Il fondo statunitense ottiene l’esclusiva per l’acquisizione del polo siderurgico e punta sull’elettrificazione; lo Stato resterà azionista al 40% garantendo la continuità strategica.
Il futuro dell’ex Ilva entra in una fase decisiva con l’avvio della trattativa in esclusiva per la cessione dell’intero gruppo siderurgico al fondo statunitense Flacks Group. La notizia, giunta dopo il via libera dei comitati di sorveglianza delle amministrazioni straordinarie di Ilva e Acciaierie d’Italia, delinea un piano di rilancio imponente che mira a trasformare il più grande stabilimento siderurgico integrato d’Europa in un polo produttivo moderno e sostenibile. Michael Flacks, fondatore e presidente del gruppo, ha confermato ufficialmente l’operazione attraverso i canali aziendali, annunciando un impegno finanziario che potrebbe raggiungere i 5 miliardi di euro per sostenere la transizione ecologica e l’efficienza operativa del sito.
ACCORDO PER ILVA STEEL E OBIETTIVI DI DECARBONIZZAZIONE
L’acquisizione di Ilva Steel da parte di Flacks Group si fonda su una strategia di ammodernamento radicale delle infrastrutture produttive. “Stiamo investendo fino a 5 miliardi di euro per modernizzare le operazioni, compresi l’elettrificazione e l’ammodernamento dei forni, promuovendo la decarbonizzazione, l’efficienza e la crescita sostenibile”, ha dichiarato Michael Flacks in una nota pubblicata sulla pagina LinkedIn ufficiale dell’azienda. L’imprenditore ha sottolineato come questa operazione non sia soltanto un passaggio di proprietà, ma serva a garantire il futuro a lungo termine di una piattaforma industriale storica, fondamentale per le catene di approvvigionamento europee nei settori dell’automotive, dell’edilizia e delle infrastrutture. Il progetto mira a coniugare la competitività industriale con il rispetto dei parametri ambientali, puntando sull’elettrificazione come leva per la sostenibilità.
LA PARTNERSHIP CON LO STATO E LA TUTELA DELL’OCCUPAZIONE
L’assetto societario previsto dall’accordo vede una collaborazione stretta tra l’investitore privato e le istituzioni pubbliche. Il governo italiano, infatti, manterrà una quota strategica del 40% nella società, mentre Flacks Group detiene già un’opzione per acquisire un ulteriore 40% in futuro. Questa struttura riflette, secondo Flacks, un focus preciso sulla partnership industriale a lungo termine. Sul fronte occupazionale, il piano presentato dal fondo statunitense punta a supportare 8.500 lavoratori qualificati. “Questa transazione riguarda prima le persone”, ha ribadito il presidente del gruppo, precisando che l’obiettivo primario resta investire nel lungo periodo per garantire un futuro duraturo allo stabilimento di Taranto e agli altri siti del gruppo attraverso una gestione responsabile.
LE PREOCCUPAZIONI DEI SINDACATI E LA RICHIESTA DI UN CONFRONTO
Nonostante l’annuncio degli investimenti, il mondo sindacale manifesta forti riserve sulla solidità dell’operazione. Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, ha espresso preoccupazione per il fatto che Flacks Group sia un fondo di investimento senza una specifica esperienza nel settore siderurgico. “Non lasceremo il destino di 20mila lavoratori nelle mani di un fondo di investimento”, ha affermato Palombella, sollecitando un ruolo centrale e vincolante dello Stato per garantire il risanamento ambientale e la piena tutela occupazionale. Anche la Fim Cisl, per bocca del segretario nazionale Valerio D’Alò, ha chiarito che l’attenzione non deve ricadere sul nome dell’acquirente ma sulla concretezza del piano industriale. D’Alò ha chiesto che ogni trattativa preveda il coinvolgimento diretto dei lavoratori per evitare gli errori del passato, ribadendo la necessità di un incontro urgente a Palazzo Chigi con la Presidenza del Consiglio per esaminare i dettagli su occupazione e decarbonizzazione.
TENSIONI GIUDIZIARIE E IL NODO DELL’ALTOFORNO 1
Il percorso di vendita si intreccia con le complesse vicende giudiziarie che interessano il sito di Taranto. In queste ore, la Procura ha espresso parere negativo rispetto al dissequestro dell’altoforno 1, una decisione che ha scatenato dure reazioni politiche. Il senatore di Fratelli d’Italia Matteo Gelmetti, componente della Commissione Bilancio, ha definito l’atto come un tentativo di sabotaggio del processo di aggiudicazione in una giornata cruciale. “Si tratta di un atto intimidatorio contro chi vuole salvare l’azienda e il lavoro”, ha dichiarato Gelmetti in aula, accusando una parte della magistratura di voler distruggere il patrimonio industriale italiano attraverso accertamenti prolungati basati su motivazioni ritenute infondate. Secondo l’esponente di FdI, questa situazione peserà sul giudizio dei cittadini in vista del prossimo referendum sulla giustizia.
PROSSIMI PASSI VERSO LA DEFINIZIONE DELLA VENDITA
Dopo aver ottenuto il via libera dai comitati di sorveglianza, i commissari di Acciaierie d’Italia e di Ilva in amministrazione straordinaria inizieranno ufficialmente il negoziato in esclusiva con il gruppo statunitense. L’esito di questa trattativa sarà successivamente sottoposto al vaglio del Governo e delle organizzazioni sindacali. La sfida principale resta quella di bilanciare le ambizioni di rilancio produttivo con la necessità di garanzie occupazionali solide e un piano ambientale che sia realmente in grado di superare le criticità storiche del polo siderurgico ionico, in un contesto dove l’incertezza produttiva e legale continua a rappresentare la variabile più complessa da gestire.



