Skip to content
GErmania

Ecco come cambia la politica energetica in Germania dopo la vittoria della Cdu-Csu di Merz

Con la CDU al governo in Germania, la sua strategia energetica punterebbe a coniugare protezione del clima e forza economica. Questo significa un ulteriore sviluppo delle rinnovabili, ma con un’attenzione particolare ai costi

Friedrich Merz, leader della Cdu, dovrebbe essere il prossimo cancelliere tedesco al posto di Olaf Scholz. A vincere le elezioni tedesche è stata infatti l’unione Cdu-Csu con il 28,6% dei voti, secondo i dati definitivi pubblicati online dalla Bundeswahlleiterin. L’ultradestra dell’Afd è secondo partito con il 20,8% delle preferenze, +10,4% rispetto al voto del 2021. Crollo di 9,3 punti per l’Spd del cancelliere Olaf Scholz, che chiude terzo al 16,4%. Verdi 11,6%, Linke 8,8%. Fuori dal parlamento la Bsw di Sahra Wagenknecht e i liberali dell’Fdp, che non hanno raggiunto la soglia del 5%.

Ma come potrebbe cambiare la politica energetica della Germania sotto un governo a guida CDU? La CDU rilancia la propria visione su energia e industria difendendo un approccio pragmatico e orientato alla competitività economica.

Lo fa attraverso un’intervista rilasciata al settimanale economico WirtschaftsWoche dal deputato Andreas Jung, esperto di politiche energetiche per il partito che al momento risulta favorito nei sondaggi. Quindi un’occasione per vedere più da vicino le eventuali future scelte di politica energetica del partito che sembrerebbe poter esprimere il cancelliere.

Jung ha innanzitutto illustrato i recenti accordi raggiunti con Spd e Verdi proprio nelle ultime sedute del Bundestag, ma ha anche sollevato critiche sulle scelte del governo uscente, in particolare riguardo alla cattura e allo stoccaggio della CO2.

IN GERMANIA UN COMPROMESSO NECESSARIO, MA NON RISOLUTIVO

Il deputato cristiano-democratico ha evidenziato come l’accordo con le forze di governo sia stato essenziale per evitare danni economici significativi. Grazie a questo compromesso, si è riusciti a rilanciare la cogenerazione – ovvero la produzione simultanea di elettricità e calore – e a garantire maggiore stabilità agli impianti a biogas, scongiurando il rischio di interruzioni e fallimenti degli investimenti. Tuttavia, secondo Jung, si tratta di misure emergenziali e non di una strategia a lungo termine. “Abbiamo lavorato su questioni urgenti, ma serve un nuovo orientamento deciso”, ha dichiarato.

IL NODO DELLA CATTURA DELLA CO2: UN’OCCASIONE MANCATA

Tra le critiche mosse alla coalizione di governo, la CDU punta il dito contro il fallimento dell’approvazione di una normativa proposta dal ministro dell’Economia Robert Habeck, che avrebbe consentito la cattura e lo stoccaggio della CO2 nel sottosuolo. Jung sottolinea come questa tecnologia sia cruciale per mantenere la competitività industriale della Germania, soprattutto in settori ad alte emissioni come quello dei materiali da costruzione. “Se vogliamo rimanere un paese industriale forte, dobbiamo adottare questa tecnologia”, ha affermato.

Secondo il deputato, il progetto è naufragato a causa dell’opposizione interna alla Spd e ai Verdi, in particolare per la resistenza all’idea di applicare la tecnologia anche alle centrali a gas. Una posizione che Jung definisce “paradossale”, considerando che lo stesso governo ha più volte ribadito l’importanza di questa innovazione.

UNA VISIONE PRAGMATICA PER IL FUTURO

Se la CDU tornasse al governo, la sua strategia energetica punterebbe a coniugare protezione del clima e forza economica. Questo significa un ulteriore sviluppo delle rinnovabili, ma con un’attenzione particolare ai costi.

Tra le misure proposte, spicca la restituzione ai cittadini e alle imprese dei proventi della tassa sulla CO2, per abbassare il prezzo dell’energia e garantire un risparmio immediato. Secondo Jung, questa operazione potrebbe ridurre il costo dell’elettricità di cinque centesimi per kilowattora, con benefici diretti per famiglie e aziende.

L’ACCIAIO E IL RUOLO DELL’IDROGENO IN GERMANIA

Un altro punto di dibattito riguarda la decarbonizzazione dell’industria siderurgica. Jung difende la posizione del leader CDU Friedrich Merz, che ha criticato la scelta della coalizione di puntare esclusivamente sull’idrogeno verde, prodotto da fonti rinnovabili. La CDU propone invece un approccio più aperto, che includa anche l’idrogeno blu, derivato dal gas con cattura della CO2, ritenendolo essenziale per garantire una transizione sostenibile senza compromettere la competitività industriale.

LA GERMANIA VERSO UN NUOVO CORSO?

Quanto alle future alleanze politiche, che determineranno i compromessi su cui si baserà la politica energetica tedesca verosimilmente per i prossimi quattro anni, Jung non si sbilancia tra Spd e Verdi, esclude naturalmente qualsiasi ipotesi di collaborazione con l’estrema destra di AfD, ma sottolinea la necessità di una svolta radicale dopo le elezioni.

“Puntiamo su innovazione tecnologica, pragmatismo e sostenibilità economica”, afferma, delineando una visione in cui la transizione energetica non sia solo una sfida ambientale, ma anche un’opportunità per rafforzare l’economia tedesca.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su