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Trump

Ecco perché le sanzioni energetiche di Trump sono un’arma a doppio taglio per l’economia globale

Con l’elezione di Donald Trump a presidente, le sanzioni energetiche degli USA potrebbero diventare più severe, poiché Trump si concentrerà sull’aumento della produzione nazionale di petrolio e gas e sul rafforzamento dei controlli su Iran, Venezuela e Russia

Gli Stati Uniti continuano a mantenere le sanzioni su diversi Paesi, tra cui Iran, Venezuela e Russia. Mentre l’amministrazione Biden all’inizio del 2024 ha allentato le sanzioni sull’energia venezuelana e l’Iran è riuscito ad aggirare le sanzioni sempre di più, non c’era un percorso chiaro per porre fine alle misure. Ora, con l’elezione di Donald Trump come presidente per un secondo mandato non consecutivo, le sanzioni energetiche statunitensi potrebbero diventare più severe, poiché Trump si concentrerà sull’aumento della produzione nazionale di petrolio e gas e sul rafforzamento dei controlli su questi Paesi.

L’IMPATTO DELLA PRESIDENZA TRUMP SULLA PRODUZIONE DI PETROLIO USA

Come spiega Felicity Bradstock su Oilprice, durante la sua campagna elettorale Trump ha ripetutamente promesso di imporre sanzioni più severe sul petrolio iraniano e venezuelano, il che potrebbe portare ad una diminuzione dell’offerta globale e far salire i prezzi. “Concettualmente, l’impatto di un potenziale secondo mandato di Trump sui prezzi del petrolio è ambiguo, con un certo rischio di ribasso a breve termine per l’offerta di petrolio iraniano , e quindi un rischio di rialzo dei prezzi”, hanno scritto gli analisti delle materie prime di Goldman Sachs in una nota.

“Il rischio di ribasso a medio termine per la domanda di petrolio – e quindi per i prezzi del petrolio – deriva però dal rischio di ribasso per il PIL globale derivante da una potenziale escalation delle tensioni commerciali”. Per seguire lo slogan “drill baby, drill!” (“trivelliamo!”) fatto durante i comizi, Trump dovrebbe raddoppiare il sostegno alla produzione di petrolio e gas degli Stati Uniti. L’incertezza sulle nuove licenze osservata durante il mandato di Biden sarà un ricordo del passato, poiché le compagnie petrolifere e del gas perseguono più attività di esplorazione per mantenere i loro livelli record di produzione oil e gas.

LE STRATEGIE DEI PAESI SANZIONATI CON IL NUOVO MANDATO TRUMP

Gli Stati Uniti sono il più grande produttore di petrolio al mondo: secondo l’Energy Information Administration (EIA), contribuiscono al 22% del greggio mondiale. Se sotto Biden la produzione di petrolio e gas stava crescendo a livelli record, sono state allentate anche le restrizioni sull’energia da Paesi sanzionati, come Iran e Venezuela.

Nonostante le sanzioni, l’Iran oggi produce circa 3,5 milioni di barili al giorno di greggio ed esporta 1,8 mb/g. Si tratta di un aumento significativo rispetto alla quantità prodotta quando Trump era al potere, che è scesa ad un minimo ufficiale di circa 400.000 b/g durante la campagna di “massima pressione” della sua precedente amministrazione.

LA POLITICA PETROLIFERA DELL’IRAN

Stiamo già iniziando a vedere un cambiamento nella tendenza del petrolio iraniano, con le esportazioni in calo a causa della complessa situazione geopolitica in Medio Oriente. Si prevede che le esportazioni dell’Iran diminuiranno ulteriormente sotto la nuova amministrazione Trump, poiché è prevedibile l’imposizione di sanzioni più severe.

Questa settimana il presidente eletto ha scelto il senatore statunitense Marco Rubio – che da tempo spinge per una politica statunitense più dura nei confronti di Iran e Cina – come segretario di Stato. Bob McNally, presidente di Rapidan Energy, ha dichiarato che “Rubio ha un curriculum costante e solido come falco nei confronti di Iran, Venezuela e Cina. Implementerà con zelo i piani di Trump per esercitare pressione sulle esportazioni di greggio dell’Iran, quasi tutte destinate alla Cina”.

TRUMP E LE MOSSE DELLA CINA

La Cina ha aumentato le sue importazioni di forniture energetiche scontate dai Paesi sanzionati dagli Stati Uniti – tra cui Iran, Venezuela e Russia -, aggirando palesemente le sanzioni negli ultimi anni. Pechino ha utilizzato delle rotte speciali, delle petroliere fantasma ed altre tattiche clandestine per aumentare le sue importazioni di greggio da questi Paesi; inoltre, con l’allentamento delle sanzioni, ha importato petrolio e gas tramite rotte più convenzionali.

La Russia nel 2023 ha superato l’Arabia Saudita ed è diventata il più grande fornitore di greggio della Cina, spedendo al gigante asiatico 2,14 milioni di b/g. La Cina ha segnalato di aver importato l’11% in più di greggio dall’Iran nei primi tre mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023. Ciò potrebbe rappresentare un problema, poiché Trump tenta di imporre sanzioni più severe, potenzialmente spingendo Pechino a reagire, se le sue forniture energetiche venissero interrotte.

TRUMP VUOLE AUMENTARE LE SANZIONI AD IRAN, VENEZUELA E RUSSIA

Tuttavia, Trump starebbe pensando di raddoppiare i piani per sanzioni più severe su tutti e tre i Paesi. Ad ottobre, le esportazioni di petrolio del Venezuela sono salite a 950.000 b/g, il massimo degli ultimi quattro anni. Tuttavia, Jose Cardenas, consulente strategico e lobbista di Washington, ha spiegato che “revocare le licenze petrolifere invierebbe un forte segnale non solo a Maduro, all’opposizione, all’Unione europea e ad altri che gli Stati Uniti sono seri riguardo ad una transizione democratica in atto in Venezuela”.

Qualsiasi mossa per rafforzare ulteriormente le sanzioni sul Venezuela probabilmente spingerebbe il Paese sudamericano più vicino all’Iran e alla Cina, il che potrebbe causare delle tensioni geopolitiche per gli Stati Uniti e i suoi alleati.

GLI SCENARI GEOPOLITICI IN CASO DI UN INASPRIMENTO DELLE SANZIONI

Per quanto riguarda la Russia, poiché gli USA negli ultimi anni hanno aumentato significativamente la loro produzione di gas naturale e i loro alleati si sono assicurati forniture alternative, Trump si trova in una posizione di forza per imporre sanzioni severe sull’energia di Mosca. Sulla base di quanto detto da Trump in campagna elettorale e delle persone che sta nominando nei ruoli chiave del governo, sembra probabile che, quando entrerà in carica, imporrà delle sanzioni energetiche più severe ad Iran, Venezuela e Russia.

Gli Stati Uniti sono in una posizione di forza per farlo, poiché la loro produzione di petrolio e gas è al massimo storico. Tuttavia, delle sanzioni più severe potrebbero indurre la Cina a reagire, poiché le sue catene di fornitura energetica vengono interrotte, e potrebbero anche incoraggiare Venezuela e Iran ad approfondire i loro legami reciproci, creando così una maggiore instabilità geopolitica.

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