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Nomine

Enea-Gse, Botta e risposta tra Arrigoni (Lega) e Benamati (Pd)

Arrigoni (Lega): “Fin dall’inizio dell’incarico Moneta, ex dipendente di Enea, in palese conflitto d’interessi, ha condotto iniziative a vantaggio del suo precedente datore di lavoro”. Benamati (Pd): “Tesi di Arrigoni inesistente. Rinnovo il mio convincimento che questo riordino sia oggi assolutamente necessario”

“L’emendamento presentato dall’On. Benamati e dal PD al Dl Rilancio per la riorganizzazione di Enea e di Gse rappresenta un attacco alle società del Gruppo GSE nonché un palese conflitto di interessi che dev’essere denunciato”. A dichiararlo è il Senatore Paolo Arrigoni, responsabile del Dipartimento Energia della Lega, che chiede con forza il ritiro dell’emendamento.

“La volontà di togliere al GSE la competenza sulla ricerca e sull’innovazione tecnologica applicate all’intero settore energetico appare tesa ad arrecare danno al Gruppo GSE, approfittando di un momento di difficoltà che sta vivendo la Società capogruppo a seguito della nomina del nuovo CdA, avvenuto alla fine del 2018, che è stato caratterizzato fin dal suo insediamento da una controversa gestione da parte dell’Amministratore delegato Roberto Moneta, come peraltro evidenziato dai rilievi della Corte dei Conti e dagli organi di controllo”, spiega Arrigoni. “La nomina dell’Ing. Moneta, che non potrebbe ricoprire il ruolo in considerazione del divieto per il personale in quiescenza di assumere incarichi, condivisa all’epoca dall’On. Benamati, somiglia sempre più ad un’operazione per favorire ENEA”.

“Fin dall’inizio dell’incarico Moneta, ex dipendente di ENEA, in palese conflitto d’interessi, ha condotto iniziative a vantaggio del suo precedente datore di lavoro: come ad esempio la convenzione tra le due società il cui fine ultimo consisteva nel fare in modo che il GSE si facesse carico di una quota parte dei costi di struttura sostenuti da ENEA – continua il Sen. Arrigoni – mentre ora, mediante la proposta di emendamento dell’On. Benamati, anch’egli dipendente di ENEA, si intende favorirla a discapito di uno dei principali competitor nell’ambito della ricerca, vale a dire la società Ricerca sul Sistema Energetico del Gruppo GSE”.

“È evidente che la proposta, oltre a evidenti criticità sul piano strategico e operativo, rappresenta per l’On. Benamati una situazione di palese conflitto di interessi”, conclude il responsabile del Dipartimento Energia della Lega. “L’emendamento, inoltre, sembra costruito per tentare nuovamente, dopo l’ultimo ‘proroga termini’, il commissariamento di GSE e l’azzeramento dell’attuale CdA affinché le imminenti nomine dei vertici delle altre società del gruppo siano a totale appannaggio del M5S. Il Governo e i ministri competenti non possono restare in silenzio”.

LA RISPOSTA DI BENAMATI: TESI ARRIGONI INESISTENTE

Non è piaciuta al parlamentare del Pd la risposta di Arrigoni. E ha replicato: “Leggo con stupita attenzione le dichiarazioni del senatore Arrigoni – responsabile Energia della Lega – in merito ad un presunto conflitto di interessi relativo alla proposta emendativa, da me firmata assieme ai colleghi del Partito Democratico, della commissione Attività produttive della Camera che da’ al Governo la delega per il riordino del sistema della ricerca tecnologica avanzata in campo energetico e dei servizi energetici al pubblico e al privato (incluso il settore produttivo) di cui il gruppo GSE e ENEA sono i principali attori italiani per dimensione e per capacità economica – hadichiarato il vicepresidente Pd della commissione Attività produttive di Montecitorio, Gianluca Benamati, rispondendo alle affermazioni a mezzo stampa del senatore Arrigoni -. La presunta incompatibilità deriverebbe secondo il Senatore dal fatto che per storia personale sono ricercatore Enea in aspettativa; allora questo mi spinge ad informare il senatore Arrigoni che nella mia vita ho anche insegnato a contratto al Politecnico di Torino, all’Università di Pisa oltre ad avere ricevuto la mia formazione in HIMONT-MONTEDISON e lo dico ove questo dovesse servigli per identificare altre criticità nel mio operato. Purtroppo, però, mi pare che la situazione di questi settori cosi critici per il raggiungimento degli obiettivi PNIEC nel 2030 e nel 2050 sia sotto gli occhi di tutti. Basti pensare al deficitario sviluppo nazionale delle batterie elettriche, allo sviluppo della ricerca sull’idrogeno, sul metano da sintesi e d’altro lato dalla necessità di un sempre più attivo coinvolgimento sui servizi alle imprese e ai cittadini. Mi si perdonerà se invece qui non intendo parlare delle numerose pagine di giornale che hanno riguardato i contrasti al vertice GSE. Sono altre questioni. Detto ciò è stabilito che è un emendamento con le firme del mio gruppo e che reca delega al governo per procedere al riordino di sistema (il Governo quindi e non io); la mia storia personale in questi 12 anni di parlamento e la validità nell’interesse del Paese di quanto presentato dimostrano esattamente la inesistenza della tesi politica del senatore Arrigoni. Anzi rinnovo il mio convincimento che questo riordino sia oggi assolutamente necessario. Cessata l’analisi politica ci tengo, però, stante la serietà della cosa ad informare che ho dato incarico all’avv. Guido Magnesi di valutare come tutelare al meglio su questi temi la mia persona in tutte le sedi opportune”.

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