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Gas

Ecco qual è la sfida più difficile per le aziende dell’Oil&gas

Nonostante i timori di recessione, il settore energetico potrebbe essere pronto per un rimbalzo

La volatilità dei prezzi del petrolio e del gas, l’improvviso crollo dei prezzi e le preoccupazioni circa la futura domanda di greggio si sono combinate nell’ultimo anno o due in modo tale da scoraggiare gli investitori a puntare su petrolio e gas. Tanto che negli ultimi mesi gli energetici sono stati tra i settori che hanno ottenuto le performance peggiori.

NONOSTANTE I TIMORI DI RECESSIONE IL SETTORE ENERGETICO POTREBBE ESSERE PRONTO PER UN RIMBALZO

BonattiMalgrado Wall Street, prima borsa al mondo, abbia snobbato il settore, sono gli stessi analisti della piazza finanziaria e gli esperti di borsa a credere che non si stia facendo la cosa giusta. Alcuni osservatori, come Andrew Bary su Barron’s.com, suggeriscono in realtà che gli investitori stiano perdendo il settore energetico, e azioni come quelle di Chevron, per esempio, potrebbero essere un buon affare per il futuro. Insomma, nonostante i timori di recessione, il settore energetico potrebbe essere pronto per un rimbalzo, sostiene Bary.

GLI ENERGETICI I MENO AMATI DAGLI INVESTITORI

Guardando alla piazza affari più importante a livello globale, l’S&P 500, emerge che il settore energetico ha guadagnato solo lo 0,9% quest’anno, mentre l’indice nel suo complesso è salito del 16,6%, secondo i dati fino al 19 agosto di Yardeni Research per Standard & Poor’s. Il settore dell’energia nell’S&P 500 ha registrato, dunque, il peggior risultato tra i principali settori industriali di quest’anno, superato da tutti i principali comparti da quello dei consumatori discrezionali, dei beni di prima necessità, finanziario, informatico, sanitario, industriale, dei materiali, a quello immobiliare, delle comunicazioni e dei servizi pubblici. L’energia è stato, dunque, il settore meno vincente dell’S&P 500 di quest’anno, e gli analisti dicono che è stato anche il meno amato dagli investitori.

IL SETTORE ENERGETICO HA IL POTENZIALE PER RECUPERARE E REGISTRARE IL MAGGIOR GUADAGNO NEI PROSSIMI 12 MESI,

Il comparto energetico è “uno dei settori meno favoriti secondo il nostro ultimo lavoro di indagine sui clienti, con il prezzo del petrolio e del gas che rappresentano una questione chiave”, ha evidenziato un recente rapporto di ricerca dello stratega statunitense Tobias Levkovich di Citi Bank, citato da Bloomberg. Tuttavia, secondo gli obiettivi di prezzo degli analisti di Wall Street, il settore ha comunque il potenziale per recuperare e registrare il maggior guadagno nei prossimi 12 mesi, come dimostrano i dati raccolti sempre da Bloomberg.

ATTESO UN RENDIMENTO SUPERIORE AL 26% NEI PROSSIMI 12 MESI

Il rendimento atteso su 12 mesi sulla base degli obiettivi di prezzo degli analisti del lato vendita è del 26,5% per il settore energetico, seguito da consumatori discrezionali attesi al 15,4% del rendimento. “Alcuni analisti sostengono che le azioni di petrolio e gas hanno sofferto più di altri settori industriali e calano più di quanto fanno i prezzi degli idrocarburi stessi quando le materie prime iniziano a scendere”, si legge su oilprice.com. “Anche per l’osservatore di mercato più occasionale, dovrebbe essere palesemente ovvio che il settore energetico è in crisi”, ha dichiarato Eric Nuttall, Partner, Senior Portfolio Manager di Ninepoint Partners, in un rapporto sulle prospettive di mercato di inizio agosto. Nuttall ha notato che le quotazioni di petrolio e gas sono aumentate quando i prezzi del petrolio si sono alzati quest’anno. D’altra parte, quando il petrolio viene venduto sulla base di notizie macroeconomiche, le azioni energetiche crollano più dei prezzi del petrolio stesso.CHINA

I TRE FATTORI PRINCIPALI DEL CROLLO DEGLI ENERGETICI DI GAS E PETROLIO

Nuttall vede tre fattori principali che hanno colpito le azioni di aziende attive nel petrolio e gas negli ultimi mesi e anni. Uno è che le aziende energetiche si sono assunte un sacco di debiti in nome della crescita, lasciando gli investitori con la percezione di essere poveri gestori di capitale e ancora più poveri pagatori di rendimenti. Gli altri fattori sono lo shale statunitense che ha cambiato la percezione del costo marginale dell’offerta, con intervalli al di sotto dei 40 dollari al barile, così come una campagna ambientale da parte di fondi, gestori di fondi e banche per vendere le azioni di petrolio e gas.

CRESCITA SHALE E RENDIMENTI COMPETITIVI POTREBBERO INVERTIRE LA SPINTA

Secondo Nuttall, due eventi importanti potrebbero, invece, invertire la percezione del mercato delle quotazioni petrolifere. Uno di essi è costituito dai tassi di crescita dello shale, che porrebbe fine al pareggio sotto i 40 dollari e al racconto sull’indipendenza energetica degli Stati Uniti. L’altra è costituita da aziende energetiche che mostrano rendimenti competitivi rispetto a tutti i settori industriali sugli investimenti di capitale e una spinta contro la disinformazione.

shale gasDOLLARO DEBOLE E DIVIDENDI CORPOSI POTREBBERO DARE SEGNALE

Levkovich ha evidenziato sempre a Bloomberg che anche un dollaro statunitense più debole potrebbe aiutare il settore delle materie prime, e quindi le scorte energetiche. Tuttavia, i partecipanti al mercato vorrebbero più segni di capex sostenibile e tendenze di ritorno, che nella maggior parte dell’industria statunitense dello shale non sono bravi a fare. Un maggiore appetito per le azioni cicliche e il miglioramento della spesa potrebbe essere un catalizzatore per gli investitori e una spinta a ritornare di nuovo a guardare a petrolio e gas, ha detto Levkovich, sottolineando, tuttavia, di non aspettarsi un tale miglioramento nei prossimi mesi. “Tuttavia, potrebbe essere proprio la scarsa performance dei titoli energetici finora a spingere gli investitori ad acquistare azioni in alcune delle principali compagnie petrolifere, che generalmente hanno rendimenti dei dividendi corposi”, ha spiegato oilprice.

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