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Zar

Energia, esce “House of Zar” di Gianni Bessi. La geopolitica ai tempi di Putin

Consigliere Pd alla Regione Emilia-Romagna e autore di “Gas naturale. L’energia di domani” (Innovative Publishing, 2018), Bessi parte dall’analisi della politica di Putin, la versione del XXI secolo dello zar di tutte le Russie

È uscito in questi giorni “House of zar” (Edizioni GoWare) la raccolta dei racconti e delle mosse degli strongman o dei siloviki, nella contesa più importante della modernità, quella per l’energia, che si tratti di gas naturale o petrolio. Scritto da Gianni Bessi, ravennate, sposato, tre figlie, dal 2014 consigliere alla Regione Emilia-Romagna per il Partito Democratico, e autore di “Gas naturale. L’energia di domani” (Innovative Publishing, 2018), Bessi parte dall’analisi della politica di Vladimir Putin, la versione del XXI secolo dello zar di tutte le Russie.

UNA MOSCA SUI MURI DEL CREMLINO

“Mi sono immaginato di essere una mosca a Mosca, un intruso su un muro per poter ascoltare, ma in realtà immaginare o ricostruire, i dialoghi che il novello czar della grande repubblica europeo-asiatica ha condiviso con i suoi pari”, si legge nell’introduzione dell’autore. Che ha raccolto una serie di storie dal 2018 ospitate su Start Magazine per provare a “gettare uno sguardo su una realtà a noi vicina ma con cui abbiamo, da europei intendo, un rapporto conflittuale. Capiamoci, non sono un fan di Putin: in Italia ne ha anche troppi… E non ho particolari simpatie per il suo modo di intendere la politica. Ma sono un appassionato di geopolitica, di quell’intreccio di avvenimenti, decisioni, false o vere dichiarazioni, di sotterfugi, di tattiche che sono il sangue e la carne del mondo. Del nostro mondo. Le storie di House of zar non sono invenzioni: si alimentano grazie a un network di persone – un gruppo che mi permetto di definire ‘i seguaci di House of gas’ – che conoscono e amano il mondo dell’energia e che lavorano o hanno lavorato nei grandi spazi del permafrost russo o vicino alle acque profonde del Mar Nero o del Caspio”.

LE MASCHERE DELLA POLITICA

Grazie a questi racconti, quella di Putin diventa una “maschera della politica” di un palcoscenico calcato dai suoi pari, a cominciare dal nemico-amico Donald Trump alla cancelliera di ferro Angela Merkel, passando per il califfo Erdogan e finire inevitabilmente a Xi Jinping, attorno ai quali si muovono molti ambiziosi comprimari. In questo senso “House of zar” è un’analisi che mette insieme elementi geopolitici, storici, geografici e culturali per costruire uno storytelling sulle scelte dei commander in chief delle nazioni che si contendono il potere sul mondo. Dietro ognuno dei quali c’è una storia da spiegare, un obiettivo da raggiungere, un segreto da suggerire.

LA GRANDE MADRE RUSSIA

Ma c’è un altro grande personaggio, anzi altri grandi personaggi, di cui si è occupata House of zar: le terre su cui questi leader governano. A cominciare dalla Madre Russia, un paese che si estende per 17 mila kmq, 11 fusi orari, con le sue infinite materie prime e con l’idea secolare di essere la potenza di terra del continente euroasiatico. Una terra che ha resistito alla gloria e alla caduta di imperi, ultimo dei quali quello dei soviet.

LA GEOPOLITICA EUROPEA E NON SOLO

Tutto ciò in un quadro che passa dal confine meridionale dell’Europa e sopra il Mediterraneo, “come di consueto in subbuglio per le vicende libiche e algerine, cipriote o libanesi, fino al dramma infinito dell’immigrazione” fino alle elezioni europee con il prologo significativo del 31 marzo quando si sono celebrate le elezioni presidenziali in Ucraina, “fondamentali soprattutto per gli equilibri orientali viste le difficili (eufemismo) relazioni con la Russia”. E senza dimenticare i confini settentrionali “ben lungi dal registrare calma piatta: la politica Usa, che s’incardina nella teoria dell’anglosfera, ha trovato una sponda nel processo della Brexit, soprattutto dopo l’accelerazione impressa da Boris Johnson. Un esito preannunciato negli anni da un progressivo malessere nei rapporti fra Gran Bretagna e l’Europa a trazione franco-tedesca”.

Insomma, House of zar ci prova con leggerezza, “perché per la mosca dopo tutto è più importante essere un testimone del teatro dei potenti, per additare le loro virtù e le loro debolezze. Come il bambino che nella celebre fiaba I vestiti nuovi dell’imperatore puntandogli l’indice contro grida ‘il re è nudo’”.

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