Secondo Bernstein Research, i risultati degli utili mostrano un chiaro aumento dell’importanza delle attività di trading per i giganti petroliferi europei
I giganti petroliferi europei nel 2022 hanno visto le loro unità commerciali incassare circa 37 miliardi di dollari di utili al lordo delle tasse, superando i 34 miliardi stimati realizzati dai maggiori commercianti di energia del mondo, con profitti in aumento attribuiti agli eventi provocati dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
Secondo i dati di Bernstein Research citati dal Financial Times, Shell ha generato 16 miliardi di dollari di utili dal suo ramo di commercio di energia, mentre TotalEnergies ha incassato 11,5 miliardi di dollari e BP ha guadagnato 8,4 miliardi di dollari.
Queste cifre si confrontano con i profitti record del 2022 del commercio di energia di Vitol di quasi 15 miliardi di dollari, seguiti dagli 8,5 miliardi di Trafigura, dai 5,4 miliardi di Gunvor e dai 4,9 miliardi di Mercuria.
“Nel complesso, lo scorso anno le tre major petrolifere europee hanno guidato il gruppo, generando circa 37 miliardi di dollari – stimiamo – tra molecole ed elettroni”, hanno affermato gli analisti Oswald Clint, Alex McColl ed Edouard Nelson in una nota di ricerca pubblicata dal Financial Times.
I PROFITTI E LE ATTIVITÀ DI TRADING
Martedì scorso, nonostante il calo dei prezzi del petrolio e del gas, BP ha registrato profitti per 5 miliardi di dollari per il primo trimestre 2023, superando le stime degli analisti e gli utili del quarto trimestre 2022, citando degli scambi di gas “eccezionali” e “un risultato molto forte nel commercio di petrolio”.
Bernstein Research ha osservato che, sebbene spesso sia difficile fare un confronto a causa di complicati elementi di divulgazione finanziaria, e sebbene alcune cifre non siano direttamente confrontabili, i risultati degli utili mostrano un chiaro aumento dell’importanza delle attività di trading per i giganti petroliferi europei.
Questa nuova tendenza continua a prendere slancio con il gigante statunitense ExxonMobil, che a febbraio ha annunciato che avrebbe creato la propria divisione commerciale globale entro la fine dell’anno, in un’importante riorganizzazione per guidare “l’intensità commerciale”.
Le major petrolifere europee spesso descrivono la loro competenza nel commercio di materie prime come la chiave della loro capacità di trasformarsi, nei prossimi due decenni, da produttori di petrolio e gas in fornitori integrati di energia, e quindi potrebbe essere gradualmente richiesto loro di fornire maggiori dettagli su tali attività.
PRODUTTORI DI PETROLIO E CAPACITÀ COMMERCIALI
Al di fuori dell’Europa, i grandi produttori di petrolio e gas senza capacità commerciali stanno cercando di costruirne o acquistarne alcune: ExxonMobil a febbraio ha annunciato l’intenzione di creare una divisione commerciale globale, mentre la Abu Dhabi National Oil Company ha tenuto colloqui con Gunvor su un possibile investimento.
Il brusìo attorno al trading con le prospettive di prezzo attualmente incerte per i prodotti energetici ha portato ad un crescente interesse per una quota dei profitti”, ha scritto Exxon in una nota ai suoi dipendenti.