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Corte dei Conti a Csea: Implementare attività ispettiva, serve costante monitoraggio situazioni creditorie

“Pur tenendo conto delle particolari criticità dovute al diffondersi della pandemia da Covid-Sars-19, si raccomanda un’implementazione dell’attività ispettiva, atteso il regime in atto che vede le erogazioni fondate essenzialmente sulle autodichiarazioni dei beneficiari”, rileva la magistratura contabile sulla Csea.

La Sezione controllo enti della Corte dei conti ha approvato, con Delibera n. 47/2022, la relazione sulla gestione 2020 della Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali (CSEA), operante nella riscossione dei servizi di energia elettrica, gas e acqua. L’esercizio si è chiuso con un utile di 633.691 euro, in crescita del 56,3% sul 2019, per l’aumento del valore della produzione e, in particolare, per i contributi versati dalle imprese, passati dai 6.394 milioni del 2019 ai 6.553 del 2020. Il patrimonio netto è risultato di 100.795.747 euro, a fronte dei 100.547.339 dell’esercizio precedente.

IL CONTO EMERGENZA COVID E LA SITUAZIONE DEL PERSONALE CSEA

Per mitigare le conseguenze di disagio economico generalizzato determinate dalla pandemia, come l’innalzamento del tasso di morosità degli utenti, è stato istituito presso l’ente un conto emergenza Covid, con compensazione a carico del bilancio dello Stato delle riduzioni tariffarie apportate anche in favore delle imprese in difficoltà. “L’aumento 2020 del costo complessivo del personale proprio e la speculare diminuzione di quello in distacco e a tempo determinato sono legati al completamento, nel 2019, del piano delle assunzioni ed alla conseguente eliminazione del personale proveniente da altri enti”, ha rilevato la Corte dei Conti nella disamina.

“Tuttavia, la dotazione di organico, fissata dalla legge e dallo Statuto in sessanta unità, non risulta completata. Al contrario, le risorse effettivamente in servizio risultano diminuite, nell’esercizio di riferimento, di un’unità”, si legge nelle conclusioni della magistratura contabile. “Il costo del personale, ricomprendente anche gli emolumenti corrisposti al Direttore generale, è aumentato di 71.722 euro, principalmente per il riassorbimento del personale distaccato e interinale, i cui costi sono proporzionalmente diminuiti. Posto che la funzione principale dell’Ente è costituita dalla riscossione dagli operatori dei settori dei corrispettivi tariffari accessori ai servizi erogati, prelevati dai consumatori finali tramite le bollette, assume aspetto centrale il controllo delle dichiarazioni degli operatori medesimi, svolto anche a mezzo di ispezioni. Le verifiche effettuate nell’esercizio in esame, di cui soltanto quattro mediante sopralluogo, hanno dato esito positivo, fatta eccezione che per un’impresa per la quale è stato disposto un recupero”.

IMPLEMENTARE L’ATTIVITA’ ISPETTIVA

“Pur tenendo conto delle particolari criticità dovute al diffondersi della pandemia da Covid-Sars-19, si raccomanda un’implementazione dell’attività ispettiva, atteso il regime in atto che vede le erogazioni fondate essenzialmente sulle autodichiarazioni dei beneficiari, sia pure con verifiche correttive basate su criteri di coerenza con le dichiarazioni precedenti – hanno sottolineato i magistrati della Corte dei Conti -. Atteso il numero e gli importi dei crediti, nonché delle procedure concorsuali e del rango dell’esposizione creditoria, è altresì necessario un costante monitoraggio delle situazioni creditorie della Cassa”.

CONTENZIOSO ELEVATO

“Elevato è, altresì, il contenzioso tributario, a seguito delle impugnazioni delle cartelle emesse dall’Agenzia delle entrate – riscossione con riguardo al recupero dei crediti dell’ente. La CSEA è altresì coinvolta, quale creditore, in numerose procedure concorsuali”, ha concluso la magistratura contabile.

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