Con il blocco dell’import russo, l’Unione europea ha bisogno di sostituire circa 1 mln di barili al giorno di prodotti come diesel e nafta entro febbraio
L’Unione Europea ha ridotto le sue importazioni via mare di greggio dalla Russia a partire dallo scorso 5 dicembre, ma poco prima dell’embargo ha importato petrolio e ha persino aumentato l’acquisto di diesel russo via mare, in vista del divieto che scatterà a febbraio.
CRESCE L’INCERTEZZA
Sebbene l’embargo Ue e il prezzo massimo imposto assieme al G7 sul greggio russo – che ha fissato il prezzo a 60 dollari al barile – non abbiano immediatamente turbato il mercato petrolifero (con i trader preoccupati per un possibile impatto della domanda a causa del rallentamento delle economie) cresce però l’incertezza su come i divieti sulle importazioni russe influenzerà i saldi di offerta nei prossimi mesi.
Ma una cosa è certa: l’Ue ha bisogno di circa 1 milione di barili al giorno di prodotti russi – diesel e nafta – da sostituire entro febbraio.
LE IMPORTAZIONI DELL’UE DI PETROLIO RUSSO AFFONDATE PRIMA DELL’EMBARGO
Le esportazioni russe di greggio verso l’Europa sono diminuite di 430.000 barili al giorno a 1,1 milioni di barili a novembre, ha dichiarato l’Agenzia internazionale per l’energia (Aie) nel suo Rapporto sul mercato petrolifero della scorsa settimana.
Le esportazioni di petrolio via mare verso l’Unione europea sono diminuite di ben 330.000 barili al giorno a soli 500.000 barili al giorno. Le importazioni di greggio via mare sono scese invece al di sotto delle importazioni attraverso l’oleodotto Druzhba – che non sono soggette a embargo – per la prima volta, secondo il rapporto dell’Aie citato da Reuters. Il mese scorso l’UE ha importato dalla Russia 590.000 barili al giorno di petrolio attraverso l’oleodotto Druzhba.
LA RUSSIA PRIMO FORNITORE DI PETROLIO ALL’INDIA
Il cambiamento nei flussi di petrolio della Russia è stato evidente il mese scorso, quando le esportazioni totali di petrolio sono salite al livello più alto da aprile, grazie a un aumento delle spedizioni di diesel. Mentre le esportazioni di greggio russo verso l’Europa sono diminuite di 430.000 barili al giorno da ottobre, le spedizioni in India hanno raggiunto il record di 1,3 milioni di barili al giorno, sempre secondo i dati Aie.
Si stima addirittura che la Russia abbia superato l’Iraq e sia diventato il più grande fornitore di petrolio dell’India a novembre, con le raffinerie indiane si sono affrettate a fare scorta di petrolio russo prima dell’avvio del cap del 5 dicembre e dei relativi divieti sui servizi di trasporto per il greggio russo.
EXPORT RUSSO A PICCO DA GENNAIO
Le esportazioni russe di greggio dovrebbero diminuire da gennaio, quando l’embargo dell’Ue sarà entrato in vigore a tutti gli effetti. “Un calo più marcato è previsto per il mese prossimo, con l’entrata in vigore del divieto dell’Ue sulle importazioni di greggio russo e del tetto massimo del prezzo del G7”, ha affermato l’Aie nel suo rapporto mensile.
IL PROBLEMA DELLA SOSTITUZIONE
Per questo motivo il vecchio Continente dovrà sostituire le importazioni di greggio russo via mare con ulteriori acquisti dal Kazakistan, dagli Stati Uniti, dalla Norvegia, dal Brasile o dalla Guyana, affermano gli analisti.
AUMENTO DELLE IMPORTAZIONI DI GASOLIO NELL’UE, ANCHE DALLA RUSSIA
A parte il greggio russo, come anticipato, l’Ue dovrà presto sostituire circa 1 milione di barili al giorno di importazioni di prodotti petroliferi russi, compreso il diesel che scarseggia in Europa da mesi.
L’ Europa potrebbe essere sulla buona strada per registrare un altro record per le più alte importazioni mensili di diesel acquistandolo da tutto il mondo, compresa la Russia fintanto che è ancora consentito (l’embargo parte il 5 febbraio). “I carichi di greggio sono rimasti invariati nel mese a poco più di 5 mb/g, nonostante un calo di 430 kb/g nelle spedizioni verso l’Europa. Al contrario, i flussi di prodotti (in particolare di diesel) sono aumentati, anche in Europa”, si legge sul report Aie di dicembre.
Per il momento il Vecchio Continente acquista grandi volumi di gasolio dal Medio Oriente e dall’Asia, ma la Russia è ancora il suo principale fornitore di gasolio, ma da febbraio la concorrenza rischia di farsi feroce
SI PREANNUNCIA UN ALTRO RALLY DEI PREZZI?
Il trend che si sta profilando all’orizzonte rischia di innescare un altro aumento dei prezzi nei prossimi mesi: “Mentre i prezzi del petrolio più bassi rappresentano un gradito sollievo per i consumatori di fronte all’aumento dell’inflazione, resta da vedere il pieno impatto degli embarghi sulle forniture di greggio e prodotti russi.Non si può escludere un altro rally dei prezzi”, ha affermato l’agenzia internazionale per l’energia.
MOLTO DIPENDE ANCHE DALLA RISPOSTA RUSSA
L’approvvigionamento russo al mercato globale del petrolio “dipenderà non solo dalla capacità di Mosca di collocare quanto più greggio e prodotti possibile presso acquirenti in Asia che non si preoccupano o eludono deliberatamente il meccanismo del prezzo massimo, ma anche dall’effetto della risposta politica del Cremlino al limite di prezzo”, scrive Oilprice.
La Russia ha promesso di adottare misure per contrastare il price cap e si prepara a vietare la vendita di greggio russo a tutti gli acquirenti che fanno parte della Price Cap Coalition.
“Ci si aspettava una sostanziale interruzione dell’esportazione di greggio russo a seguito delle nuove sanzioni, ma finora l’impatto è stato insignificante se non del tutto nullo. Uno dei motivi è il fatto che gran parte delle esportazioni russe di petrolio greggio trasportato via mare sono già state scambiate al di sotto del limite di prezzo – ha dichiarato in una nota Bjarne Schieldrop, capo analista delle materie prime presso la banca SEB -. Potrebbe essere troppo presto per valutare davvero l’impatto netto delle sanzioni così presto dopo la scadenza”, aggiungendo che tuttavia è probabile una certa riduzione delle esportazioni di greggio russo.