Previsti per tutti e tre dal Mit i Piani lo sviluppo di “Linee Guida nazionali per l’identificazione di siti idonei per le rinnovabili offshore (eolico, solare, onde e correnti) e la valutazione degli impatti ambientali e paesaggistico-culturali singoli e cumulativi”
Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ha approvato e ora pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il decreto del 25 settembre 2024 con il quale sono stati approvati i Piani di gestione dello spazio marittimo.
TRE PIANI “TIRRENO-MEDITERRANEO OCCIDENTALE”, IL PIANO “ADRIATICO” E IL PIANO “IONIO-MEDITERRANEO CENTRALE”
Nella fattispecie, si legge nel decreto, i piani sono tre vale a dire il Piano “Tirreno-Mediterraneo Occidentale”, il Piano “Adriatico” e il Piano “Ionio-Mediterraneo Centrale”. I Piano di gestione dello spazio marittimo sono fondamentali, per esempio dal punto di vista energetico, per l’individuazione delle aree utilizzabili per infrastrutture quali gasdotti o elettrodotti ma anche per gli impianti eolici offshore o l’estrazione di idrocarburi.
COSA PREVEDONO I TRE PIANI
Per i tre Piani, per esempio sono previste la realizzazione di uno “studio sulla caratterizzazione socioeconomica e sulle tendenze evolutive dei diversi settori dell’economia del mare italiana” e l’elaborazione di una “Strategia marittima (Strategia Nazionale per lo Sviluppo sostenibile dell’economia del mare) a livello nazionale, da attuare in sinergia con l’attuazione dei Piani di Gestione dello Spazio Marittimo, al fine di fornire impulso strutturato allo sviluppo sostenibile dell’economia del mare italiana, a breve, medio e lungo termine”. Inoltre, “tenendo conto delle previsioni e dell’attuazione del PNIEC, nonché delle indicazioni del Rapporto della “Commissione cambiamenti climatici, infrastrutture e mobilità sostenibili” (MIMS, 2022), è prevista l’elaborazione di uno “studio sull’impatto dei cambiamenti climatici sui Piani marittimi nazionali e sulle relative misure di adattamento da considerare in una valutazione di medio termine dei Piani PSM”.
LINEE GUIDA PER I SITI RINNOVABILI OFFSHORE E OSSERVATORI PER IL MONITORAGGIO
Ma soprattutto vengono previste per tutti e tre i Piani lo sviluppo di “Linee Guida nazionali per l’identificazione di siti idonei per le rinnovabili offshore (eolico, solare, onde e correnti) e la valutazione degli impatti ambientali e paesaggistico-culturali singoli e cumulativi” ma anche l’istituzione di un “osservatorio sul monitoraggio degli impatti degli impianti eolici offshore sull’ambiente ed altri usi dello spazio marino e della costa”.
E ancora: viene previsto l’avvio e il supporto ad “attività di ricerca e innovazione, anche mediante progetti pilota, su varie tematiche connesse con la produzione di energia rinnovabile offshore, quali in particolare: (i) produzione energetica da fonti diverse da quella eolica (moto ondoso, maree e correnti, solare, combinazione di fonti differenti), (ii) impianti e tecnologie in aree a chiaro valore aggiunto (per la sinergia con altri settori e tematiche, per l’autosufficienza di aree marginalizzate, per la gestione di picchi di domanda energetica in aree particolare, ecc.) quali porti, aree remote ed
isole minori, (iii) combinazione di produzione di energia rinnovabile offshore con altri usi (multi-uso) quali acquacoltura, turismo, diportistica, pesca, protezione ambientale, (iv) tecnologie innovative, anche finalizzate alla minimizzazione degli impatti sull’ambiente e sul paesaggio; v) valutazione sperimentale degli effetti ambientali su specifici habitat o specie target delle soluzioni adottate”.
PREVISTA LA CREAZIONE DI UN GRUPPO DI LAVORO MSP-PITESAI
Ma anche la creazione di “un gruppo di lavoro per migliorare le procedure autorizzative, velocizzando i processi nel rispetto dei principi di trasparenza ed efficienza” e di un gruppo di lavoro MSP-PiTESAI, “collegato alle attività del Comitato Tecnico per la PSM, per allineamento reciproco e progressivo dei due piani nelle fasi di implementazione ed eventuale revisione dei piani medesimi, favorendo per quanto di competenza della PSM gli obiettivi di transizione energetica del PiTESAI”.