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Prospettive energetiche

Ecco quali saranno le prospettive energetiche future secondo il Rapporto IEF

Le fonti energetiche a basso contenuto di carbonio, tra cui le fonti rinnovabili, l’idroelettrico, la biomassa e il nucleare, dovrebbero crescere complessivamente del 32-67% entro il 2030. Cosa dice il nuovo rapporto pubblicato dall’International Energy Forum (IEF) sulle prospettive energetiche a lungo termine

Secondo un nuovo rapporto pubblicato dall’International Energy Forum (IEF), i principali scenari per la domanda di energia nel 2050 continuano a divergere in modo massiccio a causa dell’incertezza sulle politiche climatiche e sul modo in cui l’industria energetica globale ridurrà le emissioni di gas serra.

POSPETTIVE ENERGETICHE FUTURE: IL RAPPORTO IEF

Le 24 prospettive sulla domanda di energia analizzate nel un nuovo rapporto pubblicato dall’International Energy Forum (IEF) hanno mostrato una divergenza tra gli scenari più alti e quelli più bassi di 92 milioni di barili al giorno (mb/d) entro il 2050 per il petrolio e di 5.100 miliardi di metri cubi (bcm) per il gas naturale entro il 2050, all’incirca pari alle dimensioni del mercato globale di oggi. La gamma di proiezioni per la domanda di energia rinnovabile nel 2050 – scrive in una nota l’International Energy Forum (IEF) -è stata quattro volte superiore all’attuale mercato globale delle rinnovabili.

Nel confronto tra le sei principali prospettive energetiche dell’AIE e dell’OPEC, l’IEF afferma nella nota di aver riscontrato alcune aree di accordo sul 2030. Tutti gli scenari di base mostrano un aumento dell’8-12% della domanda di energia primaria entro la fine di questo decennio, con i Paesi non OCSE alla guida della crescita.

LO SCENARIO ‘NET ZERO’

Secondo il rapporto, le fonti energetiche a basso contenuto di carbonio, tra cui le fonti rinnovabili, l’idroelettrico, la biomassa e il nucleare, dovrebbero crescere complessivamente del 32-67% entro il 2030 in tutti e sei gli scenari. La domanda di carbone dovrebbe diminuire entro il 2030 in tutti e sei gli scenari, anche se l’entità del calo varia dal 5 al 46%.

Entro il 2045 – scrive nella nota l’International Energy Forum (IEF) – tre dei sei scenari prevedono una forte crescita della domanda di energia primaria. Tuttavia, lo scenario “net zero” dell’AIE prevede un crollo del 15 percento della domanda di energia primaria, con un’interruzione della relazione storica tra crescita economica e crescita della domanda di energia.

L’IEF dichiara che ha inoltre raccolto dati su altri 18 scenari da sette fonti per capire come le proiezioni dell’AIE e dell’OPEC si confrontino con altre prospettive leader del settore. Secondo il rapporto, tre quarti dei 24 scenari mostrano una domanda di energia primaria nel 2050 superiore a quella del 2021. Le previsioni per la domanda totale di liquidi nel 2050 divergono di 92 mb/d, quasi la dimensione dell’attuale mercato globale. Gli scenari basati sulle tendenze e sulle politiche attuali hanno mostrato un plateau della domanda, mentre gli scenari “net zero” hanno mostrato un picco e un crollo.

Più della metà di tutti gli scenari al 2050 mostravano una riduzione della domanda di carbone di oltre la metà, una quota di combustibili fossili superiore alla metà della domanda totale di energia primaria e un aumento dell’energia nucleare di oltre il 50%. La maggior parte degli scenari mostra una crescita della domanda di elettricità dell’80% entro il 2050, con gli scenari più ambiziosi che prevedono una crescita fino al 200% rispetto al 2021. Secondo il rapporto, la maggior parte degli scenari “net zero” prevede che la cattura del carbonio si espanda fino a 6-8 gigatoni di CO2 all’anno entro il 2050.

MCMONIGLE (IEF): INCERTEZZA DELLA DOMANDA ENERGETICA FUTURA

“L’ampia gamma di scenari sottolinea l’incertezza della domanda energetica futura, l’ampio impatto potenziale delle politiche e l’immensa sfida che ci attende per realizzare transizioni giuste e ordinate”, ha dichiarato al 13° simposio sugli Outlook energetici, Joseph McMonigle, Segretario generale dell’IEF.

“L’unico antidoto sicuro ai prezzi elevati e alla volatilità dell’energia è un investimento adeguato in nuove forniture. Gli investimenti insufficienti rischiano di minare la sicurezza energetica e possono anche bloccare i progressi verso gli obiettivi climatici, mettendo a rischio il sostegno pubblico all’azione per il clima e aumentando la dipendenza da opzioni a più alta intensità di carbonio nel breve termine”, ha dichiarato McMonigle.

“Le decisioni di investimento nel settore energetico sono informate dalle prospettive e dagli scenari della domanda di energia. Se da un lato gli scenari ottimistici sono essenziali per monitorare i progressi verso gli obiettivi climatici, dall’altro è altrettanto importante fornire prospettive basate sulle attuali tendenze politiche e dei consumatori. Le decisioni di investimento dovrebbero basarsi su scenari realistici e su dati di mercato in tempo reale per evitare carenze di approvvigionamento”, ha sottolineato McMonigle.

Il rapporto: IEF Outlooks Comparison Report – February 2023

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