Descalzi: continueremo a perseguire la nostra strategia di transizione energetica e di decarbonizzazione, assicurando il rafforzamento della nostra struttura patrimoniale
Il primo trimestre 2021 di Eni si chiude con ricavi e redditività in ripresa grazie al rafforzamento dello scenario upstream con il prezzo del petrolio Brent a 61 dollari al barile (+21% sul primo trimestre 2020; +38% sul quarto trimestre 2020). Anche se, avverte Eni, “i prezzi di realizzo Eni non recepiscono completamente tale miglioramento a causa dell’apprezzamento di circa il 10% del cambio EURO vs. USD”.
COME SONO ANDATI I CONTI DI ENI
Va peggio lo scenario di raffinazione “depresso con il margine SERM negativo (-0,6 dollari/bbl) per effetto dei lockdown e ridotto traffico aereo”.
Per quanto riguarda i conti, l’EBIT adjusted è stato pari a 1,3 miliardi, in forte crescita rispetto al quarto trimestre 2020 (+171%) a parità di produzione (1,7 milioni boe/giorno).
In linea con il primo trimestre 2020 nonostante -86 mila boe/giorno di minore produzione, quasi interamente olio, e le performance negative di R&M (-240 milioni) dovute allo scenario sfavorevole per la raffinazione (SERM negativo) e alla riduzione delle vendite di prodotti petroliferi (-10% per la rete) per i lockdown, nonché di GGP (-€263 milioni) dovute, principalmente, a effetti positivi di ottimizzazione portafoglio una tantum intervenuti lo scorso anno e alla contrazione dello spread PSV-TTF.
In aumento, invece, la E&P (+341 milioni) per la ripresa del Brent. Significativa la ripresa anche della chimica (+104 milioni) grazie alla temporanea carenza di prodotto a livello globale a seguito delle condizioni meteo estreme negli USA al quale il business ha risposto incrementando i volumi in un contesto di ripresa della domanda.
L’Utile netto adjusted si è attestato a 270 milioni di euro pari a quasi cinque volte quello conseguito nel primo trimestre 2020 mentre il Flusso di cassa operativo ante capitale circolante al costo di rimpiazzo è stato pari a 1,96 miliardi a fronte di capex netti pari a 1,4 miliardi (-27% vs primo trimestre 2020).
Forte la generazione di free cash flow organica (circa 600 milioni) prima dell’assorbimento del capitale circolante. Il Portafoglio ha visto esborsi netti di circa 400 milioni di euro interamente orientati ai business green mentre l’Indebitamento finanziario netto ante IFRS 16 pari a 12,2 miliardi, risulta in lieve aumento rispetto al 31 dicembre 2020 per operazioni di M&A ed effetto cambio. Leverage invariato al 31%.
DESCALZI: ROBUSTA RIPRESA RISULTATI MALGRADO PROSEGUIO LOCKDOWN
Esaminando i risultati, Claudio Descalzi, AD di Eni, ha commentato: “In un primo trimestre ancora fortemente caratterizzato dagli effetti dei lockdown Eni ha evidenziato una robusta ripresa dei risultati, in particolare nel settore E&P e nella chimica. Prosegue la crescita del nostro business retail G&P (+19% l’EBIT rispetto al 2020), grazie alla espansione dei clienti power e dei servizi extra-commodity. La performance di R&M è stata invece penalizzata dalla ridotta domanda di carburanti in Europa, derivante dalla pandemia, e da un margine di raffinazione negativo. Nell’ambito di uno scenario complesso, l’EBIT adjusted a livello di gruppo di €1,3 miliardi è in linea con il primo trimestre dello scorso anno e risulta quasi triplicato rispetto a fine 2020. Si consolida inoltre la crescita dell’utile netto, pari a €270 milioni, quasi quintuplicato rispetto allo stesso trimestre 2020. Il trimestre ha registrato una generazione di cassa organica prima della variazione del capitale circolante di circa 2 miliardi di euro, nettamente superiore agli investimenti del periodo di 1,4 miliardi di euro. Il progressivo miglioramento del quadro pandemico ed economico a livello globale ci consente di guardare con ottimismo ai prossimi mesi e di prevedere una generazione di free cash flow nell’anno superiore a 3 miliardi sulla base dei prezzi correnti del Brent di 60 dollari/barile. In questo contesto continueremo a perseguire la nostra strategia di transizione energetica e di decarbonizzazione, assicurando il rafforzamento della nostra struttura patrimoniale ed una politica di distribuzione competitiva per i nostri azionisti”.
IL 2021
“Il riequilibrio del mercato petrolifero globale e la ripresa dei consumi di carburanti nel corso del 2021 sono ancora esposti a rischi e incertezze a causa della recrudescenza della pandemia COVID-19 che vede importanti economie, quali quelle dell’Europa Occidentale, ancora in stato di parziale
lockdown” sottolinea Eni che conferma la produzione di idrocarburi nell’anno pari a circa 1,7 milioni di boe/giorno (assumendo
tagli OPEC+ di circa 35 mila boe/giorno in media annua) e una previsione di spending organico per investimenti di circa 6 miliardi di euro. “Al prezzo corrente del Brent di 60 dollari/bbl è previsto un cash flow operativo ante working capital superiore a 9 miliardi di euro” e una Cash neutrality per la copertura della spesa organica e del floor dividend “raggiunta con un livello del Brent pari a 51 dollari/bbl”.
“A fine luglio, in occasione dell’Interim Report, sarà comunicato l’aggiornamento della previsione del Brent di riferimento 2021 che contribuirà alla determinazione della componente variabile del dividendo e della possibile riattivazione del buy-back nel 2021. Al floor dividend di 0,36 euro per azione,
verrà sommata una componente variabile di valore crescente a partire da un Brent di riferimento pari a 43 dollari/bbl. Il buy-back sarà attivato a partire da un Brent di riferimento di 56 dollari/bbl”.
LA PRODUZIONE
Da segnalare la Produzione d’idrocarburi del primo trimestre: 1,7 milioni di boe/giorno in calo di circa il 4% rispetto al primo trimestre 2020 (al netto dei tagli OPEC+, dell’effetto prezzo positivo dei PSA e del portafoglio)
come conseguenza del rallentamento degli investimenti di sviluppo, parzialmente compensato dalla crescita delle produzioni in Egitto supportata dalla robusta ripresa della domanda gas nel paese. Con il record produttivo per Zohr con 87 milioni di metri cubi/giorno, al massimo della capacità produttiva.
DA CDA VIA LIBERA A PROGETTO DI QUOTAZIONE O CESSIONE DI ENI GAS E LUCE RENEWABLES
Il Consiglio di Amministrazione di Eni, ha approvato l’avvio di un progetto strategico per definire e valutare il piano industriale e finanziario del nuovo veicolo societario che nascerà dall’unione delle attività di retail e di energia rinnovabile. Lo studio prevede inoltre la valutazione di molteplici opzioni per la miglior valorizzazione di questa società nel corso del 2022, subordinatamente alle condizioni di mercato.
Le opzioni in esame comprendono la quotazione in borsa tramite un’offerta pubblica iniziale (IPO), oppure la cessione o lo scambio di una quota di minoranza.
Ad oggi Eni conta circa 10 milioni di clienti, che considera una importante fonte di valore per l’azienda. La fusione delle attività retail e rinnovabili, il cui piano di sviluppo prevede un aumento significativo della capacità installata, massimizzerà la creazione di valore ampliando l’offerta di servizi, infrastrutture ed energia verde direttamente alla ampia clientela retail.
La nuova società avrà l’obiettivo di sviluppare entro il 2025 una capacità di generazione elettrica da fonte rinnovabile superiore a 5 GW. Tale capacità sarà offerta alla crescente base clienti, di oltre 11 milioni entro quella data, con un EBITDA complessivo previsto in crescita, dai 600 milioni di euro del 2021 a oltre 1 miliardo di euro nel 2025.
Il progetto che vede già coinvolto un team Eni, supportato da advisor strategici e finanziari, fa parte del più ampio impegno della Società per creare valore attraverso la transizione energetica e contribuirà al raggiungimento dei target di riduzione delle emissioni scope 3, una parte fondamentale della strategia che porterà Eni alla neutralità carbonica entro il 2050.