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Il fotovoltaico diventa più efficiente con la polvere di stelle

Una ricercatrice italiana ha scoperto che delle nanoparticelle rivestite con un materiale semiconduttore favoriscono lo stoccaggio di energia solare

Il fotovoltaico diventa sempre più efficiente. Secondo uno studio sviluppato dall’italiana Laura Fabris, chimica esperta di scienze dei materiali alla Rutgers University-New Brunswick, negli Stati Uniti, delle piccolissime stelle d’oro, grandi pochi milionesimi di millimetro, possono favorire lo stoccaggio di energia solare, dal momento che le nanoparticelle, rivestite con un materiale semiconduttore (il biossido di titanio), sarebbero in grado di ricavare idrogeno dall’acqua con un’efficienza quattro volte superiore agli altri metodi attualmente disponibili.

In pratica, gli elettroni provocherebbero una reazione che produce idrogeno dall’acqua con un’efficienza altissima, permettendo di accumulare energia solare sotto forma di idrogeno, che poi può essere usato come combustibile quando non c’è sole.

“Invece di usare la luce ultravioletta, come nella pratica comune, abbiamo sfruttato l’energia della luce visibile e infrarossa per eccitare gli elettroni delle nanoparticelle d’oro”, spiega Fabris. “Gli elettroni eccitati nel metallo possono essere trasferiti in modo più efficiente al semiconduttore che catalizza la reazione”.

“Questo è stato il nostro primo passo, ma dopo aver capito il materiale e il suo funzionamento – prosegue la ricercatrice – possiamo disegnare nuovi materiali per applicazioni in diversi campi, come nei semiconduttori, nell’industria solare o chimica, oppure per la conversione dell’anidride carbonica in qualcosa che possiamo usare. Nel futuro – conclude Fabris – potremo ampliare notevolmente i modi con cui sfruttiamo la luce solare”

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