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Borsa

Ecco perché Fondi e investitori mettono nel mirino le aziende top italiane

Con l’emergenza coronavirus e il crollo dei valori delle società in borsa molti titoli energetici italiani sono nel mirino estero. E il governo pensa a rafforzare la Golden Power

L’emergenza coronavirus che ha colpito duramente il nostro paese ha prodotto effetti anche in Borsa. Non solo in termini di caduta di valore dei titoli – alcuni hanno perso anche il 50% della quotazione – ma anche in termini di acquisto di partecipazioni. Negli ultimi giorni, complice anche la modifica delle regole da parte di Consob che ha ridotto dal 5% all’1% (o al 3% a seconda del tipo di società) la soglia di acquisti oltre la quale dover dichiarare la partecipazione, ecco che si delinea un quadro in cui molti fondi esteri hanno cominciato ad allungare lo sguardo su titoli strategici italiani, non da ultimo quelli energetici.

LE PROTAGONISTE

Le protagoniste di questo ultimo periodo sono state molte società strategiche italiane come Eni, Saipem e Terna ma anche, dall’altro lato, le banche centrali di altri paesi il cui insolito attivismo sta mettendo in guarda il governo, convincendolo a rafforzare ed estendere l’ambito del golden power.

Procediamo con ordine: il titolo Eni in tre mesi, a causa della pandemia da Covid-19, ha perso il 33,4% del suo valore e ora capitalizza 33,5 miliardi di euro. Il suo assetto è prevalentemente in mano a investitori, istituzionali – circa il 56% – il resto è controllato dal retail – l’11% circa – e dal Tesoro – 30,10% del capitale -. L’attuale ribasso dei valori sta facendo gola all’estero tanto che dai dati Consob sulle partecipazioni rilevanti emerge che la People’s Bank of China è titolare dell’1,014% dell’Eni, – ma la quota era posseduta da prima di questo periodo – mentre Eni stessa detiene l’1,70% di azioni proprie, una modalità che consente di elevare il valore per azione e rafforzare la posizione del primo azionista, la Cdp (25,7%) e il Tesoro (4,3%).

La Norges Bank, la banca centrale della Norvegia che agisce anche come fondo sovrano, ha acquisito l’1,37% di Atlantia, 1,64% di Terna, l’1.047% di Saipem ma anche quasi il 2% in Salini Impregilo. Sempre Snam ha visto scendere la partecipazione di Lazard AM dal 5,054% al 4,918% detenuta in gestione discrezionale del risparmio. Mployees Provident Fund Board ha invece partecipazioni in Prysmian Spa – 1,09% diretta proptietà – a cui si aggiunge l’1,4% di Ubs Group di partecipazione indiretta in gestione non discrezionale del risparmio – e un 1,8% di azioni riacquistate dalla stessa Prysmian senza diritto di voto. Infine, in ambito interno, il Comune di Ferrara ha acquisito il 2,2% di Hera e il Comune di Cesena l’1,4%.

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