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Abu Dhabi

Gli Emirati aumentano riserve e investimenti nel petrolio

Gli Emirati Arabi Uniti portano le proprie riserve di petrolio a 107 miliardi di barili. E spenderanno 122 miliardi nell’aumento dell’output. Possibili frizioni con l’OPEC

L’emirato di Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, ha aumentato le proprie riserve convenzionali di petrolio di 2 miliardi di barili, portandole a 107 miliardi in tutto. È il secondo aumento in due anni: nel 2019 erano stati aggiunti 7 miliardi di barili.

LE SCOPERTE DI ADNOC

ADNOC, l’azienda petrolifera statale emiratina, ha inoltre annunciato una scoperta da 22 miliardi di barili di petrolio non convenzionale che tuttavia potrebbero non essere completamente recuperabili, data la complessità delle operazioni di estrazione. Ciononostante, il Consiglio supremo del petrolio – l’ente che si occupa della gestione del settore energetico di Abu Dhabi – ha parlato di una riserva più grande di quelle contenute nei principali campi petroliferi dell’emirato, con un potenziale produttivo paragonabile “alle maggiori operazioni di shale oil in Nord America”.

È possibile che le riserve di Abu Dhabi possano aumentare ancora una volta che saranno avviate le esplorazioni nei blocchi (due onshore e tre offshore) messi in vendita l’anno scorso. Il Consiglio dovrebbe annunciare a breve i vincitori dei contratti.

NUOVO PIANO DI SPESA

Domenica scorsa il Consiglio supremo del petrolio di Abu Dhabi ha approvato un piano di spesa per ADNOC da 122 milioni di dollari entro i prossimi cinque anni, che dovrebbe contribuire alla crescita della compagnia “in tutte le aree di business”, incluse la produzione, la raffinazione e il trading. Benché il piano si concentri sul petrolio e sul gas naturale, ADNOC ha anche ricevuto l’approvazione del governo per iniziare a produrre idrogeno.

FRIZIONI CON L’OPEC

Nonostante l’alleanza OPEC+ – il gruppo, guidato da Arabia Saudita e Russia, che riunisce i membri dell’OPEC e altri importanti esportatori di greggio – sembra avere intenzione di proseguire con i tagli all’output per bilanciare il mercato, indebolito dalla pandemia, gli Emirati Arabi Uniti vorrebbero al contrario aumentare la produzione di petrolio per garantirsi maggiori entrate, con le quali finanziare la diversificazione economica.

ADNOC è nettamente il maggiore produttore di petrolio negli Emirati Arabi Uniti, che a loro volta sono i terzi maggiori produttori dell’OPEC (dopo Arabia Saudita e Iraq). Attualmente la compagnia ha una capacità produttiva di circa 4 milioni di barili al giorno, ma ha intenzione di arrivare a 5 milioni entro il 2030. I tagli imposti dall’OPEC+, però, hanno limitato l’output di Abu Dhabi a 2,6 milioni di barili al giorno fino alla fine dell’anno.

Stando a quanto riportato da Bloomberg, sembra che tra i funzionari emiratini circoli l’idea di abbandonare l’OPEC. Il ministro dell’Energia Suhail Al Mazroui, probabilmente per evitare di destabilizzare ulteriormente il mercato petrolifero, ha voluto precisare che gli Emirati Arabi Uniti “sono sempre stati un membro convinto” dell’OPEC, pur non affrontando direttamente la questione della permanenza del paese nel cartello.

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