L’intesa dovrebbe essere trovata sul fotovoltaico avanzato con gli impianti installati a un’altezza tale da preservare l’attività agricola
Governo al lavoro per sbloccare la situazione sullo stop al fotovoltaico a terra in aree agricole previsto dalla bozza del Dl Agricoltura circolata nei giorni scorsi. Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare sono infatti pronti a trovare la quadra sul testo come annunciato anche nei giorni scorsi dal ministro Gilberto Pichetto Fratin.
L’INTESA SU FOTOVOLTAICO AVANZATO
Gli occhi sono puntati su Palazzo Chigi, quando alle 17.30, prenderà via il Consiglio dei ministri che dovrebbe dare il via libera definitivo alla norma modificata. Secondo il Corriere della Sera l’intesa riguardare l’ok “al Fotovoltaico avanzato con gli impianti installati a un’altezza tale da preservare l’attività agricola e all’’agrisolare’ (con gli impianti installati sui tetti degli edifici delle aziende agricole e agroindustriali)” confermando invece lo stop “a nuovi impianti di Fotovoltaico a terra che comportano l’uso del terreno, che resta a disposizione degli agricoltori. Ferme restando le opere già avviate”. Mentre “restano le pressioni di Pichetto affinché nel dl non venga menzionato il concetto di ‘aree non idonee’”.
LEGAMBIENTE: “LA BOZZA DI DECRETO DEL MINISTERO DELL’AGRICOLTURA CONTIENE DUE GRAVI PERICOLI”
Intanto negli ultimi giorni si sono fatte sentire tutte le associazioni di settore che hanno criticato più o meno apertamente il Dl Agricoltura contenente la norma di blocco al fotovoltaico a terra.
Questa mattina è stata Legambiente a chiedere lo stop al decreto, non solo al divieto generico di installare i pannelli solari sui terreni agricoli ma anche alla norma che trasferisce il Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari (Cufaa) dell’Arma dei carabinieri dal ministero dell’Ambiente a quello dell’Agricoltura. Secondo il presidente Ciafani si trattava di una “norma senza senso, che non risolve il problema dell’eccessivo consumo di suolo, denunciato dal mondo agricolo e da quello ambientalista. L’articolo in questione della bozza di decreto è pericolosamente onnicomprensivo. È insensato, ad esempio, vietare il fotovoltaico a terra nelle aree classificate come agricole dove non si dovrebbe o non si può coltivare: è il caso della “solar belt”, la cintura solare intorno alle aree industriali, dei terreni all’interno dei siti di interesse nazionale (SIN) e regionale (SIR) da bonificare, di quelli che sono accanto alle autostrade e alle ferrovie, delle aree agricole dove ci sono le cave, solo per fare qualche esempio. La diffusione delle rinnovabili non è in antitesi con l’agricoltura, anzi è di grandissimo interesse anche per il mondo agricolo che, come tutti, paga le bollette impazzite a causa delle speculazioni sul gas ed è tra le prime vittime della crisi climatica. Non mancano le soluzioni avanzate: l’agrivoltaico innovativo, ma anche quello più tradizionale, con i filari di pannelli molto distanziati, garantiscono da tempo la convivenza tra la produzione agroalimentare ed energetica”.
COORDINAMENTO FREE SCRIVE A MELONI: CON STOP A FOTOVOLTAICO IN AREE AGRICOLE A RISCHIO TARGET PNIEC
Anche il Coordinamento FREE si è detto preoccupato per la norma contenuta nel c.d. Decreto Agricoltura, che ha l’obiettivo di impedire la realizzazione di impianti fotovoltaici sui terreni agricoli e che dovrebbe andare prossimamente in approvazione al Consiglio dei Ministri, ha scritto, a nome delle 25 associazioni aderenti al Coordinamento, al Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni. Nella lettera si sottolinea che la norma in oggetto, se fosse approvata, rappresenterebbe un serio ostacolo per le fonti rinnovabili, mettendo a rischio sia gli obiettivi del nuovo PNIEC, sia gli accordi sottoscritti dall’Italia al G7 Energia di Torino.
“Accogliamo, con forte preoccupazione, questa notizia perché – in assenza di modifiche – il provvedimento bloccherà moltissimi progetti fotovoltaici e, di conseguenza, l’Italia fallirà gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 stabiliti a livello nazionale ed europeo. E pertanto sarà passibile di procedura di infrazione comunitaria, né riuscirà a utilizzare i fondi per la transizione energetica previsti dal PNRR. Sorprende inoltre che il Masaf preveda una norma del tutto contraddittoria rispetto all’obiettivo di triplicare le energie rinnovabili entro il 2030 sottoscritto di recente dall’Italia e dalle altre 6 Nazioni al G7 Ambiente, Clima ed Energia di Torino.Questa norma risulterebbe contraddittoria anche con le indicazioni contenute nella bozza di Decreto Aree Idonee, la cui pubblicazione sarebbe dovuta avvenire entro giugno 2022”, si legge nella lettera.
“Peraltro, è bene considerare che triplicare le installazioni rinnovabili come stabilito al G7 richiederebbe meno dell’1% delle aree agricole del nostro Paese, e che per raggiungere il meno ambizioso obiettivo del REPowerEU servirebbe solo lo 0,5% dei terreni agricoli. (…) Ci auguriamo che su questi temi, così rilevanti per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030, si possa avviare un sereno confronto con noi e con le associazioni di categoria che rappresentiamo”, ha concluso la lettera.
ALLEANZA PER IL FOTOVOLTAICO: “L’ITALIA OSTAGGIO DEL POPULISMO CHE BLOCCA LA TRANSIZIONE ENERGETICA. CONTRO IL FOTOVOLTAICO SOLO FAKE NEWS
Alleanza per il fotovoltaico esprime sgomento e preoccupazione per l’imminente approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, di un decreto legge che intende vietare definitivamente lo sviluppo di impianti fotovoltaici su qualunque tipo di terreno agricolo. Il Governo italiano intende così sferrare l’offensiva finale alla transizione energetica, schierandosi senza alcun senso critico sulle posizioni ideologiche e populiste portate avanti dalla principale associazione nazionale dei coltivatori diretti. “Come abbiamo già ribadito in passato, non c’è nessun conflitto reale tra lo sviluppo delle rinnovabili e l’agricoltura. Il fotovoltaico a terra non produce impermeabilizzazione del suolo, né alcun impoverimento del terreno e della biodiversità. Il fotovoltaico non pregiudica – anche alla luce delle nuove opportunità garantite dall’agrivoltaico avanzato – l’utilizzo agricolo; anzi, è acclarato che consente il risparmio idrico e riduce l’impatto della desertificazione. Secondo i dati più recenti, la superficie agricola nazionale è di circa 16,5 milioni di ettari ma soltanto 12,8 milioni di ettari sono effettivamente destinati alla produzione alimentare (seminativi, coltivazioni legnose, pascolo e orti familiari) mentre i restanti 3,5 milioni di ettari di superficie agricola sono incolti o abbandonati. A fronte di questi numeri, va detto che soltanto 17.000 ettari di superficie agricola sono attualmente occupati da impianti fotovoltaici ed anche se volessimo installare a terra tutta la potenza fotovoltaica prevista in Italia dal PNIEC per il raggiungimento degli obiettivi al 2030 sarebbero necessari non più di ulteriori 80.000 ettari circa (appena lo 0,6% della superficie agricola nazionale)”, si legge in una nota.
ENERGIA, AMICI DELLA TERRA: NO ALL’ASSALTO INDISCRIMINATO DEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI A TERRA E AGRIVOLTAICI
“Lo scontro che si è verificato nel governo per l’intervento del ministro dell’agricoltura Lollobrigida è salutare perché finalmente si parla dell’aggressione dei grandi impianti fotovoltaici ai terreni agricoli. Tuttavia, con il D.L. presentato dal ministro che, oggi 6 maggio, sarà all’attenzione del Consiglio dei Ministri, il governo intende consentire l’invasione dei terreni agricoli da parte degli impianti agrivoltaici con moduli soprelevati dal terreno. È quanto emerge dalle precisazioni rilasciate ieri nelle interviste rese alla stampa dallo stesso ministro. Quello che sembrava essere in un primo momento un provvedimento teso a salvaguardare sia la produzione che il paesaggio agricolo dal proliferare di devastanti distese di pannelli fotovoltaici, viene ad essere oggi drasticamente ridimensionato nella sua reale portata poiché il divieto di installazione riguarderà (fatte salve le procedure autorizzative già in corso) i soli impianti fotovoltaici con moduli montati direttamente sui suoli agricoli ma non la specifica tipologia degli impianti agrivoltaici avanzati, teoricamente in grado di consentire la coesistenza tra le due produzioni energetica ed agricola (quest’ultima negli spazi sottostanti, tutta da verificare sul campo) con ulteriori benefici declamati dagli sviluppatori di tali sistemi in termini di risparmio idrico e protezione dall’insolazione eccessiva”. È quanto si legge in una nota dell’associazione Amici della Terra. “Gli effetti di devastazione del paesaggio e di frammentazione degli habitat necessari alla fauna selvatica con la sottrazione, ad esempio, degli spazi nelle aree agricole ove gli uccelli nidificano e si alimentano, non saranno meno gravi di quelli arrecati dal fotovoltaico tradizionale con moduli montati sul terreno. Amici della Terra intende rammentare al governo che la scelta dei siti di installazione, anche in aree agricole, dovrà comunque conformarsi al criterio secondo cui tali impianti, al pari di quelli eolici, possono essere realizzati solo all’interno di aree definite “idonee” a norma dell’art. 20 del D. Lgs. 199/2021. L’accesso agli incentivi del PNRR ad essi destinati dovrà essere poi subordinato al rispetto del principio comunitario che tali interventi non arrechino un danno significativo all’ambiente. Sulle modalità pratiche di verifica di tale principio come pure sui criteri definitivi di individuazione il governo è in forte ritardo per chiediamo una rapida emanazione delle relative disposizioni”, ha concluso la nota.
ELETTRICITA’ FUTURA E FEDERAZIONE ANIE: DA NORMA IMPATTI NEGATIVI PER L’ITALIA
Ieri invece era stata la volta di Elettricità Futura, la principale Associazione che rappresenta i produttori, i distributori e i venditori di energia elettrica, e di Federazione ANIE che rappresenta le imprese di costruzione, gestione e manutenzione di impianti e sistemi per la produzione di energia elettrica, entrambe aderenti a Confindustria, ad appellarsi al Governo affinché la versione finale del Decreto Legge Agricoltura non prevedesse una norma per vietare lo sviluppo di impianti fotovoltaici in zone classificate agricole.
“Una simile norma, se approvata, avrebbe pesanti impatti negativi per l’Italia perché renderebbe impossibile rispettare gli obiettivi di sviluppo delle rinnovabili sottoscritti da questo Governo a livello nazionale e comunitario – attraverso il Piano Nazionale Energia Clima (PNIEC) e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – e mondiale a COP28 di dicembre 2023 e al G7 Ambiente, Clima ed Energia di Torino appena lo scorso 30 aprile”, sottolineavano le associazioni. Impedendo, a loro giudizio, “la realizzazione di oltre l’80% degli impianti fotovoltaici” senza riuscire, pertanto, a “tagliare i costi dell’energia elettrica”.
Secondo le due associazioni inoltre, l’Italia, così facendo, “rischia anche di mancare l’utilizzo dei fondi del PNRR collegati allo sviluppo dei progetti della transizione energetica” e “di non realizzare altre misure avviate da questo Governo come, ad esempio, l’Energy Release e i provvedimenti per l’idrogeno. Non esiste conflittualità tra la tutela dell’Agricoltura e lo sviluppo del fotovoltaico”.
ITALIA SOLARE, CON BLOCCO IMPIANTI SI PERDONO CIRCA 60 MILIARDI
Lo stesso aveva fatto Italia Solare: Il fotovoltaico è una opzione “conveniente e immediatamente disponibile per aumentare l’indipendenza e la sicurezza energetica del Paese e per assicurare a cittadini e a imprese energia a costi contenuti e stabili” le parole dell’associazione in una lettera aperta inviata alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al ministro Gilberto Pichetto Fratin. Con il blocco delle realizzazioni degli impianti si perdono, secondo l’associazione, circa 60 miliardi di euro: almeno 45 miliardi di euro di investimenti privati diretti – 1 miliardo dei fondi Pnrr perduti – a cui si aggiungono 2 miliardi di euro di mancati introiti derivanti dalle tassazioni Imu degli impianti, 11 miliardi di imposte e infine le sempre importanti compensazioni per i Comuni.
Lettera Elettricità Futura e Anie al Presidente Meloni_5maggio2024