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PNIEC Convegno

Boschi (Mase): “Eredità per molti aspetti negativa, siamo in ritardo sull’aggiornamento del PNIEC. Attendiamo esito del monitoraggio Gse”

Il ruolo del Parlamento nella revisione del PNIEC. Sergio Costa: “Nei prossimi 25 anni ci giochiamo il futuro di 3 generazioni”

“Energia e clima devono dialogare alla luce della nuova norma sul clima che abbiamo in Italia e in Europa e di tutto ciò che sta accadendo a livello mondiale. Ieri l’IPCC ci ha ricordato che l’aumento della temperatura di 1,5 °C avverrà nel 2030 – che è domani – e che abbiamo l’obiettivo della decarbonizzazione al 2050. Bisogna lavorare insieme”. Così il vicepresidente della Camera, Sergio Costa, ha aperto i lavori del convegno “Un piano nazionale energia e clima a vantaggio di tutti – Trasparenza e partecipazione nella revisione del PNIEC – Il ruolo del Parlamento”, che si è svolto in mattinata nella Sala Regina della Camera dei Deputati.

Per Costa “siamo all’inizio di una nuova rivoluzione industriale che è collegata allo sviluppo sostenibile, e se non accettiamo questa sfida che abbiamo davanti rimarremo fuori dal sistema. Gli Stati Uniti hanno finanziato circa 400 miliardi di dollari, il Giappone e il Canada hanno preso delle iniziative simili e anche l’Europa. Per noi accettare questa sfida significa capacità di progettazione, di formazione e di realizzazione, ma soprattutto capacità di visione. Dobbiamo capire nei prossimi 25 anni cosa ci porterà questa rivoluzione copernicana.

Sergio Costa

COSTA: NEI PROSSIMI 25 ANNI CI GIOCHIAMO IL FUTURO DI 3 GENERAZIONI

Il nuovo PNIEC che dev’essere emanato entro il 30 giugno “dev’essere riproposto con questa nuova visione. Se non accettiamo questa sfida, noi decidiamo di non crescere dal punto di vista dello sviluppo economico, saremmo fuori dalle opportunità. Con questa nuova visione ci sarà un rapporto di 1:4, cioè un investimento renderà 4 volte tanto in termini di posti di lavoro e di sviluppo sostenibile rispetto a quello attuale. Nei prossimi 25 anni non ci giochiamo solo il futuro di questa generazione, ma delle 3 generazioni successive”.

GUSMEROLI: NUOVE LEGGI DEVONO AVERE COME FINE EFFICIENTAMENTO ENERGETICO

“Non possiamo più scrivere leggi che non abbiano come fine l’efficientamento energetico. Il tema della tutela ambientale si deve sposare anche con le risorse, ma le risorse non sono infinite. Se dobbiamo puntare all’efficientamento energetico, considerata la situazione del nostro Paese, dobbiamo pensare anche alla tutela antisismica. Dobbiamo capire che l’obiettivo è quello, non altri. L’estetica magari la lasciamo perdere”.

Lo ha dichiarato il presidente Commissione Attività produttive della Camera, Alberto Gusmeroli, al convegno “Un piano nazionale energia e clima a vantaggio di tutti – Trasparenza e partecipazione nella revisione del Pniec – Il ruolo del Parlamento”.

ENEA: PNIEC INCLUDA INTEGRAZIONE SISTEMI ENERGETICI E RUOLO FINANZA

Il presidente di Enea, Gilberto Dialuce, ha ricordato come “in pochi anni il cambiamento climatico e la mutazione del sistema energetico ci fanno capire che occorre ripensare non solo il PNIEC in funzione dei nuovi target stabiliti a livello europeo, ma anche ripensare l’intera struttura, allargandone la portata. Sembrava che il cammino verso la decarbonizzazione con le rinnovabili potesse andare avanti con i suoi tempi, ma i mutati scenari politici mostrano che occorre adottare soluzioni di breve termine per assicurare la sicurezza degli approvvigionamenti nel breve periodo, con un occhio al futuro per fare scelte consapevoli che non pregiudichino il percorso verso la fine. Il PNIEC – ha aggiunto Dialuce – dovrà includere nuovi capitoli, per includere anche l’integrazione dei sistemi energetici e il ruolo della finanza, perché l’impatto degli investimenti che dovranno essere attivati è enorme. Bisogna far sì che la transizione energetica ed ecologica sia sostenibile sia in termini di mantenimento della competitività dei sistemi industriali che in termini di equità sociale”.

ASVIS: PREVEDE UNA TRASFORMAZIONE DEL NOSTRO SISTEMA ECONOMICO

Un concetto ripreso anche dalla presidente di Asvis, Marcella Mallen: “il nuovo PNIEC – ha sottolineato – non è un piano di settore per le politiche di decarbonizzazione, perché il livello di ambizione condiviso con l’Europa prevede una trasformazione del nostro sistema economico, che dovrà correggere e prevenire l’allargarsi delle disuguaglianze sociali, risolvere le povertà energetiche e assicurare le transizioni lavorative, in modo da poter sfruttare tutte le opportunità di un aumento netto delle possibilità occupazionali”.

MASE: RIFORMARE INDUSTRIA EUROPEA E AMPLIARE STRUMENTI PER DECARBONIZZARE

Il capo dipartimento Energia del Mase, Federico Boschi, ha spiegato che “abbiamo un’eredità per molti aspetti negativa, perché siamo in ritardo sull’aggiornamento del PNIEC. Stiamo attendendo nei prossimi giorni l’esito del monitoraggio che svolgerà il GSE. Questo ritardo che abbiamo ereditato ha anche un risvolto positivo, perché se oggi non fossimo in ritardo forse questa richiesta di compartecipazione non avrebbe una grande possibilità di essere accolta, visto che il termine di presentazione del PNIEC è fine giugno”.

“Più che un aggiornamento – ha aggiunto Boschi – sarà una rivisitazione che tenga conto dio tutto quello che è successo e di tutte le determinazioni e le proposte di regolamento, in ultimo quello del Net Zero Industry Act, che ci invita ad attuare il percorso di decarbonizzazione su due direttrici: una è riformare l’industria europea affinché possa acquisire sempre più indipendenza, la seconda è ampliare il numero degli strumenti da mettere in campo per raggiungere la decarbonizzazione”.

ROTELLI: ITALIA DOVREBBE SVILUPPARE UNA DIPLOMAZIA CLIMATICA

Secondo il presidente della Commissione Ambiente della Camera, Mauro Rotelli, “dobbiamo domandarci non solo il ruolo del Parlamento, ma decidere che ruolo vuole avere l’Italia nel percorso energetico. Uno degli elementi importanti è sviluppare una vera e propria ‘diplomazia climatica’, per portare gli altri Paesi su posizioni e meccanismi che da noi sono scontati e che invece in altre parti del mondo non lo sono. Un altro fattore è avere un transizione giusta e inclusiva nei confronti di tutti. Il lavoro da fare è tanto ma è propedeutico affinché in Commissione Ambiente non ci arrivino più decreti come quello di Ischia o quello sulla ricostruzione. Se interpretato con un ruolo da protagonista da parte del nostro Paese, il PNIEC può essere una grande occasione di rilancio e di sviluppo dell’intero sistema Paese”.

BRAGA: NON INCENTRARLO SOLO SUGLI ASPETTI ENERGETICI

Per la deputata del Pd, Chiara Braga “il ritardo sull’adeguamento del PNIEC non è una notizia, ma una certa inerzia con cui il Mase di oggi e il ministero precedente hanno lavorato su questi temi è un dato strutturale. Gli ultimi anni, complice anche una rilevanza accresciuta del tema energetico, hanno oscurato l’attenzione dei governi sul tema degli strumenti necessari a fronteggiare la crisi climatica. L’auspicio è che questa fase di ripresa di un lavoro condiviso e trasparente sulla revisione del PNIEC possa avvenire. Il rischio è incentrare il PNIEC solo sugli aspetti energetici. Bisogna avere uno sguardo integrato che consideri anche gli aspetti che la versione precedente del piano non conteneva, come l’impatto sociale. Oggi il punto di svolta è riuscire a percepire questo passaggio non come una cosa formale, ma come un’occasione per ripensare le nostre politiche pubbliche e industriali”.

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