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Compagnie Petrolifere

Cosa lega i prezzi del petrolio alle tasse?

Cosa dice il rapporto Rystad Energy sui guadagni dei governi dai prezzi del petrolio in questa fase storica. 

Tra le maggiori instabilità determinate dalla guerra ucraina c’è quella dei prezzi del petrolio. Il fronte energetico del conflitto si sta rivelando sempre più importante. In questa settimana si sono intrecciate tre questioni: quella dei pagamenti in rubli, dello stop delle forniture tramite lo Yamal-Europe a Polonia e Bulgaria e delle ripercussioni economiche sulla Russia di un effettivo embargo.

COME STANNO OGGI I PREZZI DEL PETROLIO

Ma, appunto, ci sono le schizofrenie dei prezzi del petrolio. E delle materie prime. Martedì, ad esempio, avevamo registrato rialzi in Europa con future sopra i 93 euro al MWh. Mentre a fine settimana, venerdì, il costo è andato al ribasso di 63 centesimi per il Brent e di 49 centesimi per il WTI.

COSA C’ENTRANO I GOVERNI CON QUESTE OSCILLAZIONI?

Come scrive Oilprice, questi movimenti produrranno entrate economiche per “un massimo storico di $ 2,5 trilioni quest’anno, battendo il precedente record di $ 2,1 trilioni stabilito nel 2011”. La ricerca è di Rystad Energy e una delle prime chiavi è la presenza dell’Arabia Saudita in cima alla classifica dei governi maggiormente beneficiari di suddetti guadagni. Seguono Stati Uniti e Iraq e in generale tanti paesi mediorientali. Rimanendo sul podio, i dollari in entrata saranno rispettivamente 400 miliardi per Riad, 250 miliardi per Washington e 200 miliardi per Baghdad.

IL PUNTO DI RYSTAD ENERGY

“Il balzo a un livello record di ricavi è guidato da una combinazione di alti prezzi del petrolio e del gas e costi inferiori. Un anno fa, sembrava che l’era dei ricavi da trilioni di dollari potesse essere alle nostre spalle. Oggi è chiaro che ci stiamo dirigendo verso un super ciclo che andrà a beneficio dei petrostati. Questi ricavi record rappresentano un’opportunità senza precedenti per diversificare le economie”, afferma Espen Erlingsen, Head of Upstream Research di Rystad Energy.

A livello pro capite, scrive ancora Oilprice, “la Nigeria riceverà circa $ 300 pro capite. Indonesia e Cina riceveranno congiuntamente i redditi pro capite più bassi a circa $ 100. All’altra estremità della scala, Qatar, Norvegia e Kuwait riceveranno rispettivamente $ 40.900, $ 28.000 e $ 23.200 per cittadino”.

Insomma, se pensavate che il costo del barile sia così lontano dalla nostra dimensione non è così. Questi numeri lo dimostrano, chiedete ai governi.

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