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Ecco le prossime mosse dell’Italia per il rilancio del nucleare

Il governo starebbe pensando di creare una società ad hoc per costruire gli impianti nucleari e sarebbe già in contatto con alcune aziende.

Il mondo dell’energia italiano è in fermento per la prospettiva di ripartire con il nucleare anche nel nostro paese. Si moltiplicano notizie, indiscrezioni ma anche alleanze tra aziende, università e istituzioni per rilanciare una fonte energetica che, con il passare del tempo, viene rivalutata per la sua capacità di produrre ingenti quantità di elettricità, modulabile e soprattutto senza emissioni di CO2.

ANCHE LA UE RILANCIA IL NUCLEARE

Anche Bruxelles ha aperto all’atomo con la presidente Ursula von der Leyen che ha parlato del nucleare come della “spina dorsale” della produzione energetica europea assieme alle rinnovabili, tanto da essere inserita anche all’interno della Tassonomia Ue, la nomenclatura che fissa i criteri tecnici per determinare se un’attività economica può essere considerata sostenibile o no.

UNA SOCIETÀ AD HOC PER RILANCIARE IL NUCLEARE ITALIANO

La novità di questi ultimi giorni è l’accelerazione della politica in direzione di un maggiore coinvolgimento italiano nella rinascita del nucleare. Bloomberg ha infatti anticipato che il governo starebbe pensando di creare una società ad hoc per costruire gli impianti nucleari e sarebbe già in contatto con alcune aziende. Nel corso del forum di Cernobbio, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha infatti confermato la volontà di creare una partnership tecnologica straniera per produrre a breve energia con il nucleare di terza generazione avanzata.

ANSALDO NUCLEARE, NEWCLEO, ENEL E UNA PARTNERSHIP STRANIERA SUL TAVOLO

A far parte di questa cordata sarebbero, sempre secondo le indiscrezioni raccolte da Bloomberg, Ansaldo nucleare che fa parte di Ansaldo Energia, a sua volta partecipata da Cassa Depositi e Prestiti, e dunque dal ministero dell’Economia, Newcleo, società di recente fondazione con sede a Torino specializzata nella realizzazione di piccoli reattori di nuova generazione, ed Enel, anch’essa partecipata dal Mef.

IL RIORDINO DEL QUADRO NORMATIVO ITALIANO AFFIDATO AL PROFESSOR GUZZETTA. ISIN SARÀ L’AGENZIA DI SICUREZZA NUCLEARE ITALIANA

Ulteriore conferma al fatto che il governo stia lavorando su un atomo made in Italy, sono le parole del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin che in un’intervista al Corriere della Sera ha confermato il varo di un disegno di legge re-introdurre il nucleare in Italia, in base a quale Isin dovrebbe trasformarsi nell’Agenzia di sicurezza italiana.

D’altronde il ministro aveva varato lo scorso anno la Piattaforma nazionale per un nucleare sostenibile a monte di un processo che entro fine anno, ha confermato lo stesso Pichetto, dovrebbe portare il professor Giovanni Guzzetta a consegnare il quadro complessivo di riordino del sistema normativo italiano grazie al gruppo di lavoro che sta guidando.

IL NUCLEARE ITALIANO È ANCHE NEL PNIEC

Non solo. A luglio l’Italia aveva presentato a Bruxelles l’aggiornamento del Piano per l’Energia e il Clima (Pniec), inserendo, per la prima volta, una specifica sezione dedicata ai lavori della Piattaforma Nazionale per un Nucleare Sostenibile e l’ipotesi di integrare il nucleare con le rinnovabili che da sola potrebbe rappresentare, nel 2050, l’11% o anche il 22% dell’energia.

CON IL 10% DI DOMANDA DA NUCLEARE, IMPATTO DA 50 MLD (2,5% DEL PIL) PER L’ITALIA

Considerando gli scenari di sviluppo previsti in Unione europea (60 GW) e in Italia (6,8 GW) al 2050, il nuovo nucleare potrebbe generare un mercato potenziale per le imprese della filiera italiana di 46 miliardi di euro, con un valore aggiunto attivabile di 14,8 miliardi. Tenendo conto poi dei suoi benefici indiretti e indotti, gli investimenti potrebbero abilitare un impatto complessivo per il Paese di oltre 50 miliardi (circa 2,5% del Pil italiano del 2023) e attivare fino a 117 mila nuovi posti di lavoro. È quanto emerge dallo Studio “Il nuovo nucleare in Italia per i cittadini e le imprese: il ruolo per la decarbonizzazione, la sicurezza energetica e la competitività”, realizzato da Edison, Ansaldo Nucleare e TEHA Group e anticipato, nell’ambito della 50esima edizione del Forum “Lo Scenario di oggi e di domani per le strategie competitive” di TEHA, in una conferenza stampa cui hanno preso parte Valerio De Molli, Managing Partner e CEO di The European House – Ambrosetti e TEHA Group, Nicola Monti, Amministratore Delegato di Edison, Daniela Gentile, Amministratore Delegato di Ansaldo Nucleare e Ferruccio Resta, Professore del Politecnico di Milano; Presidente della Fondazione Politecnico di Milano; Presidente della Fondazione Bruno Kessler; Presidente del Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile e componente dell’Advisory Board che ha supervisionato lo sviluppo della ricerca.

L’INDUSTRIA ITALIANA È GIA’ PRONTA: CONFINDUSTRIA NON HA DUBBI, EDISON E NEWCLEO PRONTI A PARTIRE

Il governo non è che l’approdo finale di un discorso ormai generalizzato verso un ritorno al nucleare. Anche gli industriali italiani chiedono a gran voce una maggiore indipendenza energetica nel solco della transizione “e per questo il paese ha bisogno di energia continua, abbiamo la necessità di rilanciare senza se e senza ma il nucleare”, ha detto il presidente di Confindustria Emanuele Orsini a Bisceglie, dal palco di Digithon. D’altronde anche la filiera delle imprese italiane può contare su almeno 70 realtà già attive nel comparto. Alcuni grandi gruppi hanno già dato il loro assenso come Edison. Il ceo Nicola Monti, sempre da Cernobbio, ha detto che il gruppo è pronto a realizzare due nuovi impianti Small Modular Reactor non appena verrà dato il via libera al nuovo quadro regolatorio dal Parlamento: due reattori da 340 MW ciascuno per circa 4 miliardi di investimenti complessivi. Oppure newcleo, il cui fondatore e Ceo Stefano Buono si è detto pronto a partire in Italia in particolare sul suo core business dei reattori modulari Amr di quarta generazione con potenze di 200 MW.

SI MOLTIPLICANO GLI ACCORDI TRA AZIENDE, ISTITUZIONI E INDUSTRIA

D’altronde molte aziende stanno già stipulando accordi o memorandum per moltiplicare la loro presenza nel settore e acquisire know-how utili alle imprese per rilanciarsi come produttori di componenti o per abbassare i costi energetici legati alla produzione. L’ultimo in ordine di tempo è l’intesa tra Saipem e newcleo che hanno sottoscritto un accordo di collaborazione per individuare soluzioni innovative per l’applicazione offshore della tecnologia nucleare di newcleo per la produzione di energia elettrica a zero emissioni attraverso l’applicazione della tecnologia “Small Modular Lead-cooled Fast Reactor” (SM-LFR). Webuild e Ansaldo Nucleare collaboreranno nei prossimi cinque anni per lo sviluppo, la commercializzazione e l’implementazione di tecnologie nucleari all’avanguardia, combinando competenze complementari dei due gruppi industriali. Obiettivo della cooperazione sarà favorire lo sviluppo ed espandere la presenza e l’adozione su scala globale degli Small Modular Reactor (SMR), reattori a fissione nucleare di piccola taglia (circa 300MW), modulari e flessibili, e successivamente degli Advanced Modular Reactor (AMR), reattori a fissione nucleare derivati dalle tecnologie di quarta generazione, attualmente in fase di studio, che utilizzeranno nuovi sistemi di raffreddamento, come ad esempio metalli fusi, per offrire prestazioni migliori e nuove funzionalità (cogenerazione, produzione di idrogeno, soluzioni per la chiusura del ciclo del combustibile e la gestione dei rifiuti nucleari).

A luglio erano state EDF, Edison, Ansaldo Energia, Ansaldo Nucleare e Federacciai ad annunciare la sottoscrizione di un Memorandum of Understanding finalizzato a promuovere una cooperazione per l’utilizzo dell’energia nucleare al servizio della competitività e della decarbonizzazione del settore siderurgico italiano.

Mentre lato lavoratori e competenze, Edison, Framatome e Politecnico di Milano hanno stretto un patto per la ricerca scientifica e tecnologica e per la formazione nel campo dell’energia nucleare. In questo caso le parti hanno dichiarato l’intenzione di mettere a fattor comune le rispettive conoscenze e competenze tecniche, al fine di sviluppare congiuntamente attività di ricerca, sviluppo e di innovazione per il settore nucleare.

Enea a giugno è entrata invece a far parte dell’Alleanza industriale europea sui piccoli reattori modulari Smr voluta e avviata dalla Commissione Europea a febbraio 2024 con l’obiettivo di accelerare lo sviluppo e il dispiegamento di piccoli reattori modulari in Europa all’inizio degli anni 2030. E sempre Enea, ha fatto il suo ingresso anche al vertice del network europeo Snetp (Sustainable Nuclear Energy Technology Platform) sulle tecnologie per il nucleare sostenibile, che promuove “sicurezza, affidabilità ed efficienza del nucleare civile”.

Infine, non sono da dimenticare l’accodo di collaborazione sempre sugli Small modular reactor e sugli Advanced Modular reactor stretto tra Enel (che comunque gestisce nel suo portafoglio numeroso centrali tradizionali) e Ansaldo Nucleare lo scorso marzo finalizzata a esplorare le prospettive di queste due tecnologie di frontiera, analizzandone in particolare le opportunità in chiave industriale. E la collaborazione ormai storica tra Eni e Massachusetts Institute of Technology per generare tecnologie energetiche avanzate in modo sostenibile, in particolare la fusione nucleare che nelle intenzioni dovrebbe trovare vedere la luce nel 2030 con il primo reattore pienamente funzionante.

CHI PRODUCE NUCLEARE IN EUROPA

Al momento i paesi dell’Unione Europea che producono energia nucleare sono dodici su 27. La Francia possiede 56 dei 100 reattori attivi nell’Unione Europea e ne sta costruendo uno. La Svezia ne ha 6, Spagna e il Belgio ne hanno 5 a testa, l’Ungheria quattro poi ci sono Bulgaria (2), Finlandia (5), Paesi Bassi (1), Romania (2), Repubblica Ceca (6), Slovacchia (5), Slovenia e Croazia (1).

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