Le sorti dell’Ilva passano per un’operazione molto complessa con dentro un partner pubblico come Cassa depositi e prestiti, un’azienda controllata dallo Stato come Snam, il gruppo Arvedi di Cremona e Trieste e infine, ancora, ArcelorMittal
Sull’Ilva c’è allo studio una complessa operazione che porterebbe Cassa depositi e prestiti, Snam e Arvedi a gestire l’impianto con Mittal con Francesco Caio, presidente di Saipem, chiamato la scorsa settimana a supportare l’esecutivo nelle trattative.
CDP, SNAM E ARVEDI IN PRIMA FILA
A riportare il piano è La Repubblica secondo cui le sorti dell’acciaieria passano “per un’operazione molto complessa con dentro un partner pubblico come Cassa depositi e prestiti, un’azienda controllata dallo Stato come Snam, il gruppo Arvedi di Cremona e Trieste e infine, ancora, ArcelorMittal. Nessuna fuga degli indiani, nessuna lettera con l’offerta di un miliardo di euro pur di andar via, giurano al ministero dello Sviluppo. Dove invece si continua a trattare, nonostante l’annuncio della scorsa settimana dei 4700 esuberi non sia piaciuto affatto al governo, che imputa alla società franco-indiana il tentativo di alzare il prezzo”.
OBIETTIVO 8 TONNELLATE DI ACCIAIO ALL’ANNO MA SOSTENIBILE AMBIENTALMENTE
L’obiettivo è quello di produrre “8 tonnellate di acciaio all’anno, ma a un costo ambientale molto ridotto rispetto a quello attuale, che porta con sé un’altissima incidenza di tumori e malformazioni neonatali, quartieri assediati dalle polveri inquinanti e la disperazione di chi si trova da quarant’anni dentro un continuo ricatto: salute o lavoro. Il progetto cui sta lavorando il ministro Patuanelli non è semplice perché prevede prima di tutto che ArcelorMittal ci stia, che accetti le immissioni di capitale che arriveranno attraverso Cdp e Snam e riduca gli esuberi drasticamente: a regime, il governo vorrebbe limitarli ai 1800 che sono rimasti nella vecchia amministrazione straordinaria e sono ora in cassa integrazione”.
COSA FARANNO SNAM, CDP E ARVEDI
In questo quadro Snam “è chiaramente cruciale per ‘approvvigionamento del gas, risorsa più pregiata e costosa del carbone”, su Cdp “si sta cercando un modo per evitare che l’intervento della Cassa si configuri come aiuto di Stato e incorra in sanzioni da parte della Commissione europea” mentre per quanto riguarda il gruppo Arvedi “che faceva parte della vecchia cordata interessata all’ex-Ilva, quell’Acciai Italia sconfitta da ArcelorMittal” l’ingresso della società “sarebbe fondamentale per la tecnologia necessaria alla riconversione. Sia per la creazione del forno elettrico che per l’uso del gas, un know how che Mittal non ha e che ha finora considerato troppo costoso. Il progetto è ambizioso e per niente semplice. Servono 3,2 miliardi di investimenti complessivi in un arco temporale di 4-5 anni”.
OGGI INCONTRO AL MISE
“Oggi al Mise si incontreranno i commissari di Ilva in amministrazione straordinaria e il negoziatore incaricato dal governo, Francesco Caio, presidente Saipem ed ex ad Poste Italiane. Domani, è invece previsto un nuovo importante incontro con l`ad di ArcelorMittal Italia Lucia”.