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Libia

Domani Meloni in Libia. La seconda tappa del ‘Piano Mattei’ sull’accordo Eni-Noc e il raddoppio dell’import di gas e petrolio all’Italia

Investimenti per 8 mld di dollari per produrre 24 mln di mc di gas al giorno in Libia per Eni. La situazione politica del paese, quanto produce e il piano dell’esecutivo italiano

Prende il via domani la missione del presidente del Consiglio Giorgia Meloni in Libia. L’obiettivo è quello di aumentare l’import di petrolio e gas dal paese. Ma anche di concludere ufficialmente l’accordo tra la società statale libica National Oil Corp (Noc) ed Eni, pronte a firmare un accordo di produzione del valore di 8 miliardi di dollari per produrre circa 850 milioni di piedi cubi al giorno (circa 24 milioni di metri cubi) da due giacimenti di gas offshore nel Mar Mediterraneo.

IL PIANO DELL’ESECUTIVO

Nei piani dell’esecutivo – battezzato ‘Piano Mattei’ già dalla visita in Algeria della scorsa settimana – c’è il raddoppio del flusso dai giacimenti libici, ora attestato intorno ai due miliardi e mezzo di metri cubi ogni anno. C’è però da fare i conti anche con la Turchia che negli ultimi anni ha acquisito un peso importante a Tripoli. “Per ottenere un incremento dell’importazione del gas libico, insomma, Roma dovrà trattare con il governo di unità nazionale, ma anche e soprattutto con Ankara. Anche a questo mira il viaggio di Meloni”, si legge in un articolo de La Repubblica.

LA FIRMA DOMANI

L’accordo, annunciato qualche giorno fa dal presidente di Noc Farhat Bengdara alla tv libica Al-Masar sarà firmato domani e prevede lo sviluppo di due giacimenti che erano già esplorati in base a un accordo del 2008 e che avrebbero dovuto iniziare la produzione tra il 2017-2018, ha detto Bengdara. Si tratta di due aree esplorative del blocco marino Nc41, circa 140 chilometri a Nord Ovest di Tripoli. Nelle due strutture “A” ed “E” del giacimento il gas è già stato scoperto. Gli analisti di Equita hanno stimato volumi aggiuntivi, tra gas e condensati, fino a 8,76 miliardi di metri cubi l’anno

COSA PRODUCE ENI IN LIBIA E COME AVVIENE IL TRASPORTO IN ITALIA

Eni produce già gas in Libia dai giacimenti di Wafa e Bahr Essalam gestiti da Mellitah Oil & Gas, una joint venture tra la società italiana e Noc.

Il gas proveniente dai giacimenti viene portato in Italia attraverso il gasdotto Green Stream, un tubo da 520 km che attraversa il Mar Mediterraneo fino a Gela in Sicilia e ha la capacità di trasportare 8 miliardi di metri cubi/anno. Eni ha prodotto 198 miliardi di piedi cubi di gas in Libia nel 2021 (5,6 mld di mc), secondo quanti si legge sul sito web del Cane a sei zampe. Mentre nel 2022 dal gasdotto siciliano sono arrivati solo circa 2, 3,2 miliardi di metri cubi di gas libico.

LA LIBIA STA TENTANDO DI RIPORTARE GLI INVESTIMENTI STRANIERI NEL PAESE

Si tratta di una notizia importante per l’Italia che sta cercando, assieme al resto d’Europa, di staccarsi dalle forniture russe anche attraverso l’aumento dell’import tramite Gnl, al massimo entro il 2025. Dal canto suo la Libia sta invece tentando di riportare nel paese le compagnie petrolifere internazionali per le esplorazioni di gas e petrolio, in particolare offshore, dopo aver revocato la causa di forza maggiore a dicembre che colpiva proprio questo genere di intese.

La compagnia petrolifera russa Tatneft ha recentemente ripreso il lavoro upstream nel bacino di Ghadames. Ma Noc spera che anche altri big del settore come BP, Eni, TotalEnergies, ConocoPhillips, OMV e Repsol riprendano il lavoro upstream in Libia.

LE RISERVE DEL PAESE

Dal punto di vista delle riserve, secondo l’Agenzia Usa per l’energia a fine 2021 la Libia deteneva 48 miliardi di barili di petrolio, il 3% delle riserve globali accertate (il 39% di quelle africane). E ha oltre 1,5 miliardi di metri cubi di riserve di gas, che ne fanno il quinto Paese africano con più metano. Nel rendiconto statale 2022 della banca centrale libica si legge che il petrolio, tra vendite e royalties, ha prodotto il 97% delle entrate pubbliche locali”, riporta il quotidiano La Repubblica.

L’ATTUALE PRODUZIONE DI GAS LIBICA

Attualmente, la Libia sta cercando di mantenere la produzione di gas a 1,5 miliardi di piedi cubi/giorno (circa 42 mln di mc), con circa 850-900 milioni di piedi cubi/giorno (25 mln di mc) utilizzati localmente per la produzione di elettricità, 250 milioni di piedi cubi/giorno esportati e il resto consumato principalmente nell’industria.

RIDOTTE LE ESPORTAZIONI DI GAS VERSO L’ITALIA

“Abbiamo ridotto le esportazioni verso l’Italia e abbiamo preferito inviare gas per la produzione di elettricità”, ha detto Bengdara, senza rivelare volumi e tempistiche per i tagli alla fornitura di gas in Italia.

I flussi di gas libico verso l’Italia sono stati infatti significativamente ridotti a causa di una manutenzione non programmata presso il Mellitah Complex, come aveva dichiarato Eni North Africa lo scorso 5 gennaio.

TRIPOLI PUNTA ANCHE SUL PETROLIO: OBIETTIVO 2 MLN DI BARILI AL GIORNO

Discorso petrolio: La Libia vuole anche corteggiare gli investimenti stranieri per aiutare ad aumentare la produzione di greggio e condensati da 1,255 milioni di barili al giorno a circa 2 milioni di barili al giorno entro tre o cinque anni, ha detto Bengdara. “Il problema è con la stabilità e la capacità di attrarre investimenti stranieri. Non abbiamo le risorse finanziarie per investire in questi settori in grande stile”, ha ammesso il manager. Basti pensare che la perforazione di un pozzo di esplorazione offshore costa tra 150 e 200 milioni di dollari, ha affermato Bengdara.

ITALIA PRIMO PARTNER COMMERCIALE DEL PAESE NORDAFRICANO

Non bisogna dimenticare, infine, che l’Italia è il primo partner commerciale della Libia, con un valore che nei primi nove mesi 2022 – dati Ice – ha superato i 9 miliardi
di euro, in crescita dell’80% sull’anno prima e pari al 23,6% del totale. Molto più dei 3,6 miliardi della Cina (9,6% delle quote di mercato), che precede Spagna (8,47%), Grecia (8,4%), Germania (7,8%), Turchia (6,6%) e Stati Uniti (4,8%).

LA SITUAZIONE CHE TROVERA’ LA MELONI IN LIBIA

Come si legge su LibyaObserver, “il ministro degli Esteri libico Najla Al-Mangoush ha incontrato a Tripoli l’ambasciatore italiano in Libia per discutere i preparativi logistici della visita della delegazione di alto livello”.

“Il primo ministro Fathi Bashagha designato dalla Camera dei Rappresentanti, che non è ancora riconosciuto come capo di governo ufficiale dalla comunità internazionale, ha detto che la visita della Meloni a Tripoli è strana perché è ‘in visita a un governo il cui mandato è terminato’. Commentando la firma dell’accordo tra Eni e NOC, il governo di Bashagha ha affermato che non rispetterà alcun accordo di ‘scopo e conseguenze sospette’ e che non porterà alcun effetto legale o materiale dell’accordo, promettendo di ricorrere alla magistratura”.

 

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