset petroliferi nel Texas meridionale significherebbe, per Chesapeake, riportare il proprio focus sul gas naturale, compiendo di fatto una nuova inversione strategica.

La scelta di puntare sul greggio piuttosto che sul gas si deve all’ex-amministratore delegato Lawler, e non ha avuto successo. Chesapeake si è ritrovata con un debito di oltre 9 miliardi di dollari e l’anno scorso ha dichiarato la bancarotta, mentre la pandemia di coronavirus faceva crollare i prezzi del petrolio.

QUANTO CONTA IL GAS NATURALE PER CHESAPEAKE

Il gas naturale ha rappresentato quasi i due terzi della produzione totale di Chesapeake nel quarto trimestre del 2021, di circa 435mila barili di petrolio equivalente al giorno.

La società ha riservato per le attività nel Texas meridionale solo l’8 per cento del proprio bilancio – da 650 milioni di dollari in tutto – per il 2021. L’85 per cento del budget, di contro, è stato destinato alle aree ricche di gas nel bacino degli Appalachi in Pennsylvania, nella West Virginia, in Ohio e nella costa del Golfo.

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