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Climate change, Visco (Bankitalia): è fondamentale avere dati affidabili per misurare i rischi

Il governatore della Banca d’Italia è intervenuto all’assemblea annuale dell’Abi (Associazione bancaria italiana) e ha parlato della Carta degli investimenti sostenibili pubblicata ieri. Inoltre ha sottolineato l’importanza dei dati per una corretta misurazione dei rischi connessi con i cambiamenti climatici

Carta degli investimenti sostenibili e importanza dei dati. Sono il cuore dell’intervento di Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, all’assemblea annuale dell’Abi.  “La valutazione e la gestione dei rischi finanziari derivanti dal cambiamento climatico – ha dichiarato Visco – sono una delle principali sfide che le autorità di regolamentazione, quelle di supervisione e gli intermediari devono affrontare. Tutti gli attori coinvolti sono chiamati a uno sforzo notevole per far sì che il settore finanziario valuti accuratamente l’entità dell’esposizione attuale e prospettica a tali rischi, così da cogliere le opportunità connesse con il processo di decarbonizzazione del sistema economico”.

LA CARTA DEGLI INVESTIMENTI SOSTENIBILI

“La Banca d’Italia – ha evidenziato Visco – ha pubblicato ieri la Carta degli investimenti sostenibili, che prevede di assumere tre impegni: promozione della sostenibilità ambientale, sociale e di governo societario con iniziative volte a incoraggiare la diffusione di adeguate informazioni da parte degli emittenti, degli intermediari e degli altri operatori del sistema finanziario; proseguimento dell’integrazione dei principi Eeg nella gestione dei portafogli finanziari, privilegiando gli investimenti che presentano i profili migliori; pubblicazione di informazioni e analisi sulla finanza sostenibile, con periodiche comunicazioni dei risultati raggiunti per i propri investimenti”.

L’IMPORTANZA DI AVERE DATI AFFIDABILI

“Una corretta misurazione dei rischi connessi con i cambiamenti climatici – ha sottolineato Visco – richiede in primo luogo di disporre di dati affidabili e confrontabili per valutare l’impatto che i rischi di transizione e quelli fisici possono determinare sui settori e sulle attività finanziate. È in particolare su questo aspetto che si stanno concentrando gli sforzi delle autorità di regolamentazione a livello europeo e internazionale. Il tema della disponibilità di dati è prioritario per la presidenza italiana del Gruppo dei Venti (G20), che ha richiesto al Fondo monetario internazionale di includere i cambiamenti climatici nella preparazione di una nuova Data Gaps Initiative e al Financial Stability Board di predisporre un rapporto sulla disponibilità di dati per monitorare i rischi per la stabilità finanziaria legati al clima; una prima versione sarà presentata questa settimana alla riunione di Venezia dei Ministri delle Finanze e dei Governatori delle banche centrali dei paesi del G20“.

“Anche dai risultati del progetto pilota recentemente condotto dall’Eba – ha aggiunto Visco – emerge l’importanza di colmare al più presto la carenza di dati. Passi in avanti in questa direzione verranno compiuti una volta definiti gli standard tecnici sugli obblighi di “terzo pilastro” riguardanti l’esposizione delle banche ai rischi fisici e a quelli di transizione, attualmente in fase di consultazione. L’inclusione di queste informazioni nei bilanci è fondamentale per permettere a tutti i portatori di interessi (azionisti, creditori, consumatori) di esercitare le loro funzioni di controllo e di stimolo a una corretta gestione dei rischi da parte degli intermediari. Contestualmente le autorità di supervisione stanno svolgendo una intensa attività per incoraggiare le banche a dotarsi di opportuni presidi organizzativi che consentano loro di misurare, monitorare e gestire i rischi finanziari derivanti dal cambiamento climatico. Lo scorso anno nell’ambito del Meccanismo di vigilanza unico sono state predisposte specifiche linee guida che definiscono le aspettative del supervisore in questa materia”.

GLI STRESS TEST

“È stato poi chiesto alle banche di svolgere un esercizio di autovalutazione sul livello di conformità rispetto alle aspettative formulate nelle linee guida, con l’indicazione di dettagliati piani di adeguamento qualora si riscontrassero ritardi. L’esame approfondito di questi piani costituirà uno degli elementi da considerare nel processo di revisione e valutazione prudenziale del prossimo anno. Nel 2022 verranno inoltre condotte, per le banche significative, prove di stress specificamente pensate per valutare l’intensità dei rischi finanziari derivanti dal cambiamento climatico, facendo seguito alle analisi che la Banca centrale europea e le autorità nazionali stanno già conducendo sull’impatto di tali rischi per la stabilità complessiva del sistema finanziario. Ci si aspetta quindi un impegno deciso da parte degli intermediari nella misurazione e nella gestione dei rischi connessi con il cambiamento climatico”, ha concluso Visco.

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