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Cina Stati Uniti

Dazi: come cambia il risiko dell’energia con l’intesa Usa-Cina

Gli Usa cercheranno anche di rimpiazzare i 200 mila barili/giorno di petrolio che i cinesi acquistano dall’Iran, in violazione delle sanzioni americane”

Donald Trump e il vice premier cinese Liu He hanno firmato il mini accordo commerciale fra Stati Uniti e Cina, aprendo di fatto a una tregua nella guerra commerciale tra i due paesi. L’intesa prevede che Pechino acquisti ulteriori 200 miliardi di dollari di prodotti e servizi americani. Mentre la Cina si impegna anche a non lanciarsi in svalutazioni monetarie e a comunicare regolarmente e a consultarsi sul mercato delle divise. In base all’intesa a partire dall’1 aprile la Cina consentirà il pieno controllo da parte di società finanziarie straniere.

RECIPROCI VANTAGGI PER USA E CINA

Dall’accordo non potevano essere esclusi anche vantaggi reciproci nel settore dell’energia. Gli Usa sono, da qualche tempo, il primo paese al mondo per la produzione di petrolio e gas mentre la Cina è da tempo il primo consumatore di energia mondiale. “Una collaborazione che si è sbloccata in questi 20 mesi di guerra dei dazi – scrive il Sole 24 Ore -. L’impegno cinese di acquistare dagli Usa energia per 52,4 miliardi di dollari è una ‘win win situation‘ che aiuta entrambi. Pechino ha bisogno di petrolio e gas per far crescere la sua economia e la sua produzione industriale energivora. Washington ha necessità di vendere il suo gas e il suo petrolio così come le materie prime petrolchimiche”.

PECHINO TENDE LA MANO AGLI USA

In questi anni si è delineato anche un cambio di strategia, osserva il quotidiano confindustriale. Se un tempo i leader cinesi cercavano di “ottenere risorse naturali energetiche dalle regioni più vicine, come Russia, Qatar, Australia (Mosca sta accelerando con Pechino sulle forniture energetiche via pipeline)” ora “tendono la mando agli Usa. L’accordo siglato da Trump ridisegna il risiko della politica energetica mondiale, rilanciando l’export statunitense di Lng e petrolio che era crollato sulla scia della guerra dei dazi”.

WASHINGTON CERCHERÀ DI RIMPIAZZARE LE FORNITURE DI PETROLIO CHE I CINESI ACQUISTANO DALL’IRAN

La Cina, infatti, in questo periodo, aveva rivolto il suo sguardo altrove. Per capire dove basta leggere i dati dell’American Petroleum Institute (Api) secondo nel 2019 “Pechino ha importato greggio da 45 paesi con oltre la metà delle forniture arrivate da Russia, Arabia Saudita, Angola, Iraq e Oman. In questa nuova partita energetica, nel conto dei 50 miliardi di prodotti energetici che Pechino si è impegnata ad acquistare, Washington cercherà anche di rimpiazzare i 200 mila barili/giorno di petrolio che i cinesi acquistano dall’Iran, in violazione delle sanzioni americane”.

GLI USA SCOMMETTONO SUL GAS LIQUEFATTO

“Gli Usa – conclude il Sole 24 Ore – scommettono sulla produzione di Lng che compresso può essere esportato con le navi: Qatar e Australia sono i leader di mercato ma gli Usa nei prossimi 5 anni puntano a superare entrambi”.

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