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Clima: target Ue rinnovabili ed efficienza energetica salgono al 35%

Gli eurodeputati hanno votato anche per vietare l’olio di palma nei biocarburanti a partire dal 2021, per incrementare le stazioni di ricarica elettrica e per l’autoconsumo e le comunità energetiche. Ok anche alle nuove regole sulla governance dell’Unione dell’energia

Via libera del Parlamento europeo a nuovi e più ambiziosi obiettivi per l’efficienza energetica e per lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Gli eurodeputati hanno chiesto di arrivare al 35% di risparmio energetico da qui al 2030, mentre nel settore delle energie pulite si passa dal 27% al 35% di produzione da rinnovabili. Per raggiungere questi obiettivi gli Stati membri saranno invitati dalle stesse autorità europee a fissare le necessarie misure a livello nazionale che saranno poi monitorate secondo le nuove regole di governance dell’Unione dell’energia. Le novità dovrebbero essere approvate definitivamente a stretto giro: i negoziati con la Commissione Ue, infatti, partiranno subito visto che il Consiglio europeo ha già approvato gli orientamenti generali sull’efficienza energetica il 26 giugno e sulle energie rinnovabili e la governance dell’Unione dell’energia lo scorso 18 dicembre.

Efficienza energetica dell’Ue: arriva l’obiettivo vincolante del 35%

Per quanto riguarda l’efficienza energetica, il Parlamento Ue ha votato in favore di un obiettivo minimo vincolante del 35% e di obiettivi nazionali indicativi. Questo obiettivo sarà definito sulla base del consumo energetico previsto per il 2030 seguendo il modello Primes (simulando cioè il consumo energetico e il sistema di approvvigionamento energetico nell’Ue). La risoluzione sull’efficienza energetica è stata approvata con 485 voti favorevoli, 132 contrari e 58 astensioni. “L’efficienza energetica è una delle dimensioni chiave della strategia dell’Unione dell’energia – ha ammesso Miroslav Poche (S&D, CZ), relatore per il provvedimento sull’efficienza energetica –. Una politica ambiziosa in questo settore contribuirà a raggiungere i nostri obiettivi climatici ed energetici e ad aumentare la nostra competitività. È anche uno dei modi migliori per combattere la povertà energetica in Europa”.

Energia rinnovabile: arriva l’obiettivo vincolante del 35%

In una risoluzione separata, approvata con 492 voti favorevoli, 88 contrari e 107 astensioni, gli eurodeputati hanno stabilito che nel 2030 la quota di energie rinnovabili dovrà essere pari al 35% del consumo energetico dell’intera Unione europea. In tale contesto dovrebbero essere, inoltre, fissati obiettivi nazionali, dai quali gli Stati membri sarebbero autorizzati a discostarsi, a determinate condizioni, fino a un massimo del 10%. “La Commissione europea era troppo timida nella sua proposta. Se l’Europa vuole rispettare gli impegni di Parigi, lottare contro il cambiamento climatico e guidare la transizione energetica, dobbiamo fare di più. Il Parlamento Ue è stato in grado di raggiungere un ampio consenso a favore di obiettivi significativamente più elevati per il 2030 – ha sottolineato Jose Blanco Lopez (S&D, ES), relatore del provvedimento sulle rinnovabili –. Siamo inoltre riusciti a rafforzare il diritto all’autoconsumo, a portare sicurezza e certezza agli investitori, ad aumentare l’ambizione di de-carbonizzare il settore dei trasporti, nonché i settori del riscaldamento e del raffreddamento. La de-carbonizzazione non è un freno alla crescita economica. Al contrario, è il motore della competitività, dell’attività economica e dell’occupazione”.

Trasporti: biocarburanti più avanzati, olio di palma vietato entro il 2021irba

Nel 2030, ogni Stato membro dovrà garantire che il 12% dell’energia consumata nei trasporti provenga da fonti rinnovabili. Il contributo dei biocarburanti cosiddetti di “prima generazione” (quelli composti cioè da colture alimentari e da mangimi) dovrà essere limitato ai livelli del 2017 con al massimo il 7% del trasporto stradale e ferroviario. Gli eurodeputati hanno deciso anche di vietare l’uso dell’olio di palma a partire dal 2021. La quota dei biocarburanti avanzati, invece, (che hanno un impatto minore sull’uso del suolo rispetto a quelli basati sulle colture alimentari) dei carburanti rinnovabili per i trasporti di origine non biologica, dei combustibili fossili a base di rifiuti e dell’elettricità rinnovabile dovrà essere pari almeno all’1,5% nel 2021, con un aumento fino al 10% nel 2030.

Stazioni di ricarica: entro il 2022 il 90% dovrà avere plug in per le auto elettriche

Entro il 2022, il 90% delle stazioni di rifornimento lungo le strade delle reti transeuropee dovrà essere dotato di punti di ricarica ad alta potenza per i veicoli elettrici.

Biomassa: obiettivo non incoraggiare un uso inappropriato della biomassa

I regimi di sostegno alle rinnovabili derivanti dalla biomassa devono essere concepiti in modo tale da “non incoraggiare un uso inappropriato della biomassa ove esistano impieghi industriali o materiali che offrono un valore aggiunto più elevato”, in quanto il carbonio catturato nel legno verrebbe liberato se fosse bruciato per riscaldamento. Per quanto riguarda la produzione di energia, occorre pertanto dare priorità alla combustione dei rifiuti di legno e residui.

fotovolAutoconsumo e comunità energetiche: stop a oneri, canoni o imposte. Ma anche a procedure ingiustificate

Il Parlamento europeo vuole garantire che i consumatori che producono energia elettrica nei loro edifici (autoconsumo), abbiano il diritto di consumarla e di installare sistemi di stoccaggio senza dover pagare oneri, canoni o imposte. Il mandato negoziale affidato dal Parlamento europeo chiede inoltre agli Stati membri di valutare gli ostacoli esistenti all’autoconsumo di energia prodotta nei territori dei consumatori, di promuovere tale consumo e di garantire che i consumatori, in particolare le famiglie, possano aderire alle comunità delle energie rinnovabili senza essere soggetti a condizioni o procedure ingiustificate.

Piani nazionali e ruolo della Commissione europea

Per raggiungere gli obiettivi dell’Unione dell’energia, ogni Stato membro deve notificare alla Commissione un piano nazionale integrato per l’energia e il clima alla Commissione dell’Ue entro il 1 gennaio 2019 e, successivamente, ogni dieci anni. Secondo l’Europarlamento, il primo piano deve coprire il periodo dal 2021 al 2030. I seguenti piani dovranno coprire il periodo di dieci anni immediatamente successivo alla fine del periodo coperto dal piano precedente. La Commissione dovrebbe valutare i piani nazionali integrati per l’energia e il clima e formulare raccomandazioni o adottare misure correttive qualora ritenesse che i progressi compiuti siano insufficienti o che siano state adottate azioni insufficienti. La risoluzione sulla governance dell’Unione dell’energia è stata approvata con 466 voti favorevoli, 139 contrari e 38 astensioni. “Il Parlamento europeo ha assunto una posizione storica, conforme e coerente con gli impegni dell’Ue sul clima – ha ricordato Michele Rivasi (Verdi/ALE, FR), correlatrice del provvedimento sulla governance –. È la prima volta che la legislazione europea ha elaborato, in particolare, un obiettivo Ue per le energie rinnovabili del 35 per cento e un obiettivo per l’efficienza energetica del 35 per cento entro il 2030, una strategia per il metano e obblighi di lotta contro la povertà energetica. Questa politica contribuirà a sviluppare un’autentica indipendenza energetica, a creare posti di lavoro e a garantire investimenti sicuri. Oltre ad essere coerente, la proposta sulla governance fornisce una piattaforma per il dialogo tra la società civile, le autorità locali e i governi. Questa trasparenza sarà necessaria per affrontare la lobby degli oligopoli dell’energia. Un interesse deve prevalere su tutti gli altri: il futuro del pianeta e dei suoi abitanti”. Per Claude Turmes (Verdi/ALE, LU), l’altro correlatore al provvedimento “dopo l’accordo molto debole raggiunto dal Consiglio in dicembre sul pacchetto Energia pulita sono orgoglioso che il Parlamento oggi abbia contribuito a ripristinare la credibilità dell’Unione europea sul clima. Una maggiore ambizione sulle energie rinnovabili, sull’efficienza energetica e un solido sistema di governance basato su un approccio sul bilancio del carbonio contribuiranno alla realizzazione di un’economia a zero emissioni di carbonio entro il 2050 e al rispetto dell’accordo di Parigi. Il Parlamento dimostrerà un fronte unito quando avvierà i negoziati con il Consiglio”.

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