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energia pulita

Come e perché la burocrazia complica i progetti europei di energia pulita

Per cercare di snellire e velocizzare gli iter normativi, nel 2022 è stato emanato il primo regolamento sul permitting per gli impianti FER, che ha istituito un quadro temporaneo per accelerare le procedure autorizzative e facilitare la diffusione di progetti di energia pulita

I progetti di energia pulita in tutta l’Unione europea non riescono ad essere completati a causa della burocrazia. È quanto ha affermato al World Economic Forum di Davos Miguel Stilwell D’Andrade, amministratore delegato di Energias de Portugal (EDP), la più grande utility portoghese. Mentre la Commissione europea ha stabilito i criteri per l’esecuzione del progetto e per i sussidi a livello comunitario “con grande visione, il punto cruciale è che i governi nazionali li recepiscono”, ha affermato D’Andrade a margine del World Economic Forum di Davos.

LA BUROCRAZIA, UN OSTACOLO AI PROGETTI EUROPEI DI ENERGIA PULITA

Secondo il dirigente, la burocrazia relativa ai progetti di energia pulita, in particolare nel settore dell’idrogeno verde, sta frenando l’industria e gli obiettivi dell’Ue: “negli Stati Uniti, se produci 1 kilo di idrogeno verde, ottieni 3 dollari, mentre in Europa bisogna presentare un sacco di documenti. Per quando saranno state sbrigate le pratiche burocratiche all’interno dell’Unione europea, il mondo sarà già cambiato”, ha aggiunto.

Come ricorda Tsvetana Paraskova su Oilprice, l’unità brasiliana di EDP ha iniziato a produrre idrogeno verde, in un progetto pilota, nel dicembre 2022. A metà del 2023, EDP ha affermato che la Commissione europea aveva selezionato dei progetti EDP per ricevere i fondi Ue per l’innovazione. Su 13 progetti selezionati nella categoria “Elettrificazione industriale e idrogeno”, EDP ha vinto con il progetto GreenH2Atlantic, che installerà circa 100 MW di elettrolizzatori a Sines, e con il progetto Asturias H2 Valley, che trasformerà l’impianto spagnolo di Aboño e comprenderà 150 MW di elettrolizzatori.

I TEMPI AUTORIZZATIVI PER I PROGETTI DI ENERGIA PULITA IN ITALIA

Per quanto riguarda l’Italia, nell’eolico il processo di autorizzazione di progetti dura oltre 3 anni e mezzo. Il paradosso è che, nonostante queste lungaggini burocratiche, solo l’8% dei progetti del periodo 2019-2022 ha ricevuto l’autorizzazione, mentre oltre il 90% attende ancora una risposta definitiva. Nel fotovoltaico, i tempi del permitting sono più rapidi rispetto all’eolico; negli ultimi tempi, però, si sono allungati, passando da una media di 17 mesi nel periodo 2019-2022 a 22 mesi nel 2023, con un tasso di autorizzazione del 16%.

Secondo i dati elaborati dall’Osservatorio REgions2030 (progetto di Elemens e Public Affairs Advisors) per il Corriere della Sera, questo allungamento dei tempi è attribuibile soprattutto all’aumento dei progetti da valutare, che sono 65 GW per il solare e 36 GW per l’eolico.

ENERGIA PULITA: LA STRATEGIA UE SULL’IDROGENO

La strategia dell’Unione europea sull’idrogeno (COM/2020/301) è stata adottata nel 2020 e suggerisce azioni politiche in 5 aree: sostegno agli investimenti, sostenere la produzione e la domanda, creare un mercato e un’infrastruttura per l’idrogeno, ricerca e cooperazione e cooperazione internazionale.

Con la pubblicazione del piano REPowerEU nel maggio 2022, la Commissione ha integrato l’attuazione della strategia Ue sull’idrogeno per aumentare ulteriormente le ambizioni europee per l’idrogeno rinnovabile come importante vettore energetico per allontanarsi dalle importazioni di combustibili fossili della Russia.

L’ACCELERATORE DI IDROGENO DELL’UNIONE EUROPEA

Nel documento di lavoro dei servizi della Commissione (SWD/2022/230) che accompagna il piano, la Commissione delinea un concetto di “acceleratore di idrogeno” per aumentare la diffusione dell’idrogeno rinnovabile, che contribuirà ad accelerare la transizione energetica e a decarbonizzare il sistema energetico Ue. L’ambizione è di produrre 10 milioni di tonnellate e di importare 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile nell’Unione europea entro il 2030.

L’obiettivo di queste azioni è accelerare l’adozione di idrogeno rinnovabile, ammoniaca e altri derivati in settori difficili da decarbonizzare – come i trasporti – e nei processi industriali ad alta intensità energetica. Anche l’incremento dello sviluppo delle infrastrutture per l’idrogeno e il sostegno agli investimenti nel settore sono identificati come aree chiave per sostenere l’assorbimento dell’idrogeno nell’Ue.

I funzionari del settore ritengono però che, nei prossimi anni, l’Unione europea dovrà rivedere alcune disposizioni del regolamento sull’idrogeno, per rendere l’industria europea competitiva a livello globale.

IL REGOLAMENTO D’EMERGENZA SUL PERMITTING DELLE RINNOVABILI

Per cercare di snellire e velocizzare gli iter normativi, nel 2022 è stato emanato il primo regolamento sul permitting per gli impianti FER (il regolamento UE 2022/2577), che ha istituito un quadro temporaneo per accelerare le procedure autorizzative e facilitare la diffusione di progetti di energia rinnovabile. Questo è un “regolamento d’emergenza”, cioè un regolamento del Consiglio basato sull’articolo 122 del trattato TFUE (il testo giuridico che abilita un intervento dell’Ue in situazioni di emergenza), che è entrato in vigore il 30 dicembre 2022.

LA PROROGA DEL REGOLAMENTO A FINE 2023

Il 28 novembre 2023 la Commissione europea ha proposto di prorogare il regolamento d’emergenza di 12 mesi poiché, nonostante oggi l’Europa sia dotata di strumenti che le consentono di gestire anche le crisi più forti rispetto al passato, è ancora esposta agli shock energetici. Lo scorso 19 dicembre la proposta Ue di prorogare il regolamento d’emergenza ha ottenuto il via libera del Consiglio Energia e, essendo un regolamento d’emergenza, la proposta non necessita dell’approvazione del Parlamento europeo.

I ministri dell’Energia hanno concordato di estendere il periodo di applicazione del regolamento fino al 30 giugno 2025, e il Consiglio Ue ora cercherà di adottare formalmente i regolamenti mediante procedura scritta. Il nuovo regolamento 2024/223 – che modifica il regolamento 2022/2577 – è entrato in vigore il 10 gennaio 2024, il giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale europea.

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