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Carburanti

Come i biocarburanti incentivano riconversione raffinerie

Le politiche di decarbonizzazione della California incentivano le raffinerie americane a produrre biocarburanti. Anche l’Italia intende favorire le riconversioni e la produzione di carburanti a partire dall’olio di oliva

Negli Stati Uniti diverse raffinerie di petrolio stanno valutando progetti di riconversione in bioraffinerie. Al posto del gasolio, ottenuto dal greggio, produrranno “diesel rinnovabile” a partire dagli oli alimentari e dai grassi animali.

Il Financial Times scrive che la riconversione delle raffinerie tradizionali è incentivata anche dai cambiamenti del mercato indotti dalla pandemia di COVID-19: la domanda di petrolio negli Stati Uniti è in calo e le raffinerie, di conseguenza, hanno dovuto ridurre i volumi produttivi. Il diesel rinnovabile, al contrario, garantirebbe loro la possibilità di espanderli.

COSA FA LA CALIFORNIA SUI BIOCARBURANTI

Gli incentivi alla riconversione delle raffinerie sono forti soprattutto in California, lo stato americano che ha fissato gli obiettivi più ambiziosi in materia di decarbonizzazione.

Per il settore dei trasporti la California ha messo a punto un programma apposito che si prefigge di accelerare il passaggio a carburanti meno inquinanti. Lo stato stabilisce un livello massimo alle emissioni di carbonio ed emette dei “crediti”: i produttori di carburanti dalle emissioni inferiori ai livelli fissati dalle autorità, otterranno crediti; al contrario, i fornitori di carburanti ad emissioni maggiori – il gasolio, per esempio – saranno obbligati ad acquistarli.

Il benchmark californiano sulle emissioni si sta facendo sempre più basso e il prezzo dei crediti ha quasi raggiunto i 200 dollari per tonnellata di anidride carbonica. Molte raffinerie di petrolio stanno perciò puntando sulla produzione di carburanti – in particolare il biodiesel – che permettano loro di ricevere i crediti, piuttosto che doverli comprare.

L’anno scorso il biodiesel e il diesel rinnovabile hanno rappresentato il 22 per cento del mercato del gasolio californiano. L’espansione di questi carburanti è ulteriormente favorita da un ulteriore programma di crediti che lo stato garantisce ai produttori di diesel rinnovabile, come forma di compensazione per gli alti costi di produzione.

Le politiche della California – lo stato americano più popoloso e dal PIL più alto – stanno influenzando anche i produttori che operano al di fuori dei suoi confini. Marathon, la compagnia di raffinazione più grande degli Stati Uniti, sta riconvertendo una raffineria di petrolio in North Dakota per produrre diesel rinnovabile destinato alla vendita in California.

LA SITUAZIONE IN ITALIA

Nel Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (PNIEC) messo a punto dal governo italiano si legge che Roma intende favorire, entro i prossimi anni, sia gli interventi di riconversione delle raffinerie in bioraffinerie, sia il ricorso ai biocarburanti.

I dati relativi al 2017 dicono che in Italia sono stati immessi in consumo circa 1,2 milioni di tonnellate di biocarburanti, principalmente biodiesel: di questi, il 27,5 per cento è di produzione domestica.

Nel PNIEC si afferma che la grande produzione e uso di olio vegetale (soprattutto di oliva) in Italia “ne giustifica un’ampia disponibilità e potenzialità di raccolta e di uso ai fini della produzione di biocarburanti”. Una buona quota di biocarburanti sarà dunque prodotta a partire dall’olio da cucina esausto: se non adeguatamente raccolti e riutilizzati, questi oli costituiscono un danno per l’ambiente. L’Italia ha necessità di gestire l’olio alimentare usato in maniera “intelligente”, sia per proteggere l’ambiente che per valorizzarne il potenziale economico.

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