L’Ue pensa al lancio di data center nello Spazio per aiutare la transizione green
Lanciare nello Spazio data center alimentati dall’energia del Sole. È l’obiettivo che si pone lo studio ASCEND, finanziato dall’Ue, per aiutare la transizione green diminuendo i consumi di energia sulla Terra. Gli ostacoli e le incognite, però, non sono pochi.
DATA CENTER NELLO SPAZIO
La sempre maggiore diffusione di Intelligenza Artificiale e altre tecnologie ad alto consumo energetico sta aumentando in maniera esponenziale la domanda globale di energia. Sempre più settori industriali stanno adottando innovazioni che portano vantaggi in termini di produttività e minori emissioni di CO2. Il rovescio della medaglia è che molto spesso l’elettricità per alimentarla proviene da fonti fossili. Un elemento che non gioca certo a favore della transizione sostenibile.
Per risolvere il dilemma l’UE sta valutando la possibilità di lanciare data center in orbita ad un’altitudine di 1.400 km, tre volte quella della Stazione Spaziale Internazionale. Advanced Space Cloud for European Net zero emission and Data sovereignty avrà il compito di valutare la fattibilità dell’idea dell’Unione Europea per ridurre il carico energetico sulla Terra.
SPAZIO, IL PROGETTO
Il progetto da 2,1 milioni di dollari della durata di 16 mesi è coordinato da Thales Alenia Space. L’obiettivo di ASCEND è inviare 13 data center nello Spazio con una capacità di 10 MW, entro il 2036. Ogni blocco avrebbe misurato circa 6.300 metri quadrati e avrebbe la capacità per il proprio servizio di data center. Per ridurre il carico sul settore energetico, ASCENT mira a lanciare 1.300 blocchi entro la metà del secolo, per raggiungere 1 GW. Una cifra significativa se pensiamo che il mercato globale dei data center modulari è in continua crescita. Si stima che dovrebbe arrivare a 81,2 miliardi di dollari entro il 2030, dagli attuali 25,8 miliardi di dollari attuali. Il consumo totale globale di energia elettrica del settore dovrebbe salire fino a 1.000 terawattora entro il 2026 .
“L’idea [è] di togliere parte della domanda di energia per i data center e di inviarli nello spazio per beneficiare di energia infinita, che è l’energia solare”, ha detto Damien Dumestier, il project manager, secondo quanto riporta OilPrice.
COSTI E OSTACOLI
I data center saranno alimentati tutto il tempo da energia solare. Invece, le emissioni di CO2 in fase di lancio sono uno degli elementi più problematici dell’invio in orbita di data center. Infatti, servirebbe un nuovo tipo di lanciatore che produce circa 10 volte meno emissioni rispetto agli attuali, secondo i ricercatori. Un obiettivo di cui si è incaricata ArianeGroup, che sta lavorando a nuove tecnologie di lancio, che mira a produrre il primo eco-lanciatore entro il 2035. Ogni MW potrebbe richiedere circa 280.000 kg di carburante per razzi all’anno per mantenerlo in un’orbita bassa, per un costo di circa 140 milioni di dollari nel 2030.
I costi elevati sono un altro elemento che rema contro la diffusione su larga scala di questa soluzione, ma lo studio di fattibilità ha mostrato promesse., ha dichiarato: “I risultati dello studio ASCEND confermano che l’implementazione di data center nello spazio potrebbe trasformare il panorama digitale europeo, offrendo una soluzione più ecologica e sovrana per l’hosting e l’elaborazione dei dati. Siamo orgogliosi di contribuire a un’iniziativa che sostenga gli obiettivi net-zero dell’Europa e rafforzi la sua sovranità tecnologica”, ha dichiarato Christophe Valorge, Chief Technology Officer di Thales Alenia Space.