Gli scienziati affermano che il mondo deve ridurre le emissioni di gas serra di circa il 43% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2019 per avere qualche speranza di raggiungere l’obiettivo dell’Accordo internazionale di Parigi
La domanda globale di energia è aumentata dell’1% l’anno scorso e la crescita record delle rinnovabili non ha spostato il dominio dei combustibili fossili, che rappresentano ancora l’82% dell’offerta. È quanto emerge dal rapporto Statistical Review of World Energy di Energy Institute insieme alle società di consulenza KPMG e Kearny.
I FOSSILI SI CONFERMANO DOMINANTI
L’anno scorso è stato segnato dalle turbolenze sui mercati energetici dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, che ha contribuito a far salire i prezzi del gas e del carbone a livelli record in Europa e in Asia, evidenzia il rapporto aggiungendo che nel 2022 si è consolidata l’ostinata leadership di petrolio, gas e carbone nel coprire la maggior parte della domanda di energia, nonostante il più grande aumento della capacità delle fonti rinnovabili, pari a 266 gigawatt, con il solare che ha guidato la crescita dell’energia eolica.
“Nonostante l’ulteriore forte crescita dell’eolico e del solare nel settore energetico, le emissioni globali di gas serra legate all’energia sono aumentate ancora”, ha dichiarato Juliet Davenport, presidente dell’Energy Institute. “Stiamo ancora andando nella direzione opposta a quella richiesta dall’Accordo di Parigi”.
IL MONDO DEVE RIDURRE I GAS SERRA DEL 43% RISPETTO AL 2030
Gli scienziati affermano che il mondo deve ridurre le emissioni di gas serra di circa il 43% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2019 per avere qualche speranza di raggiungere l’obiettivo dell’Accordo internazionale di Parigi di mantenere il riscaldamento ben al di sotto dei 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali.
Ecco alcuni punti salienti del rapporto sul 2022:
IL CONSUMO DI ENERGIA CRESCIUTO DELL’1%
La domanda globale di energia primaria è cresciuta di circa l’1%, rallentando rispetto al 5,5% dell’anno precedente, ma nel 2019 la domanda era ancora di circa il 3% superiore ai livelli pre-coronavirus.
Il consumo di energia è cresciuto ovunque, tranne che in Europa, compresa l’Europa dell’Est. Le fonti rinnovabili, esclusa l’energia idroelettrica, hanno rappresentato il 7,5% del consumo energetico globale, circa l’1% in più rispetto all’anno precedente.
FOSSILI ALL’82% DEL CONSUMO ENERGETICO GLOBALE
La quota dei combustibili fossili nel consumo energetico globale è rimasta all’82%. La produzione di energia elettrica è aumentata del 2,3%, in rallentamento rispetto all’anno precedente. L’energia eolica e solare è cresciuta fino a raggiungere una quota record del 12% della produzione di energia elettrica, superando ancora una volta il nucleare, che è sceso del 4,4%, e soddisfacendo l’84% della crescita della domanda netta di elettricità.
La quota del carbone nella produzione di energia elettrica è rimasta dominante, intorno al 35,4%.
IN AUMENTO ANCHE IL CONSUMO DI PETROLIO
Il consumo di petrolio è aumentato di 2,9 milioni di barili al giorno (b/g) a 97,3 milioni di b/g, con un rallentamento della crescita rispetto all’anno precedente. Rispetto ai livelli pre-Covida nel 2019, il consumo di petrolio è diminuito dello 0,7%.
La maggior parte della crescita della domanda di petrolio è derivata dalla ripresa dell’appetito per il jet fuel e i prodotti legati al diesel.
La produzione di petrolio è cresciuta di 3,8 milioni di b/g, per la maggior parte proveniente dai membri dell’OPEC e dagli Stati Uniti. La Nigeria ha registrato il calo maggiore.
La capacità di raffinazione del petrolio è cresciuta di 534.000 b/g, soprattutto nei Paesi non OCSE.
CALA LA DOMANDA DI GAS NATURALE
In un contesto di prezzi record in Europa e Asia, la domanda globale di gas è diminuita del 3%, ma ha comunque rappresentato il 24% del consumo di energia primaria, leggermente al di sotto dell’anno precedente.
La produzione di gas è rimasta stabile rispetto all’anno precedente.
La produzione di gas naturale liquefatto (GNL) è aumentata del 5%, raggiungendo i 542 miliardi di metri cubi (bcm), un ritmo simile a quello dell’anno precedente, con la maggior parte della crescita proveniente dal Nord America e dalla regione Asia-Pacifico.
L’Europa ha rappresentato gran parte della crescita della domanda di GNL, aumentando le sue importazioni del 57%, mentre i Paesi della regione Asia-Pacifico e dell’America meridionale e centrale hanno ridotto gli acquisti.
Il Giappone ha sostituito la Cina come maggior importatore mondiale di GNL.
PREZZI RECORD PER IL CARBONE
I prezzi del carbone hanno raggiunto livelli record, con un aumento del 145% in Europa e del 45% in Giappone.
Il consumo di carbone è aumentato dello 0,6%, il livello più alto dal 2014, trainato principalmente dalla domanda cinese e indiana, mentre il consumo in Nord America e in Europa è diminuito.
La produzione di carbone è aumentata del 7% rispetto all’anno precedente, con Cina, India e Indonesia responsabili della maggior parte della crescita.
CRESCITA RINNOVABILI IN LEGGERO RALLENTAMENTO
La crescita dell’energia rinnovabile, esclusa l’energia idroelettrica, è leggermente rallentata, attestandosi al 14%, ma la capacità solare ed eolica ha comunque registrato un aumento record di 266 gigawatt, con l’energia solare che ha fatto la parte del leone.
La Cina ha aggiunto la maggior quantità di energia solare ed eolica.
LE EMISSIONI GLOBALI SONO AUMENTATE
Le emissioni globali legate all’energia, compresi i processi industriali e il flaring, sono aumentate dello 0,8%, raggiungendo un nuovo massimo di 39,3 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente.
MINERALI, PREZZI IN AUMENTO
I prezzi del carbonato di litio sono aumentati del 335%. I prezzi del cobalto sono aumentati del 24%. La produzione di litio e cobalto è aumentata del 21%.