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Eolico, Tardieu (Wind Europe): “Il permitting è peggiorato. 500 GW di eolico fermi per connessione alla rete”

“La situazione del permitting è peggiorata. 500 GW di eolico in attesa di ok per connessione alla rete”, spiega Pierre Tardieu, Chief Policy Officer di Wind Europe in un’intervista su Pianeta Terra di marzo

L’eolico è un tassello centrale nel puzzle della competitività dell’Ue. Tuttavia, la burocrazia frena la costruzione di nuovi impianti e la connessione alla rete elettrica, principale ostacolo allo sviluppo dell’energia del vento. “Le autorizzazioni lente e macchinose rimangono un ostacolo chiave all’espansione dell’energia eolica”, spiega Pierre Tardieu, Chief Policy Officer WindEurope in un’intervista sulla rivista Pianeta Terra di marzo. “Ottenere l’accesso alla rete elettrica è ora il collo di bottiglia numero uno per l’implementazione dell’energia eolica. Sono necessarie azioni immediate per sbloccare la capacità di rete ed espandere questo network infrastrutturale velocemente”, aggiunge Tardieu, aggiungendo che oltre 500 GW di potenziale capacità di energia eolica sono in attesa di una valutazione delle domande di connessione.

EOLICO CHIAVE PER LA COMPETITIVITA’

La situazione del permitting per l’eolico è peggiorato nel 2024. L’industria europea deve fronteggiare l’inflazione e i prezzi elevati dell’elettricità e inflazione, che minacciano la competitività internazionale dei prodotti europei. “La buona notizia è che il Clean Industrial Deal pone l’energia eolica al centro della strategia di competitività dell’Europa. La nuova visione dell’UE è guidata principalmente da competitività e convenienza”, spiega Tardieu, sottolineando che l’eolico riduce la necessità di importare combustibili fossili e rafforza la sicurezza energetica degli Stati membri.

TARDIEU, EOLICO: ENERGIA E PRODOTTI MADE IN UE CONTRO I DAZI

I dazi dimostrano che gli Usa sono un “partner sempre più inaffidabile”, secondo Tardieu. L’Europa dovrà adattarsi, scommettendo maggiormente sulla sicurezza energetica grazie alle energie rinnovabili. Produrre impianti eolici e a altre pulite green può contribuire ad aumentare anche la competitività dell’industria Ue. Ma la concorrenza della Cina sta aumentando. Per arginare lo strapotere asiatico, la Commissione europea ha avviato un’indagine sulle sovvenzioni estere.

“Von der Leyen si è anche impegnata ad accelerare le autorizzazioni, a intervenire sulle reti elettriche e a promuovere l’innovazione per rendere disponibile energia a basse emissioni di carbonio in tutta Europa”.

EOLICO, A CHE PUNTO E’ L’UE?

L’Unione Europea deve raddoppiare il suo impegno nell’eolico per raggiungere i suoi target energetici e climatici al 2030, secondo Tardieu. Ma macchinose autorizzazioni e “una progettazione scadente delle aste” minaccia i nuovi progetti.

“L’UE sta costruendo solo metà della nuova capacità eolica di cui ha bisogno per raggiungere i suoi obiettivi di sicurezza energetica e climatica al 2030. Non è una questione di potenzialità produttiva, i produttori europei potrebbero costruire più turbine, ma le macchinose autorizzazioni, la lenta costruzione della rete e l’insufficiente elettrificazione minano gli investimenti in nuovi parchi eolici”, sottolinea il Chief Policy Officer WindEurope.

EOLICO, ELETTRIFICAZIONE QUESTA SCONOSCIUTA

L’Europa deve accelerare sull’elettrificazione perché non sta elettrificando la sua economia abbastanza velocemente, sottolinea Tardieu. L’esempio è la Germania, che ha autorizzato quasi 15 GW di nuovo eoli-co onshore, sette volte di più rispetto a cinque anni fa.

“Il 23% di tutta l’energia consumata nell’UE è elettricità. Questa percentuale deve aumentare al 61% entro il 2050. I tassi di elettrificazione sono in stallo, soprattutto nella mobilità, nel riscaldamento e nell’industria. I pochi Paesi che hanno applicato le norme UE di settore (scadenze vincolanti per le autorizzazioni, principio di interesse pubblico prevalente) hanno dimostrato quanto siano efficaci le misure”, spiega il CPO di Wind Europe.

La recente campagna “Wind Works for Europe” può dare un contributo, spiegando i vantaggi economici della produzione di energia eolica in Europa. “Questa industria contribuisce attualmente con 52 miliardi di euro al PIL comunitario e impiega 370.000 persone. Entro il 2030 questa cifra di posti di lavoro è destinata a salire a 600.000. Ogni turbina eolica costruita in Europa genera 16 milio-ni di euro di attività economica”, spiega Tardieu, aggiungendo che potrebbe arrivare anche in Italia, “dove l’industria eolica ha un’impronta significativa. Vestas, ad esempio, ha appena previsto un’espansione della sua fabbrica a Taranto, mentre Prysmian sta in-vestendo nella produzione di cavi sottomarini”.

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