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Efficienza Energetica

Dal Consiglio Ue via libera al taglio del consumo finale di energia dell’11,7% entro il 2030

Ciò si traduce in un limite massimo al consumo finale di energia dell’Ue di 763 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e di 993 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio per il consumo primario.

Ridurre il consumo finale di energia a livello di Ue dell’11,7% nel 2030. È quanto ha deciso il Consiglio Ue che oggi ha adottato una serie di nuove norme che consentiranno, tra le altre cose, agli Stati membri di beneficiare di una certa flessibilità per raggiungere l’obiettivo.

LIMITI AL CONSUMO DI ENERGIA DA 763 MILIONI DI TONNELLATE EQUIVALENTI DI PETROLIO

Più nel dettaglio, gli Stati membri garantiranno collettivamente una riduzione del consumo finale di energia di almeno l’11,7% nel 2030, rispetto alle previsioni di consumo energetico per il 2030 formulate nel 2020. Ciò si traduce in un limite massimo al consumo finale di energia dell’Ue di 763 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e di 993 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio per il consumo primario.

Il limite per il consumo finale sarà vincolante per gli Stati membri nel loro insieme, mentre l’obiettivo per il consumo di energia primaria sarà indicativo. (Il consumo finale di energia rappresenta l’energia consumata dagli utenti finali, mentre il consumo di energia primaria comprende anche ciò che viene utilizzato per la produzione e la fornitura di energia).

CONTRIBUTI NAZIONALI, SI COLMANO LE LACUNE

Tutti gli Stati membri contribuiranno al raggiungimento dell’obiettivo generale dell’Ue. Essi stabiliranno i contributi nazionali indicativi e le traiettorie per il raggiungimento dell’obiettivo nei loro piani nazionali integrati per l’energia e il clima (NECP). Le bozze aggiornate dei NECP dovevano essere presentate nel giugno 2023 e i piani definitivi nel 2024.

La formula per il calcolo dei contributi nazionali al raggiungimento dell’obiettivo (definita nell’Allegato I della proposta) sarà indicativa, con la possibilità di discostarsi da essa del 2,5%.

La Commissione Ue calcolerà se tutti i contributi raggiungono l’obiettivo dell’11,7% e, in caso contrario, apporterà delle correzioni ai contributi nazionali che sono inferiori a quelli che sarebbero stati versati utilizzando la formula (il cosiddetto meccanismo del gap-filling).

La formula si basa, tra l’altro, sull’intensità energetica, sul PIL pro capite, sullo sviluppo delle energie rinnovabili e sul potenziale di risparmio energetico.

RISPARMIO ENERGETICO

L’obiettivo di risparmio energetico annuale per il consumo finale di energia aumenterà gradualmente dal 2024 al 2030. Gli Stati membri dovranno garantire un nuovo risparmio annuo dell’1,49% del consumo finale di energia in media durante questo periodo, raggiungendo gradualmente l’1,9% al 31 dicembre 2030.

Nel calcolo per il raggiungimento dell’obiettivo, gli Stati membri possono conteggiare i risparmi energetici realizzati attraverso le misure politiche previste dall’attuale direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia e dalla direttiva rivista; le misure derivanti dal sistema di scambio di quote di emissioni dell’UE (per gli impianti e per gli edifici e i trasporti) e le misure energetiche di emergenza.

IL SETTORE PUBBLICO DÀ L’ESEMPIO

Le nuove norme stabiliscono un obbligo specifico per il settore pubblico di raggiungere una riduzione annuale del consumo energetico dell’1,9%, che può escludere i trasporti pubblici e le forze armate. Inoltre, gli Stati membri dovranno rinnovare ogni anno almeno il 3% della superficie totale degli edifici di proprietà degli enti pubblici.

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