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rifiuti Tari

È tempo di pagare la Tari: tutto quello che c’è da sapere sulla tariffa sui rifiuti

A dover pagare la Tari è chiunque possieda o detenga locali o aree che producono rifiuti urbani, quindi abitazioni, uffici, negozi e terreni. Non sono invece tenuti al pagamento le aree scoperte pertinenziali o accessorie a locali tassabili, non operative, e le aree condominiali comuni

Tra la fine di maggio e l’inizio di luglio i cittadini italiani hanno ricevuto una lettera contenente l’avviso di pagamento per la Tari 2025, la tassa sui rifiuti urbani. Questo è infatti il periodo dell’anno in cui cade la scadenza della prima rata o l’eventuale pagamento in un’unica soluzione. Vediamo quindi tutto quello che c’è da sapere.

LA TARI: COS’È E CHI DEVE PAGARLA

La Tari è una tassa comunale volta a finanziare i costi dei servizi di raccolta, smaltimento e trattamento dei rifiuti solidi urbani. Arrivata con la legge di Stabilità 2014, ha sostituito i precedenti tributi a carico di cittadini e imprese, come la TIA         (Tariffa di igiene ambientale), la TARSU (Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani) e la TARES (Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi).

A dover pagare la Tari è chiunque possieda o detenga, a qualsiasi titolo, locali o aree che producono rifiuti urbani, quindi abitazioni, uffici, negozi e terreni. Non sono invece tenuti al pagamento le aree scoperte pertinenziali o accessorie a locali tassabili, non operative, e le aree condominiali comuni (l’androne, le scale etc). In caso di affitto, l’inquilino è tenuto a pagare la tariffa sui rifiuti solo se ha sottoscritto un contratto di locazione superiore a 6 mesi, altrimenti la Tari resta a carico del proprietario.

L’imposta non è dovuta per le case non abitate, non arredate e con utenze non allacciate, poiché non producono rifiuti.

COME SI CALCOLA LA TARIFFA SUI RIFIUTI

Per calcolare la Tari si prendono in considerazione due componenti: la quota fissa – che dipende dalla superficie dell’immobile e serve a coprire i costi fissi del servizio, come la gestione delle infrastrutture – e la quota variabile, che varia in base al numero di componenti del nucleo familiare (o all’attività svolta, per le utenze non domestiche), e copre i costi variabili del servizio, come la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti prodotti. Ogni Comune stabilisce le tariffe in base a questi parametri.

TARI: SCADENZE E METODI DI PAGAMENTO

Le scadenze per il pagamento della tariffa variano in base al Comune di residenza. Ad esempio, a Milano – dove la tariffa si paga in due tranche – la prima rata è fissata al 10 luglio e la seconda a dicembre. A Roma invece sono previste tre rate: la scadenza della prima era fissata il 31 maggio, la seconda il 31 agosto e la terza il 30 novembre. Anche le modalità di pagamento variano da Comune a Comune, ma in genere sono tramite il modello F24, con il bollettino postale, il Mav o attraverso il portale PagoPa.

BONUS, RIDUZIONI E MANCATO PAGAMENTO

Per i cittadini con un ISEE fino a 9.530 euro (che sale a 20.000 euro per famiglie con almeno 4 figli) è previsto un bonus sociale che consente una riduzione del 25% sulla Tari per una sola utenza domestica. L’agevolazione viene riconosciuta automaticamente, così come avviene per i bonus sociali per l’elettricità, il gas e l’acqua.

In caso di mancato pagamento della Tari possono essere previste sanzioni e interessi. È comunque possibile sfruttare il ravvedimento operoso, che permette di ridurre la sanzione se il pagamento avviene entro alcuni termini.

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