Il colosso russo Gazprom taglia il gas a Olanda, Danimarca e Germania
Mentre l’Europa discute, ancora, di un embargo possibile del petrolio russo, da Mosca arrivano nuovi tagli alle forniture di gas per il Vecchio Continente. A farne le spese, questa volta, sono Olanda, Danimarca e, a sorpresa, Germania.
Andiamo per gradi.
LA MOSSA DI GAZPROM
In risposta alle sanzioni europee alla Russia, Gazprom ha annunciato di aver interrotto, dal 31 maggio, le forniture di gas al commerciante di gas olandese GasTerra. Dal 1° giugno, Gazprom interrompe i flussi anche verso la danese Orsted e verso la filiale tedesca Shell Energy: entrambe le aziende si sono rifiutate di effettuare pagamenti in rubli.
GASTERRA: AL MOMENTO NESSUNA CONSEGUENZA
Lo stop alle forniture “non è ancora visto come una minaccia”, ha detto il portavoce del ministero degli Affari economici olandese, Pieter ten Bruggencate. GasTerra,infatti, aveva già sondato nuovi e possibili fornitori per i 2 miliardi di metri cubi (bcm) di gas che si aspettava di ricevere da Gazprom fino a ottobre.
ORSTED SPERA NEL SUPPORTO DELL’EUROPA
Anche Orsted non ravvisa rischi immediati per le forniture di gas della Danimarca: la società si rivolgerà al mercato europeo del gas per colmare il divario.
“Il gas per la Danimarca deve, in misura maggiore, essere acquistato sul mercato europeo del gas. Ci aspettiamo che ciò sia possibile”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Orsted Mads Nipper in una dichiarazione poco dopo l’annuncio di Gazprom.
ANCHE SHELL NON PREVEDE PROBLEMI DI FORNITURE
Al momento sembra apparire tranquilla anche Shell. “Stiamo lavorando per continuare a fornire gas ai nostri clienti in Europa attraverso le nostre varie opzioni”, si legge in una nota. La società è a lavoro per l’indipendenza, graduale, dagli idrocarburi russi e si è rifiutata di effettuare pagamenti in rubli.
TAGLI ATTESI?
I tagli non stupiscono. Gazprom aveva già tagliato le forniture a Polonia e Bulgaria per i mancati pagamenti in rubli.