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2025 energia clima

Ecco come sarà il 2025 per l’energia e il clima

I reporter e gli editori di Bloomberg, insieme agli analisti di BloombergNEF, hanno selezionato le i principali scenari che plasmeranno il futuro del pianeta nel nuovo anno

Dalle installazioni solari record alle vendite crescenti di auto elettriche, il mondo sta intensificando la lotta contro il riscaldamento globale in molti modi. Eppure, ci sono problemi in sospeso, come il carbone, che anche nel 2025 rischiano di interrompere la transizione verde. Dagli Stati Uniti al Giappone, la domanda di energia dovrebbe aumentare in modo significativo, poiché i data center richiedono più elettricità per l’intelligenza artificiale. Ciò sta costringendo alcune utility a riconsiderare le date di eliminazione graduale delle loro centrali elettriche a combustibili fossili, e sta portando anche al ritorno dell’energia nucleare.

LA VISIONE DI DONALD TRUMP

Tutto questo sta avvenendo mentre il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, si prepara ad entrare in carica. Trump ha già promesso di porre fine a quella che definisce “la nuova truffa verde” di Washington. Il primo giorno ha promesso di abbandonare i progetti eolici offshore, che rappresenterebbe un altro colpo per un settore afflitto da colli di bottiglia. Trump ha anche giurato di abbandonare l’accordo di Parigi, che chiede ai Paesi di limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C prima della fine del secolo.

Anche prima che Trump entri alla Casa Bianca, il pianeta sta mostrando dei preoccupanti segnali: gli scienziati hanno convenuto che il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato e il primo in cui l’aumento della temperatura globale ha superato 1,5 °C.

Cosa possiamo aspettarci di più nel 2025? I reporter e gli editori di Bloomberg, insieme agli analisti di BloombergNEF, hanno selezionato 15 tendenze che plasmeranno il futuro del pianeta nel nuovo anno.

IL TASSO DI INSTALLAZIONE DELL’ENERGIA SOLARE NEL 2025 RALLENTERÀ

Il mercato solare nel 2024 è cresciuto del 35%, ma BloombergNEF prevede che nel 2025 le installazioni globali aumenteranno solo dell’11%. Poiché l’energia solare costituisce una quota maggiore del mix elettrico dei Paesi, le reti faranno fatica a integrare l’energia diurna in eccesso. Tuttavia, il solare quest’anno resterà la principale fonte di nuova generazione aggiunta alle reti in tutto il mondo.

IL CARBONE ANCORA NON SCOMPARIRÀ

Il mese scorso l’Agenzia Internazionale per l’Energia ha cancellato la sua previsione di picco del consumo di carbone, affermando che l’uso del combustibile più sporco al mondo continuerà a battere i record almeno fino al 2027. Mentre la domanda di carbone in molti Paesi occidentali è crollata, è stata compensata da un crescente interesse per la fonte di combustibile in India e Cina. Nel frattempo, le utility statunitensi si trovano ad affrontare un forte aumento della domanda di energia per fabbriche e case, auto elettriche e riscaldamento, e soprattutto data center e intelligenza artificiale. Per alcuni, la transizione ecologica potrebbe essere messa in attesa, mentre si rivolgono all’affidabilità delle centrali elettriche a gas e carbone.

GLI INVESTIMENTI NEGLI ESG

L’etichetta ESG è diventata così carica di politica che presto potrebbe scomparire. Gli analisti di Bloomberg Intelligence affermano però che non importa, ciò che conta è che i principi alla base degli investimenti ambientali, sociali e di governance continueranno ad avere un impatto sulle aziende e sui mercati, in un mondo che si riscalda.

Negli Stati Uniti, i politici di destra continuano a segnare punti con le grandi compagnie petrolifere attaccando l’ESG. E ci sono prove che le aziende europee si stanno raffreddando a causa delle normative volte a reprimere il greenwashing. Tuttavia, dal 2021 sono stati investiti a livello globale nella transizione energetica oltre 3 trilioni di dollari, e vi sono altri trilioni in arrivo.

GLI STANDARD DI COMPENSAZIONE PROBABILMENTE SARANNO ALLENTATI

La Science Based Targets Initiative (SBTi), l’attore più importante degli obiettivi aziendali sulle zero emissioni nette, nel 2025 prenderà una decisione sul ruolo che i crediti di carbonio possono svolgere nel raggiungimento degli obiettivi climatici. Oggi le regole della SBTi consentono alle aziende di utilizzare compensazioni solo per non più del 10% delle emissioni derivanti dalla loro gamma completa di attività entro il 2050.

Nel 2024 l’organizzazione ha dovuto tornare sui suoi passi, dopo aver annunciato che i crediti potevano essere utilizzati per neutralizzare tutte le emissioni della catena di fornitura di un’azienda, dopo che i critici avevano sostenuto che ciò avrebbe portato ad un diffuso greenwashing.

Dopo un lungo processo di revisione della SBTi, BloombergNEF si aspetta che il gruppo offrirà più flessibilità di quanto non faccia ora, con riserve sulla qualità delle compensazioni. Tuttavia, qualsiasi decisione presa dalla SBTi provocherà onde d’urto in tutto il mondo dei crediti di carbonio e stabilirà il ritmo per la crescita futura.

I MERCATI PETROLIFERI E IL BOOM DELLE AUTO ELETTRICHE CINESI

Il boom delle auto elettriche in alcune parti del mondo si è raffreddato. Non però in Cina, che BloombergNEF prevede che nel 2025 rappresenterà il 65% di tutte le auto elettriche vendute a livello globale. Il passaggio all’elettrico ha portato la principale compagnia petrolifera cinese ad anticipare di 5 anni la sua previsione di picco della domanda al 2025, e gli analisti prevedono un forte calo in seguito. Questa è una cattiva notizia per l’OPEC, poiché la Cina ha rappresentato oltre la metà della crescita dei consumi globali in questo secolo.

IL RITORNO DEL NUCLEARE

L’energia nucleare sta vivendo una rinascita: in Europa, la preoccupazione per il riscaldamento globale e la sicurezza delle forniture energetiche durante la guerra della Russia in Ucraina ha suscitato un rinnovato interesse per l’energia atomica; negli Stati Uniti, le grandi aziende tecnologiche si sono rivolte al nucleare come fonte di energia rispettosa del clima.

Nel 2025 potremmo assister alla ripartenza di alcune delle grandi centrali nucleari che erano state chiuse e ad un maggiore interesse per la prossima generazione di reattori che sono ancora in fase di sviluppo, ma che si prevede saranno più piccoli e più facili da installare.

L’Inflation Reduction Act del presidente Joe Biden ha alimentato un boom della tecnologia climatica negli Stati Uniti. Con il ritorno di Trump, molti imprenditori stanno riconsiderando dove costruire le loro attività. La prospettiva di un indebolimento del supporto governativo per le tecnologie di riduzione delle emissioni di carbonio ha spinto alcune aziende a rinviare i piani di espansione negli USA, valutare opportunità all’estero e persino iniziare la ricerca di una nuova sede. Se queste startup faranno effettivamente le valigie, possiamo aspettarci una fuga di scienziati climatici che potrebbe ostacolare la competitività dell’America nella corsa globale per le innovazioni di prossima generazione.

GLI SCIENZIATI DEL CLIMA RIPENSANO ALCUNE TEORIE

Con l’aumento continuo dei livelli di anidride carbonica, il meteo è diventato più estremo e imprevedibile. Gli scienziati ora stanno cercando di capire come fornire ai governi e all’industria analisi utili sui rischi. La simulazione delle inondazioni è solo un’area che sta affrontando un esame approfondito.

Nel frattempo, il meteo estremo ha spinto alcuni ad esaminare più da vicino tecnologie che un tempo erano ai margini della scienza del clima. La geoingegneria sta diventando un’area di crescente interesse per alcuni imprenditori della Silicon Valley.

GLI IMPEGNI ALLA COP29

Una cosa che, alla COP29, ha aiutato i Paesi a raggiungere un compromesso per aumentare i finanziamenti annuali per il clima a 300 miliardi di dollari entro il 2035 è stata una tabella di marcia della COP30 volta a raggiungere 1,3 trilioni di dollari di finanziamenti per i Paesi in via di sviluppo ogni anno.

Quest’anno si parlerà molto di come questo enorme balzo potrà esattamente essere fatto. Più immediatamente, gli aumenti effettivi dei finanziamenti arriveranno da banche di sviluppo multilaterali, come la Banca Mondiale e la Banca Europea per gli Investimenti, che sono le uniche fonti con un mandato e i finanziamenti disponibili per aumentare i prestiti di decine di miliardi di dollari nel 2025.

I COLLOQUI ONU SUL CLIMA IN BRASILE

Alla COP30 di Belém, in Brasile, gli scambi più accesi tra i Paesi saranno sulle loro ambizioni climatiche individuali. I Paesi devono presentare nuovi obiettivi entro l’inizio di febbraio, una scadenza che la maggior parte non rispetterà. È probabile che molti tagli alle emissioni proposti verranno fatti in modo condizionale, con alcuni che vorranno vedere prima i flussi finanziari.

IL TRATTATO GLOBALE SULLA PLASTICA

C’è un crescente slancio da parte della maggior parte del mondo per frenare la produzione e il consumo di plastica e vietare le sostanze chimiche pericolose utilizzate nel materiale. I colloqui mediati dall’ONU volti a produrre un trattato legalmente vincolante alla fine del 2024 sono stati ostacolati da un piccolo gruppo di Paesi produttori di petrolio, tra cui Arabia Saudita e Russia, e dovrebbero riprendere quest’anno.

Nel frattempo, possiamo aspettarci che un gruppo crescente di oltre 100 Paesi frustrati dal processo ONU guidato dal consenso avvierà il proprio sforzo per ridurre drasticamente l’uso della plastica nelle proprie economie.

L’ESTRAZIONE MINERARIA IN ACQUE PROFONDE

Per anni le società minerarie hanno puntato gli occhi sugli oceani profondi, che contengono i più grandi depositi stimati di minerali del pianeta. Quest’anno l’organizzazione affiliata all’ONU che supervisiona l’estrazione mineraria in acque profonde mira a finalizzare le normative che consentiranno a queste attività di procedere in acque internazionali.

La Cina sta già pianificando di installare, a luglio, una macchina per l’estrazione mineraria nei fondali marini in una delle sue aree autorizzate nel Pacifico. Il Giappone ha affermato che inizierà l’estrazione mineraria nelle sue acque territoriali. Gli scienziati, però, hanno ripetutamente lanciato l’allarme: l’attività mineraria potrebbe avere conseguenze catastrofiche sull’ambiente, poiché si sa ancora poco degli ecosistemi unici delle profondità marine.

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