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Petrolio

Quanto spendono le economie del G20 per petrolio e gas

In Europa, nientemeno che il Vaticano si è unito alla battaglia ambientale, con il Papa che ha personalmente consigliato ai cattolici di smettere di investire nel petrolio e nel gas

Malgrado una maggiore attenzione al clima e all’ambiente, la spesa per il petrolio, il gas, e il carbone è ancora più alta tra i membri del G20 rispetto alla spesa per le energie rinnovabili. Lo ha rivelato un aggiornamento dei dati del Energy Policy Tracker

QUANTO SI INVESTE

In tutto il gruppo del G2, dall’inizio della pandemia, i governi hanno promesso almeno 160,95 miliardi di dollari in investimenti in combustibili fossili, contro i 123,75 miliardi di dollari in investimenti in energie rinnovabili, si legge su Energy Policy Tracker che aggiorna i dati di spesa dei governi sull’energia ogni settimana. Questo si traduce in 35,10 dollari pro capite in spese per petrolio e gas, e 26,99 dollari pro capite per spese energetiche più pulite.

La maggior parte dei cosiddetti ‘investimenti incondizionati’ – cioè senza alcun risvolto ambientale – per i combustibili fossili è stata destinata al petrolio e al gas, con appena 10,20 miliardi di dollari del totale stanziato per il carbone. I governi del G20 hanno stanziato, tuttavia, anche 38,44 miliardi di dollari per l’energia rinnovabile ‘incondizionata’. Si tratta però, della parte più piccola della spesa totale per le energie rinnovabili; la maggior parte è stata promessa per la cosiddetta ‘energia pulita condizionata’, ha sottolineato Energy Policy Tracker.

Il tracker definisce le politiche pulite ‘condizionate’ quelle che “sono state dichiarate per sostenere la transizione dai combustibili fossili, ma non sono specifiche sull’implementazione di adeguate salvaguardie ambientali”. Gli esempi includono: grande energia idroelettrica; trasporto pubblico ferroviario e veicoli elettrici (auto elettriche, biciclette, scooter, barche, ecc.) che utilizzano diversi tipi di energia”.

Questo significa che i membri del G20 stanno spendendo – e stanno pianificando di spendere di più – per l’elettrificazione dei trasporti invece che per aumentare la capacità di energia rinnovabile per produrre l’energia necessaria per questa elettrificazione.

DALL’UE UN FORTE IMPEGNO GREEN

D’altra parte, i 19 paesi e l’Unione Europea che compongono il G20 pianificano di spendere la maggior parte dei loro soldi in combustibili fossili per il petrolio e il gas incondizionati cioè di investire nella produzione e nel consumo di petrolio e gas “senza alcun obiettivo climatico o ulteriori requisiti di riduzione dell’inquinamento”, come dice Energy Policy Tracker.

Malgrado ciò, naturalmente, ci sono marcate differenze nelle priorità di spesa tra i governi del G20. L’Unione Europea è quella che registra i migliori risultati in questo ambito: l’Ue all’inizio di questa settimana ha concordato un programma storico di ripresa economica post-crisi che prevede una forte componente di energia verde. Dei 2,1 miliardi di dollari totali che l’Ue ha approvato per il suo bilancio 2021-2027 – compreso il fondo di recupero Covid-19 – quasi un terzo sarà speso per progetti legati al cambiamento climatico, in linea con i piani ‘net zero’ dell’Ue per il periodo fino al 2050. In termini assoluti, ciò si traduce in 572 miliardi di dollari in politiche e iniziative verdi.

GLI IMPEGNI CINESI

Al di fuori dell’Unione Europea, la Cina ha assunto forti impegni politici per l’energia green condizionata e impegni molto più bassi per i combustibili fossili incondizionati. Il Paese si è impegnato per circa 27,23 miliardi di dollari per l’energia pulita condizionata e solo 3,99 miliardi di dollari per i combustibili fossili incondizionati. Questo non sorprende, visto che la Cina è al primo posto tra i paesi che spendono di più in energie rinnovabili, anche se questo approccio è tornato a tormentare Pechino con un ‘conto’ di 42 miliardi di dollariper le sovvenzioni alle energie pulite.

NEGLI STATI UNITI LE MAGGIORI SPESE IN PETROLIO E GAS INCONDIZIONATI

Gli Stati Uniti sembrano essere i maggiori spenditori di petrolio e gas incondizionati: la maggior parte dei suoi impegni politici dall’inizio della crisi sono in questo settore, per un totale di 68,12 miliardi di dollari, contro i 26,91 miliardi di dollari per le politiche pulite condizionate. Anche in questo caso, non è una sorpresa con un governo federale che ha dato priorità alla sicurezza energetica del Paese e persino al suo predominio.

FUORI DA UE E NORD AMERICA

Al di fuori dell’Europa e del Nord America, i membri del G20 stanno spendendo per i combustibili fossili più di qualsiasi altra cosa, con la marcata eccezione del Brasile, che ha preso impegni per l’energia pulita e di quella che l’Energy Policy Tracker chiama “altra energia”, che include cose come il nucleare e le biomasse inquinanti e i biocarburanti.

UNIVERSITÀ E VATICANO CONTRO GLI INVESTIMENTI IN PETROLIO E GAS

Nel frattempo, la pressione contro l’industria del petrolio e del gas continua sotto forma di ritiro dei finanziamenti da parte degli investitori. Negli Stati Uniti, niente di meno, diverse università hanno assicurato che non investiranno più in petrolio e gas, secondo un recente rapporto del Wall Street Journal. In Europa, nientemeno che il Vaticano si è unito alla battaglia ambientale, con il Papa che ha personalmente consigliato ai cattolici di smettere di investire nel petrolio e nel gas.

SICUREZZA ENERGETICA ANCORA IN PRIMO PIANO

La discrepanza tra questa pressione e i piani di politica energetica dei governi del G20 suggerisce che la sicurezza energetica è ancora una priorità rispetto alla fonte di energia che fornisce questa sicurezza. Con il petrolio e il gas preferiti rispetto ad altre fonti.

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