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Elettricità

La società elettrica del Sudafrica rischia il fallimento

Secondo il direttore generale di Eskom, un eventuale fallimento della società significherebbe un grosso rischio per l’economia del Sudafrica

La società statale Eskom, che ha il monopolio sul mercato dell’energia elettrica in Sudafrica, ha detto che dovrà far pagare agli utenti dei prezzi più alti per l’elettricità in modo da poter ridurre il suo debito ed evitare la bancarotta. Intanto però in Sudafrica – la nazione più industrializzata del continente africano – continuano ad esserci interruzioni di corrente.

DA DOVE ARRIVA IL DEBITO DI ESKOM

Come ricostruito dal Financial Times, la crisi di Eskom è dovuta ad anni di corruzione e malagestione, specialmente sotto l’ex-presidente Jacob Zuma. Oggi la società si ritrova con alti costi di produzione, entrate in calo, tanti debiti e centrali a carbone soggette a guasti frequenti.

Il debito di Eskom ammonta a 460 miliardi di rand (circa 32 miliardi di dollari) e ha avuto un impatto negativo sugli investimenti nelle infrastrutture per l’energia elettrica del paese, già poco efficienti. Risolvere questo problema – ha scritto il quotidiano – sarà una delle priorità principali per il 2021 del presidente Cyril Ramaphosa, che sta cercando di rilanciare l’economia sudafricana, danneggiata dalla pandemia di coronavirus ma anche dai frequenti blackout.

IL COSTO DELL’ELETTRICITÀ SARÀ PIÙ ALTO

Secondo il direttore generale di Eskom, André de Ruyter, un eventuale fallimento della società significherebbe un grosso rischio per l’economia del Sudafrica, visto che Eskom produce praticamente tutta l’energia elettrica del paese.

De Ruyter ha detto al Financial Times che l’utility ha bisogno di far pagare prezzi più alti per l’elettricità perché “non può esserci un’azienda che cerca di vendere il suo prodotto al di sotto dei costi di produzione… non funziona mai, e non può funzionare nel caso di Eskom”.

Dal prossimo anno, quindi – ed escludendo tutti i vari supplementi –, la tariffa media dell’energia elettrica di Eskom aumenterà di circa 0,10 dollari per kilowattora: è una tariffa simile a quelle in India e in Cina ma meno della metà di quelle in diversi paesi europei, ha scritto il Financial Times.

IL PROBLEMA DEL DEBITO

I gruppi imprenditoriali sono d’accordo sulla necessità di una strategia per ridurre il debito di Eskom, ma non sul modo in cui procedere. L’azienda già utilizza fondi statali da 1 miliardo di rand a settimana per ripagare i propri debiti: una cifra che già desta delle preoccupazioni, dato che tra il 2020 e il 2026 arriverà in tutto a 226 miliardi.

De Ruyter ha detto che Eskom non può pretendere “iniezioni di capitale”. Ha chiesto invece “tariffe che riflettano i costi” di produzione, definite “un modo più equo per garantire la sostenibilità di Eskom”. Secondo il direttore generale, le entrate derivate dalle tariffe più alte andranno a finanziare la ristrutturazione delle centrali a carbone, che sono la causa dei frequenti blackout, ma anche gli investimenti in nuova capacità di generazione elettrica.

Le aziende sudafricane, tuttavia – già colpite dalla crisi economica causata dalla pandemia e dalle misure di lockdown –, probabilmente non accetteranno di dover pagare di più per l’elettricità.

De Ruyter ha detto che l’ipotesi di ristrutturazione del debito non è stata presa in considerazione e che tutto il debito verrà dunque ripagato. Il debito dell’azienda, scrive il Financial Times, viene di fatto considerato dagli investitori come un’obbligazione statale.

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