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Europa Contro Russia Sul Gas

Europa, Italia: tutte le vie che portano lontano da Mosca

Lo scontro sulle forniture divide sempre di più Europa e Russia. Gentiloni: “Embargo totale sul petrolio in nove mesi”

La settimana che si avvia alla conclusione registra temperature sempre più calde sul fronte energetico. Dopo l’annuncio dell’ufficializzazione del sesto pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia, dall’Unione europea e dall’Italia arrivano nuove importanti decisioni sulla via che porta sempre più lontano da Mosca.

S’INASPRISCE LO SCONTRO SULLE FORNITURE

Adesso, infatti, si registra un clima via via più radicale riguardo la scelta di porre fine alla dipendenza energetica dalla Russia. In Ue si rincorrono dichiarazioni importanti dagli Stati e dalle istituzioni comunitarie che fanno pensare a un cambio di passo decisivo. Sin qui, invece, aveva prevalso più l’indecisione e le poche certezze per esempio riguardo alla questione dei pagamenti di gas in rubli.

GENTILONI: EMBARGO SUL PETROLIO IN 9 MESI

In un’intervista al Messaggero, il Commissario economico ed ex premier italiano Paolo Gentiloni ha detto tranchant che “la nostra proposta è arrivare a un embargo, a seconda dei diversi prodotti petroliferi, entro 9 mesi. Farlo in tempi più brevi potrebbe avere conseguenze sui prezzi internazionali del petrolio paradossalmente contraddittori con i nostri obiettivi”.

METSOLA: SERVONO POLITICHE COMUNI SU ENERGIA

A fargli eco sono arrivate le parole della numero uno del Parlamento europeo, Roberta Metsola. La quale dice al Corriere che ” abbiamo bisogno di politiche comuni della difesa, dell’energia e della sanità”. In concreto, sull’energia, “l’obiettivo della dipendenza zero dev’essere la nostra priorità, poiché la Russia ha sfruttato troppo a lungo divisioni potenziali fra di noi. Abbiamo spesso scelto le soluzioni più facili, contro i moniti di quei Paesi membri che confinano con la Russia”.

DI MAIO: UNITÀ SUL TETTO AL PREZZO DEL GAS

Accanto al tema delle sanzioni rimane viva anche la questione del tetto al prezzo del gas. Un modo forse ancor più rapido per ferire la dipendenza economica di Mosca rispetto all’export in Europa delle forniture. Il ministro degli Affari esteri italiano Luigi Di Maio ne ha parlato in una lettera al Sole 24 Ore. “C’è una concentrazione di fattori rilevanti che impone una diversa attenzione da parte nostra. Elementi che richiedono di rilanciare, in sede europea, quello spirito di collegialità che ha caratterizzato la prima risposta al Covid-19 e che oggi dovrebbero portarci ad affrontare tutti insieme la sfida per stabilire un tetto massimo al prezzo del gas; o a realizzare, a livello transatlantico, un coordinamento ancor più rilevante su temi economici e strategici”.

IL FRONTE ITALIANO

Come detto in apertura, questo coordinamento deve registrarsi in ambito europeo ma anche nazionale. E a tal proposito, registra Luca Pagni su Repubblica, la settimana che si chiude e quella in entrata potranno dire molto. Nel viaggio a Washington, Draghi cercherà di strappare ulteriori carichi di Gnl americano. Intanto, è forte il tandem con Eni. L’incontro premier-Descalzi ha certificato che “per l’inverno 2023, il governo conta di sostituire i 29 miliardi di gas garantiti all’anno da Gazprom (il colosso di stato controllato dal Cremlino) almeno per l’80 per cento. E aggiungere il restante 20 per cento nei dodici mesi successivi”.

Dunque, le vie che portano lontano da Mosca si delineano sempre di più.

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