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Emissioni Banche

Clima, LeU chiede al Mise se adeguerà il Pniec ai nuovi target Ue

L’esponente di LeU ha chiesto al ministro se intende “diminuire il ruolo del gas nella produzione di energia

Paola Nugnes di LeU ha presentato un’interrogazione a risposta scritta al ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli per chiedergli se ha intenzione di “adeguare in tempi brevi il PNIEC alle nuove necessità richieste dai rinnovati obiettivi europei in tema di emissioni climalteranti, alzando in maniera coerente con la Ue gli obiettivi di abbattimento previsti per l’Italia, portandoli dall’attuale 38 per cento ad almeno il 55 per cento deliberato dalla Commissione”.

IL CAMBIO DI PASSO UE

La Commissione europea ha proposto, infatti, ricorda la Nugnes, “un radicale cambio di passo verso la neutralità climatica al 2050, incrementando la riduzione delle emissioni climalteranti (rispetto al 1990) al 2030 dal 40 per cento all’attuale 55 per cento e, a partire da ciò, il Parlamento europeo ha approvato di incrementare tale riduzione al 60 per cento”. In particolare, il piano europeo “Next generation EU” prevede 750 miliardi di euro per investimenti, “dei quali almeno il 37 per cento in piani di sostenibilità ambientale e tra questi infrastrutture che favoriscano la sostenibilità economica, ambientale ed energetica per l’Europa delle future generazioni”.

NUGNES CHIEDE QUALE SARÀ IL RUOLO DEL GAS

L’esponente di LeU ha poi chiesto al ministro se intende “diminuire il ruolo del gas nella produzione di energia, aumentando al contempo la capacità degli accumuli e favorendo la penetrazione massiccia delle fonti rinnovabili, anche attraverso l’autoproduzione e le comunità energetiche”. E se sia possibile, conseguentemente, “effettuare una moratoria sulle aste dell’attuale capacity market in attesa della necessaria revisione del PNIEC da allineare ai nuovi obiettivi”.

Questo perché, ha evidenziato ancora la Nugnes, “il meccanismo economico con cui si garantisce il servizio di copertura elettrica del Paese è il ‘capacity market’. Quello scelto dal Governo – ha chiarito – dispone il pagamento della capacità produttiva messa a disposizione per il sistema, in alternativa al pagamento della corrente elettrica realmente erogata. L’offerta di capacità è messa all’asta sulla base di prezzi base. Questo nei fatti garantisce un guadagno all’azienda fornitrice indipendentemente dalla corrente realmente venduta. Terna SpA mette all’asta la disponibilità di potenza elettrica da parte degli operatori, con una base d’asta pari a 75.000 euro a megawatt in caso di nuova potenza e meno della metà nel caso di impianti di generazione preesistente. I contratti sono di 3 anni per risorse esistenti e di 15 per risorse nuove. Questo meccanismo appare appositamente concepito per incentivare la costruzione di nuove centrali a turbogas – ha segnalato l’esponente di Liberi e Uguali -. Il quadro derivante dal PNIEC 2019 e dal conseguente capacity market, fortemente sbilanciato sul gas naturale, appare superato dalle decisioni comunitarie del 2020, in relazione sia al percorso di avvicinamento alla neutralità climatica al 2050, che ai piani di ripresa economica contemplati nel Next generation EU”.

IL GOVERNO STA EFFETTUANDO UNA VALUTAZIONE PROSPETTICA

Per questo la Nugnes ha anche chiesto “se il Governo stia effettuando una valutazione prospettica, non limitata alla mera fase contingente, della quantità e della qualità del lavoro connesso alla transizione energetica, in raffronto con il permanere delle fonti fossili previsto dal PNIEC 2019”.

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