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Come E.On rinnova l’industria energetica in Germania

La svolta nel solco della politica intrapresa ad opera del cancelliere tedesco Angela Merkel verso un’economia alimentata da rinnovabili

L’azienda tedesca E.On ha acquisito Innogy SE dalla rivale tedesca RWE AG, nell’ambito di un percorso volto a trasformare una delle principali compagnie del paese in una società di servizi pubblici alle prese con l’accelerazione del passaggio alle energie rinnovabili. In un’operazione complessa che coinvolge azioni e swap di asset, E.On ha intenzione di sviluppare una serie di attività al dettaglio e in rete per entrambe le società, mentre RWE si occuperà delle attività combinate di generazione da fonti rinnovabili e avrà una grande partecipazione in E.On. L’operazione, che valorizza Innogy a circa 22 miliardi di euro porta avanti, di fatto, la politica intrapresa ad opera del cancelliere tedesco Angela Merkel su RWE ed E.On verso un’economia alimentata da rinnovabili invece che da combustibili nucleari e Fossili.

L’accordo prevede che E.On acquisisca tutta la partecipazione del 76,8% di RWE in Innogy, conferendo a RWE il 16,7% del capitale proprio di E.On. Secondo alcune fonti di Bloomberg, l’operazione garantirà a Innogy un valore di circa 43 miliardi di euro una volta incluso il debito. E.On pagherà, inoltre, circa 5 miliardi di euro per acquistare le azioni di minoranza di Innogy, mentre RWE pagherà 1,5 miliardi di euro. “L’affare prende tre imprese relativamente piccole e crea uno dei più grandi operatori della rete e delle utility in Europa e una società di generazione pura con un portafoglio di energie rinnovabili forte”, ha aggiunto la fonte. Le partecipazioni di minoranza RWE riguarderanno anche due centrali nucleari, l’attività di stoccaggio del gas di Innogy e la partecipazione di Innogy in un fornitore di energia austriaco. L’operazione sarà attuata in più fasi, subordinatamente alle approvazioni regolamentari e consiliari. L’affare, evidenzia Bloomberg, “segna il ritorno di E.On alla crescita attraverso il dealmaking”. L’azienda, essa stessa il prodotto di due rivali che si fusero più di un decennio fa, è infine in procinto di vendere la sua partecipazione del 47 per cento in Uniper alla finlandese Fortum Oyj.

 

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