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Baviera

Ecco come l’Italia potrebbe esportare gas e idrogeno in Baviera, Austria e Ungheria

A chi gli chiedeva quali clienti l’Italia potrebbe servire attraverso il progetto “Linea Adriatica” – il gasdotto che Snam punta a costruire entro il 2027 – il ministro dell’Ambiente e Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha risposto “anche ad Austria, Baviera e Ungheria”

L’Italia è in trattative preliminari con il governo della Baviera per fornire gas e idrogeno allo Stato della Germania meridionale, e mira anche a vendere energia ad Austria e Ungheria. È quanto hanno riferito all’agenzia Reuters quattro fonti industriali e politiche italiane e tedesche. Il governo Meloni ha delineato dei piani per trasformare l’Italia in una porta energetica tra Europa e Africa, sfruttando la domanda dei Paesi vicini, che cercano di ridurre la loro dipendenza dal gas russo.

PICHETTO FRATIN: “ITALIA POTREBBE SPEDIRE IL GAS IN BAVIERA, AUSTRIA E UNGHERIA”

Eni – il maggiore importatore italiano di gas naturale – ha contrastato la diminuzione dell’offerta russa spedendo volumi crescenti dall’Africa, dove è presente da decenni. Insieme ad altre compagnie italiane, ora sta pianificando di aumentare le vendite del gas in eccesso. A chi gli chiedeva quali clienti l’Italia potrebbe servire attraverso il progetto “Linea Adriatica” – il gasdotto che Snam punta a costruire entro il 2027 – il ministro dell’Ambiente e Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha risposto “anche ad Austria, Baviera e Ungheria”. Il progetto dovrebbe aumentare il gas capacità di trasporto dal Sud Italia a circa 10 miliardi di metri cubi all’anno in 4 anni. 

IL PROGETTO DEL GASDOTTO “LINEA ADRIATICA” 

La Linea Adriatica consentirà ad Eni e ad altre società di trasportare oltralpe una maggiore quantità di gas estratto in Africa, espandendo i mercati. Snam investirà 2,5 miliardi di euro nella Linea Adriatica, che contribuirà anche alla realizzazione della prevista rete SoutH2 per portare l’idrogeno dall’Africa al Nord Europa a partire dal 2030.

Il governo italiano ha richiesto circa 400 milioni di euro di finanziamenti dell’Unione europea per il progetto, tramite l’iniziativa RepowerEU, per garantire la sicurezza energetica e accelerare la transizione verde dell’Unione europea. Sulla possibilità di ricevere forniture di gas dall’Europa meridionale, comprese Italia e Croazia, un portavoce del governo regionale della Baviera ha detto a Reuters che “stiamo cogliendo ogni opportunità per portare gas e idrogeno sufficienti in Baviera da tutte le direzioni, incluso il Sud”.

LA POSIZIONE DELLA BAVIERA SUL TRASPORTO DI GAS

Il portavoce ha aggiunto che la regione conosce i piani elaborati dai gestori della rete del gas, tra cui anche Snam, per convertire i gasdotti esistenti in modo che anche l’idrogeno possa fluire dal Nord Africa, attraverso l’Italia e l’Austria, fino alla Baviera. “Il governo bavarese – ha aggiunto il portavoce – è consapevole dei colloqui in corso a livello federale. La Baviera contribuisce all’ulteriore processo di pianificazione – anche in coordinamento con i gestori di rete – e resta in stretto dialogo con i politici e le aziende dei Paesi coinvolti”.

Markus Kerber, capo stratega del partito tedesco di centrodestra CDU ed ex segretario di Stato del Ministero degli Interni, ha affermato che la Baviera, regione ad alta intensità industriale, vuole concludere degli accordi per aumentare la propria sicurezza energetica: “la Germania sta organizzando dei terminal GNL e altre soluzioni nel Nord, ma non possiamo escludere ritardi o blocchi alle infrastrutture. Questo è il motivo per cui gli Stati federali del Sud della Germania vogliono un ‘piano B’ per essere sicuri”, ha spiegato Kerber, ex amministratore delegato della lobby economica tedesca BDI.

Una fonte industriale ha detto che Snam ha avuto dei colloqui con la Baviera per rendere la rete adatta al trasporto dell’idrogeno. Il governo bavarese ha affermato che sta facendo pressione sul governo federale tedesco affinché sostenga questi progetti.

IL NUOVO “PIANO MATTEI” DELL’ITALIA

L’Italia – che fino a poco tempo fa era dipendeva fortemente dal gas russo – oggi lo importa principalmente dal Nord Africa, attraverso diverse società tra cui Eni, e rivende l’eventuale eccedenza. Lo scorso anno abbiamo consumato 67 miliardi di metri cubi di gas ed esportato 4,2 miliardi di metri cubi verso il Nord Europa, principalmente in Austria.

Il governo Meloni vede gli sforzi per rafforzare le infrastrutture energetiche – che includeranno anche ulteriori terminal GNL e nuove linee elettriche – come parte del suo “piano Mattei” per l’Africa. Si conoscono pochi dettagli sul progetto, ma la premier Meloni ha affermato che aiuterà a definire le politiche future per stimolare lo sviluppo in Africa, mentre l’Italia cerca anche di frenare l’immigrazione di massa.

LE ATTIVITÀ DI ENI IN AFRICA E I POSSIBILI NUOVI MERCATI DEL GAS

I rapporti di lunga data con i Paesi del Nord Africa e della regione sub-sahariana – dove Eni è il maggiore produttore internazionale di gas – rendono il governo fiducioso di poter aumentare ulteriormente i flussi ed esportare di più. Una fonte industriale ha affermato che il potenziale per portare gas dal Nord Africa – Algeria, Libia, Egitto e Mediterraneo orientale – è grande, ma che l’Italia ha bisogno di eliminare i colli di bottiglia nella rete, per aumentare le proprie esportazioni.

Quest’anno l’Austria ha già ricevuto gas dal Mediterraneo attraverso l’Italia, ha riferito una fonte. Il gruppo austriaco di petrolio e gas OMV ha detto di essersi assicurato ulteriore capacità di trasporto per i prossimi anni, ma che non ha in corso trattative per ottenere il gas africano. Il governo ungherese – che fa ancora molto affidamento su Mosca per la sua energia – non ha risposto alle domande sull’eventuale avvio di negoziati sulla fornitura di gas con l’Italia.

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