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Trump Putin Ucraina

Donald Trump imporrà dei dazi anche alla Russia?

I mercati petroliferi aspettano di vedere se la minaccia del presidente americano di imporre delle sanzioni sul petrolio russo è reale o è solo un bluff

Trump ha detto di essere “molto arrabbiato” con Vladimir Putin e minaccia di imporre dei dazi al 25% sul petrolio russo, se non venisse raggiunto un accordo sul cessate il fuoco in Ucraina. In un’intervista a NBC il presidente americano ha detto che, “se io e la Russia non dovessimo riuscire a raggiungere un accordo per fermare lo spargimento di sangue in Ucraina e se dovessi pensare che è colpa della Russia, allora applicherò delle tariffe secondarie sul loro petrolio”. Trump ha aggiunto che Putin è consapevole della sua arrabbiatura e che nel corso della settimana i due leader parleranno nuovamente.

TRUMP MINACCIA DAZI SUL PETROLIO RUSSO

La proposta improvvisata di Trump di colpire qualsiasi Paese che acquista petrolio russo con una tariffa dal 25% al ​​50%, se si trasformasse in un ordine, sarebbe significativa per i mercati petroliferi. Tuttavia, gli analisti e i trader si domandano se la minaccia del presidente USA sia reale. “C’è un elemento di stanchezza con gli annunci dell’amministrazione statunitense su tariffe e sanzioni”, ha detto il responsabile strategia sulle materie prime di ING, Warren Patterson, aggiungendo di sospettare che, “finché non avremo qualcosa di più concreto, il mercato non reagirà in modo eccessivo”.

I MERCATI PETROLIFERI SONO IN CALO

I prezzi del petrolio oggi sono scesi: alle 07:10 GMT i future sul greggio Brent di giugno hanno registrato un ​​calo dello 0,3%, a 72,55 dollari al barile, mentre il WTI è diminuito dello 0,4%, a 69,09 dollari al barile. Cina e India sono i principali acquirenti di greggio russo e la loro accondiscendenza sarebbe fondamentale per far sì che qualsiasi sanzione secondaria danneggi seriamente le esportazioni della Russia, il secondo maggiore esportatore di petrolio al mondo.

I TRADER CINESI NON TEMONO I DAZI DI TRUMP

In seguito all’invasione russa dell’Ucraina nel 2022, l’India ha superato la Cina diventando il più grande acquirente di greggio russo trasportato via mare, che ha rappresentato circa il 35% delle importazioni totali di greggio dell’India nel 2024.

Nella mattina di oggi diversi commercianti cinesi hanno detto di non essere turbati dall’ultima minaccia. Tre trader che hanno parlato con l’agenzia Reuters hanno tutti affermato: “nessuna reazione sui prezzi ancora, ma il mercato resta rialzista con tutta l’incertezza sull’offerta. È difficile dire quale sarà l’impatto, dato che Trump bluffa sempre”.

Il Ministero degli Affari Esteri cinese, in risposta a una domanda sui dazi, ha affermato che la cooperazione di Pechino con la Russia non è né diretta, né influenzata da terze parti. Secondo gli analisti, se i dazi diventassero una seria minaccia, i mercati guarderebbero a quanto rigorosamente verrebbe applicata la politica e se l’OPEC aumenterebbe la produzione, per compensare un eventuale calo delle esportazioni russe.

LE SANZIONI SUL PETROLIO VENEZUELANO

Secondo Patterson, le sanzioni secondarie imposte la scorsa settimana al petrolio venezuelano “potrebbero servire da modello per i mercati, per valutare l’impatto di una serie simile di politiche contro la Russia”. Gli acquirenti cinesi avevano già sospeso gli acquisti prima che le sanzioni entrassero in vigore, mercoledì scorso. I trader e gli analisti si aspettano che alcune vendite riprenderanno, poiché gli acquirenti troveranno delle soluzioni alternative, a meno che Pechino non emetta un divieto generale.

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