Se nel primo trimestre 2022 la Russia era il maggior fornitore di oli di petrolio, con una quota del 26,0%, nel primo trimestre di quest’anno la quota della Russia era pari solo al 3,2%
Tra il 2021 e il 2022 nell’Unione europea si è registrato un sostanziale aumento delle importazioni di energia in termini di valore medio mensile (+121%) e quantità (+9%). Tuttavia – svela l’Eurostat – il primo trimestre del 2023 ha registrato un calo di entrambi gli indicatori. Rispetto al primo trimestre 2022 si registra un calo del 9,2% in valore e del 3,0% in quantità.
LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA E LE LORO CONSEGUENZE
A seguito dell’invasione russa dell’Ucraina, l’Unione europea ha attuato diversi pacchetti di sanzioni, che hanno colpito direttamente e indirettamente il commercio di petrolio e gas e che ora sono visibili sotto forma di un’importante deviazione dei fornitori di prodotti energetici. Dal secondo trimestre 2022 la quota della Russia nelle importazioni extra-Ue di carbone, gas naturale e oli di petrolio è in continua diminuzione.
LE IMPORTAZIONI DI PETROLIO NEL 2022 E NEL 2023
Per quanto riguarda il petrolio, il 5 dicembre 2022 è entrato in vigore il divieto Ue sulle importazioni di greggio russo via mare, seguito – il 5 febbraio 2023 – dall’embargo sui prodotti petroliferi raffinati. L’impatto di queste misure è stato visibile nel primo trimestre 2023: se nel primo trimestre 2022 la Russia era il maggior fornitore di oli di petrolio, con una quota del 26,0%, nel primo trimestre di quest’anno la quota della Russia era pari solo al 3,2%, con un calo del 22,8% rispetto al primo trimestre 2022. Al contrario, nello stesso periodo Norvegia (+3,8%), Arabia Saudita (+3,4%) e Stati Uniti (+27%) hanno visto aumentare maggiormente le proprie quote.
IL DATO SUL GAS NATURALE E SUL GNL
La situazione è stata simile per il gas naturale allo stato gassoso, con i Paesi Ue che si sono rivolti ad altre fonti di approvvigionamento. Nel primo trimestre 2022, la Russia è stata il principale fornitore dell’Unione europea, con una quota del 38,8%, seguita dalla Norvegia (38,1%); nel primo trimestre del 2023, invece, la quota della Russia è scesa di 21,4 punti percentuali, mentre le quote della Norvegia (+8%), Algeria (+7,4%) e Regno Unito (+4%) sono aumentate.
Per quanto riguarda il GNL, nel primo trimestre 2022 la Russia (18,1%) è stata il secondo fornitore dell’Unione europea, dietro agli Stati Uniti (48,6%). La Russia è scesa del 4,9%. Allo stesso tempo, le quote di Norvegia (+6,5%), Qatar e Algeria (entrambe +2,4%) sono tutte aumentate, mentre la quota degli Stati Uniti è scesa dell’8,4%.