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Consiglio Europeo

I leader Ue sbloccano la partita del tetto al gas: via libera al corridoio dinamico

Al Consiglio europeo arriva una prima intesa tra i capi di governo. Soddisfazione di Draghi e von der Leyen, adesso le prossime tappe

Nove punti per un invito urgente. Nella tarda serata del primo della due giorni del Consiglio europeo tra i capi di governo dell’Unione è stato raggiunto l’accordo sulla questione energetica dei prezzi e del mercato del gas.

LE CONCLUSIONI DEL CONSIGLIO EUROPEO

“Il Consiglio europeo ha convenuto che, alla luce della crisi in corso, occorre accelerare e intensificare gli sforzi per ridurre la domanda, garantire la sicurezza dell’approvvigionamento, evitare il razionamento e abbassare i prezzi dell’energia per le famiglie e le imprese in tutta l’Unione e preservare l’integrità del mercato unico”, recita in apertura la parte conclusiva del documento diffuso dal Consiglio Ue.

Nei nove punti si citano esplicitamente “l’acquisto congiunto volontario di gas, ad eccezione dell’aggregazione vincolante della domanda per un volume equivalente al 15 per cento del fabbisogno di stoccaggio”; la riforma del mercato del gas entro i primissimi mesi del nuovo anno; il corridoio dinamico sul meccanismo di fissazione dei prezzi (temporaneo); indicazioni su un ulteriore processo di semplificazione per il mercato del gas, ai fini di trasparenza, facilitazione e soprattutto solidarietà e capacità di risparmio.

Misure, quindi, confermate rispetto alle ipotesi di vigilia. Superate le reticenze tedesche, esultano Francia e Italia nei confronti di Berlino e Amsterdam.

LE REAZIONI DEI PROTAGONISTI

E a confermarlo sono alcuni virgolettati del post accordo. “Ora abbiamo una buona road map”, ha esclamato Ursula von der Leyen. “E’ andata bene”, ha esultato il premier uscente italiano Mario Draghi. E secondo Macron, presidente francese, “il lavoro della Commissione” adesso “ha ricevuto un sostegno su tutte le proposte che ha fatto”.

“L’Ungheria non accetterà un limite di prezzo dell’UE sul gas importato perché porrebbe fine alle consegne russe”, ha detto un assistente senior del primo ministro Viktor Orban. Budapest, quindi, rifiuta ancora di accodarsi alle scelte europee. “Semplicemente non funzionerà. Il risultato sarà che avremo meno gas in Europa, a un prezzo più alto, contraddicendo lo scopo originale”, ha detto Balazs Orban, direttore politico del primo ministro ungherese, a Reuters.

GLI SCENARI

Tutto risolto, quindi? No. Adesso la palla passa di nuovo nelle mani della Commissione. Che dovrà presentare proposte concrete legate alle chiare indicazioni uscite fuori dal meeting di ieri. “Abbiamo preso una decisione che dà il mandato di indagare su ciò che è possibile” ha detto il cancelliere Scholz. Ricordando, tanto per restare prudente, che i fondi Ue già ci sono e che “il dibattito continuerà”.

Secondo Macron, a inizio novembre ci saranno indicazioni chiare anche sul price cap: nuovo Sure o RePowerEU esistente? Si vedrà. Appuntamenti, ora, al 25 ottobre per un nuovo incontro tra i ministri dell’Energia. Il 18 novembre, invece, si terrà un nuovo Consiglio straordinario tra i leader di governo. “Abbiamo chiesto alla Commissione di agire in maniera molto urgente nelle prossime settimane”, ha detto in merito l’inquilino dell’Eliseo.

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